Ponte, il Mit annuncia la nomina di nove esperti ma riparte la protesta: "Risposta sbagliata ai problemi del sud"
L'appuntamento il 2 dicembre alle 15 a Piazza Cairoli con un appello: "Vogliamo lavoro vero e sviluppo sostenibile per il Sud e il Paese"
“Riteniamo che il ponte sullo Stretto non solo non sia una priorità ma rappresenti più una minaccia che una opportunità per lo sviluppo sostenibile della Sicilia, della Calabria e del Meridione”.
Con queste parole si conclude l’appello firmato “Coordinamento Corteo Noponte 2 dicembre” che lancia il corteo nazionale da tenersi a Messina sabato 2 dicembre in concomitanza con la discussione parlamentare sulla legge di bilancio.
Mentre il ministro dei Trasporti Matteo Salvini procede dritto per la sua strada e annuncia di avere già individuato i "nove componenti del Comitato tecnico scientifico di garanzia, organismo indipendente che offrirà supporto e consulenza alla Società Stretto di Messina, per il progetto del Ponte sullo Stretto", il coordinamento no ponte chiama a raccolta i cittadini, l’associazionismo, le organizzazioni politiche e sindacali, comitati e realtà di movimento, personalità pubbliche, "affinché si metta da parte una volta per tutte l’inutile progetto del ponte sullo Stretto e si utilizzino i soldi per le vere priorità dei territori, per il rilancio di servizi essenziali come gli interventi sociali, la sanità, la scuola, la gestione dell’acqua, la messa in sicurezza dei territori".
All’appello hanno già aderito Arci Messina, CGIL Messina, Comitato Noponte Capo Peloro, Invece del Ponte, Italia Nostra Messina, Legambiente Messina, Messina Bene Comune, Messina in progresso, Resistenza Poetica, Rete degli Studenti medi Messina, Symphonia Laus, UDU Messina, UISP Messina, WWF.
L'appuntamento il 2 dicembre alle 15 a Piazza Cairoli.
L'appello del coordinamento No Ponte
"Il Governo non perde occasione per enfatizzare l’utilità del ponte sullo Stretto di Messina presentandolo come un’opera green, sicura, moderna, un acceleratore di sviluppo per l’intero meridione che creerebbe 100mila posti di lavoro e ricchezza per tutte le aziende del Paese, migliorando la rete dei trasporti a Sud. Il tutto ad un costo stimato a preventivo di 14 miliardi di euro pari a quasi un punto di Pil - si legge nell'appello - Il ponte sullo Stretto in realtà è tutt’altro che un’opera green visto che causerebbe un disastro ambientale devastando un patrimonio paesaggistico e naturalistico di enorme valore e attrattività turistica come lo stretto di Messina, scrigno di biodiversità tutelato dall’art.9 della Costituzione Italiana e da vincoli ambientali regionali, nazionali, europei, oltre ad essere un territorio geologicamente e morfologicamente fragile (il terremoto del 1908 e l’alluvione di Giampilieri del 2009 lo dimostrano tragicamente). L’intero territorio di entrambe le sponde diventerebbe un immenso e devastante cantiere, per un’opera estremamente critica".
Secondo il coordinamento che definisce l'infrastruttura "un azzardo" dal punto di vista tecnico (al mondo il ponte più lungo a campata unica - per il passaggio di treni, tir e auto - è di 1400 metri, mentre quello sullo Stretto di Messina dovrebbe raggiungere i 3300 metri), "non risolve il problema della mancanza di una efficiente rete di trasporti interna alle regioni meridionali e della Sicilia e Calabria in particolare (autostrade e strade in stato pessimo), della mancanza di infrastrutture ferroviarie moderne (in Sicilia quasi l’80% della rete è a binario unico e oltre il 40% non è elettrificata), dell’inadeguatezza di porti ed aeroporti. Per dimezzare i tempi di attraversamento dei treni nello Stretto di Messina basterebbe utilizzare Frecciarossa da 4 vagoni che possono essere traghettati senza scomporli e/o prevedere l’acquisto di traghetti Ro-Ro più lunghi ed in grado di imbarcare treni con sette vagoni, convertendo le attuali flotte con traghetti elettrici per rendere il traghettamento a zero emissioni"
"Il ponte sullo Stretto - continua l'appello - non serve alle aziende del Paese perché non interviene sui problemi strutturali che impediscono agli imprenditori di avere i servizi territoriali adeguati per radicarsi ed espandersi, non dà prospettive di sviluppo nei settori strategici di cui il Sud necessita, non assorbe l’enorme disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile presente nel Meridione. Per questi motivi riteniamo che il ponte sullo Stretto non solo non sia una priorità ma rappresenta più una minaccia che una opportunità per lo sviluppo sostenibile della Sicilia, della Calabria e del Meridione".
Da qui l'invito alla mobilitazione affinchè le risorse pubbliche vengano utilizzate al Sud per migliorarne le infrastrutture esistenti, per la messa in sicurezza dei territori, per la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, per la realizzazione di opere tecnicamente fattibili ed economicamente sostenibili, per il sostegno al reddito di quanti sono ai margini del mondo del lavoro e della società, per il rilancio di servizi essenziali come gli interventi sociali, la sanità, la scuola, la gestione dell’acqua, minacciati dall’incombente autonomia differenziata che allargherebbe il divario tra Nord e Sud.
Proprio sulle priorità è attesa la visita a Messina dell’amministratore delegato di Stretto di Messina Pietro Ciucci con il sindaco Federico Basile. Mentre nelle prossime ore saranno resi noti i nomi dei componenti del Comitato tecnico scientifico di garanzia. "Si tratta di personalità di spicco del mondo dell'università, e dei massimi esperti nei vari campi dell'ingegneria, della tecnica delle costruzioni, della realizzazione di ponti, di gallerie del vento, di aspetti sismici e geologici - si legge in una nota del Mit - Al termine delle verifiche del caso che si stanno completando in queste ore (ci stanno lavorando gli uffici del Mit, guidato dal vicepremier e ministro Matteo Salvini), la rosa dei nomi sarà inviata alla regione Siciliana e alla regione Calabria, per l'acquisizione dell'intesa, come previsto dalla normativa vigente".