Ok al Ponte dalle commissioni Trasporti e Ambiente, adesso l'esame in Aula: "Costa 13,5 miliardi"
Il via libera durante i lavori in Parlamento. Il sottosegretario Rixi torna su progetto e tariffe aggiornate
Dopo quello della commissione Politiche Europee il ponte sullo Stretto riceve l'ok anche di quelle Ambiente e Trasporti. Prosegue senza intoppi il cronoprogramma che vedrà il decreto del governo sulla costruzione dell'opera approdare in Parlamento per la votazione finale. L'Aula è chiamata a pronunciarsi domani alle 15, poi si vedrà se la proposta dell'esecutivo diverrà legge.
Intanto, il sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi fa chiarezza su quanto costerà il collegamento stabile tra le due sponde in una nota riportata da Ansa. "Il costo a noi risulta complessivamente per l'opera di 13,5 miliardi". Nel 2011 il costo era di 8,5 miliardi, quindi è salito da 8,5 a 13 miliardi complessivamente. Di questi 8,5 miliardi, quelli di cui stiamo parlando sull'aggiornamento prezzi sono i 6,7 miliardi che riguardano il contratto col contraente generale".
Dal governo l'impegno a bloccare le tariffe. "Proprio nell'ottica di evitare aumenti smisurati di prezzi e difficili da gestire, quello che è stato fatto è di blindare la situazione in modo da evitare in futuro aumenti esponenziali di quelle che possono essere i rincari", ha detto il sottosegretario. Questo, ha puntualizzato, è il motivo "per cui è stato accantonato l'emendamento" relativo al caro-materiale, che sarà sbloccato "a breve perché c'è la riformulazione definitiva del Mef che stanno scrivendo".
"Il progetto non è diverso" (rispetto a quello del 2011), "però c'è un'evoluzione tecnologica, che se vogliamo la quantifichiamo, se non vogliamo no: io i sensori sul ponte ce li metto, se voglio fare un'opera moderna. Se invece riteniamo che dobbiamo usare una tecnologia di 10 anni fa, è un tema. Ma questo è il motivo per cui noi riteniamo che sia corretto questo decreto", ha detto Rixi. Partendo dai prezzari del 2011 a quelli di oggi "abbiamo moltissimi materiali che nel tempo sono cambiati.
"Sono state fatte due modifiche di riformulazione per chiarire due cose: prima di tutto che il limite sono i 13,5 miliardi del Def, dunque l'opera sta dentro quel limite; secondo dovevamo fissare dei criteri oggettivi", dal momento che i "materiali negli ultimi 2 anni sono aumentati, alcuni anche oltre il 40%, e bisognava misurare i costi per evitare extraprofitti per un'azienda che ha vinto l'appalto nel 2012", ha detto il sottosegretario illustrando l'emendamento riformulato sul caro materiali presentato alle commissioni. "Serve a dipanare i dubbi sia sul valore che sull'aumento dei costi e sugli eventuali extraprofitti, per tutelare lo Stato affinché si realizzi l'opera con tempi e costui congrui. Penso che il metodo scelto con Ragioneria e Mef sia tutelante".