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Cronaca

"Il Ponte? Senza opere connesse non è strategico", l'Ordine degli ingegneri chiede la ricostituzione del tavolo tecnico

La proposta affinché l'infrastruttura non sia un investimento fine a se stesso ed evitare procedure di infrazione dall'Ue

Ricostituzione del comitato tecnico interistituzionale per le opere connesse al Ponte sullo Stretto. E' la proposta che arriva dall’Ordine degli Ingegneri di Messina che il 18 aprile è stato audito in Commissione Ambiente e Trasporti della Camera dei Deputati sul Disegno di Legge "Disposizioni urgenti per la realizzazione del Collegamento stabile tra Sicilia e Calabria".

Con una nota al sindaco, al rettore dell'Universtà, all'Autorità di sistema portuale, a Camera di Commercio, Sicindustreia, all'ordine degli architetti e ai sindacati confederali ha ribadito la necessità di non valutare il progetto ponte scollegato dall'intera Rete Infrastrutturale del Mezzogiorno.

"Lo diciamo da anni - si legge nella nota firmata dal presidente Santi Trovato - perché il Ponte diventi effettivamente un'Opera Strategica ed indispensabile non solo per annullare i tempi di attesa di Attraversamento dello Stretto (che sarebbe comunque poca cosa!), è necessario che l'intera Rete Infrastrutturale del Mezzogiorno venga adeguata agli standard europei.

Secondo gli ingegneri, "perché non sia un investimento fine a se stesso, la realizzazione del Ponte dovrà portare con sé la modernizzazione delle reti ferroviarie e stradali meridionale. Ed in effetti i potenti investimenti che il governo italiano sta garantendo al potenziamento ed efficientamento delle reti ferroviarie e stradali sembrano andare proprio in questa direzione. Va evidenziato ancora che la Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo ha fissato un termine entro il quale occorrerà concretizzare tutti gli impegni relativi al completamento del Corridoio 9: entro il 2030 tutti gli Stati interessati dal Corridoio Helsinki- La Valletta dovranno garantire "Ferrovie completamente elettrificate", garantendo una velocità di circolazione di treni merci almeno a 100 km/h. Ed è sempre entro il 2030 che la stessa Commissione obbliga gli Stati membri ad eliminare "strozzature e colli di bottiglia" presenti nella Rete. Lo Stretto di Messina rappresenta ad oggi la principale "strozzatura" presente nel corridoio 9. Nel corso dell'audizione Parlamentare del 18 aprile abbiamo pertanto evidenziato come vi sia pure il rischio, per il nostro Paese, di essere destinatario di una procedura d'infrazione Europea "in caso di ritardi significativi degli interventi". In altre parole occorre un serio impegno dello Stato italiano per non vanificare gli impegni finanziari (PNRR, Fondi europei, partecipazione di Fondi Pubblici e/o privati) che l'Europa ci riconoscerà: dalla Struttura burocratica-autorizzativa alla Politica, dal Governo alle Categorie produttive e professionali, a tutti insomma si richiede un surplus di impegno affinché si raggiungano gli obiettivi fissati. La scommessa di una Rete Infrastrutturale Moderna che risponda agli Standard Europei, uguali dalla Scandinavia al nostro Mezzogiorno, va vinta ... realizzazione del Ponte compresa".

La nota indirizzata per conoscenza anche al Mit e a deputati e senatori mette anche in evidenza come nel progetto “definitivo” siano ancora da perfezionare almeno tre parti sostanziali dell’intero intervento infrastrutturale che attualmente hanno un livello di elaborazione assimilabile a studio di fattibilità. Ci si riferisce a: -) la nuova Stazione di Messina, ricollocata nell’area di Gazzi (lato Sud della città a circa 20 km. dall’impalcato), con quel che consegue per i collegamenti ferroviari di attraversamento della città; -) la imprecisata “Fascia Bolano”, di collegamento con la futura linea ad AV/AC Napoli-Reggio Calabria – Lato Calabria; -) la variante stradale della città universitaria dell’Annunziata a Messina, in collegamento con la nuova viabilità di accesso al Ponte prevista dallo svincolo Curcuraci. Ed ancora l’interferenza prevista lungo la Via S.Cecilia della galleria ferroviaria con la Via La Farina , in rapporto all’attuale sistema viario cittadino, dovrà essere accompagnata da uno studio comprensivo dell’ analisi del sovraccarico che i flussi del traffico di collegamento alle aree di cantiere determineranno sulla viabilità corrente, esteso anche ai nuovi insediamenti residenziali previsti in alcuni villaggi collinari (Faro Sup., Curcuraci, Sperone).

Da qui l'esigenza di un Comitato Tecnico Interistituzionale per le opere connesse al Ponte costituito sin dal gennaio 2004 dal Comune di Messina e dall'allora Provincia Regionale di Messina con il compito "di affrontare con voce unica non solo le strategie territoriali ed occupazionali connesse al Ponte, ma anche potrebbe avere la funzione di monitoraggio e conseguente informazione alla Città sul livello di approfondimento delle varie problematiche che interesseranno il Territorio cittadino".

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