Il ponte e quella ferrovia a 'media velocità', ma il governo potrebbe rivedere il progetto Palermo-Catania-Messina
La linea in costruzione permetterà velocità non superiori ai 200 chilometri, standard inadeguato ai moderni collegamenti. Il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria potrebbe riaprire tutto, Schifani: "Parlerò con Ferrovie dello Stato"
La Messina-Catania-Palermo sarà una ferrovia a "media velocità". Così l'ha definita il governatore Renato Schifani intervenuto al convegno della Cisl sul Ponte sullo Stretto. Il progetto prevede infatti velocità che, in alcuni tratti di linea, toccheranno i 200 chilometri orari. Ma non si andrà oltre con uno standard ben lontano dalle moderne infrastrutture ferroviarie già realtà da più di un decennio. Al momento non ci saranno quindi treni ad alta velocità tra i tre principali capoluoghi della Sicilia e bisognerà "accontentarsi" di quel secondo binario atteso da oltre trent'anni.
Ma se il Ponte verrà costruito anche l'attuale progetto, i cui lavori sono stati interamente aggiudicati, potrebbe essere rivisto. Lo ha detto lo stesso ministro Matteo Salvini: "A breve si viaggerà sicuramente più veloce rispetto al presente, l'obiettivo è prima di tutto modernizzare le ferrovie e le autostrade dopo cinquant'anni. Io voglio che l'alta velocità unisca il Paese e c'è la volontà del governo anche per portare l'alta velocità in Sicilia".
Un obiettivo anche del governatore Schifani. "Il Ponte non può rimanere una cattedrale nel deserto, lavoreremo per riprendere il corridoio Palermo-Berlino. Ho preso contatti con Ferrovie dello Stato per rivedere il progetto ma intanto è una buona notizia il fatto che da oggi i lotti sono stati aggiudicati ed entro l'anno partiranno i lavori".
Ferraris: "Oltre al Ponte, investimenti per oltre 90 miliardi"
“Il Ponte sullo Stretto si inserisce in un contesto infrastrutturale più ampio, che in Calabria e in Sicilia vedrà il Gruppo FS investire nei prossimi dieci anni 80-90 miliardi di euro per potenziare una rete che porterà benefici all’Italia e all’Europa, vista la centralità del Ponte nel progetto del Corridoio Scandinavia–Mediterraneo delle merci e della Rete Transeuropea di Trasporto TEN-T”. È quanto ha sottolineato a Messina l’amministratore delegato del Gruppo FS Luigi Ferraris, intervenuto al Convegno della FIT-CISL “Il Ponte sullo Stretto: Infrastrutture e Trasporti per unire l'Italia”.
Secondo Ferraris l’Italia e il Mezzogiorno necessitano di un ammodernamento delle infrastrutture che hanno 60-70 anni di età e per farlo “occorre sempre più pianificare i progetti a vita intera, superando la logica dei lotti per accelerare i processi autorizzativi e attrarre sempre più investitori privati come i fondi infrastrutturali e non speculativi, che possono giocare un ruolo centrale nello sviluppo delle opere”.
In questo scenario il Gruppo FS riveste sempre più la funzione di un vero e proprio operatore di sistema che, ha specificato Luigi Ferraris, investirà in Calabria con RFI “35 miliardi, di cui 16 già finanziati, e 14 miliardi con ANAS, tra nuove opere e manutenzione programmata. In Sicilia l’impegno di RFI è di circa 21 miliardi e di oltre 14 con Anas, sempre in nuove opere e manutenzione programmata”. Investimenti che avranno impatti notevoli sia dal punto di vista del traffico passeggeri che da quello delle merci. Dal punto di vista della logistica, secondo Ferraris, occorre puntare sempre più sull’intermodalità e “sulla connessione con i porti, come quello di Gioia Tauro in Calabria, per premettere alle merci di arrivare in Europa in 10-12 ore”.