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Cronaca

La commissione governativa apre al ponte sullo Stretto, ma serve intesa politica

Due progetti sul tavolo del ministro Giovannini. Da quello originario già pronto ad essere avviato, all'ipotesi a tre campate. Il dibattito si sposterà presto in Parlamento, ma tra i partiti la maggioranza stenta

Sul Ponte non è detta l'ultima parola, nonostante l'estromissione del progetto dal Pnrr vista l'impossibilità di completare l'opera entro il 2026. La commissione di esperti istituita dal governo, secondo indiscrezioni, avrebbe espresso parere favorevole sull'attraversamento stabile dello Stretto, scartando di fatto l'ipotesi tunnel che per mesi ha caratterizzato il dibattito. Resta in ballo il progetto originario, su cui insiste la Regione dopo l'accordo con Webuild, e l'alternativa che propone un ponte a tre campate. Ma in quest'ultimo caso, servirebbe maggiore tempo per portare avanti tutti gli studi necessari.

Toccherà al Parlamento pronunciarsi nelle prossime settimane, in attesa che la relazione dei tecnici voluta dall'ex ministro De Micheli approdi in Aula. Uno studio di oltre duecento pagine e un centinaio tra grafici e tabelle. 

Ma se le idee sembrano più chiare rispetto al passato, quella che manca è la vera intesa politica, fondamentale per dare il via alla costruzione della tanto discussa opera. Sul fronte del No restano saldamente aggrappati gli esponenti di LeU, Movimento e 5 Stelle e Verdi così come tante sigle ambientaliste. Ma l'opera ha ricevuto anche il sostegno compatto del centro destra e del Pd. Uno scenario particolare, visto che il governo stesso è retto da una variopinta maggioranza. Ecco perchè il ministro per il Sud Mara Carfagna, auspica un patto politico. "Il Ponte sullo Stretto si può fare anche con fondi nazionali, con soldi nostri, con finanziamenti italiani. C'è vita oltre il Pnrr. Personalmente ritengo che il Ponte si debba fare, che sia un'opera strategica. E sono convinta che bisogna andare anche oltre, che bisogna promuovere una sorta di 'patto politico' largo, trasversale, su questo progetto, che consenta non solo di iniziarlo ma anche di non abbandonarlo finché non sarà completato, inaugurato e consegnato ai cittadini meridionali". 

Intanto, l'assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone, fa pressing sul governo affinché si scelga il progetto già pronto di Eurolink. "Le ultime notizie che giungono da Roma ci danno ragione - precisa l'esponente della giunta Musumeci -. La Commissione di esperti, istituita dall'ex ministro De Micheli, conferma quello che sosteniamo da sempre, cioè la bontà del progetto già esistente del Ponte sullo Stretto come unica strada per scrivere una nuova storia di Sicilia e Sud Italia. Per altro verso, l'ipotesi alternativa di Italferr del ponte a tre campate, ancorché valida e ritenuta fattibile, sarebbe però tutta ancora da impostare. Ecco perché dobbiamo partire subito dal progetto di Eurolink che WeBuild, assieme a Sicilia e Calabria, si è detta pronta a realizzare da subito. Un progetto chiavi in mano, già munito dei necessari pareri e relative autorizzazioni. Il governo Musumeci chiede che non si perda più tempo, facendo anche appello alla chiara maggioranza pro-Ponte presente in Parlamento. Oggi ci sono tutte le condizioni per passare dalle parole ai fatti".

Sulla questione è intervenuta anche il deputato di Forza Italia Matilde Siracusano che tira in ballo anche la questione risanamento. “È importante la presa di posizione del ministro Mara Carfagna a favore della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.  Questa grande opera non può essere finanziata con le risorse del Recovery Plan? Questo non preclude l’utilizzo di  altri fondi, oltre a quelli che arriveranno dall’Europa grazie al Pnrr.  Le infrastrutture - soprattutto quelle strategiche e soprattutto nel Mezzogiorno - si iniziano e si portano a termine solo se c’è una chiara volontà politica. E noi di Forza Italia riteniamo che il governo debba averla proprio sul tema del Ponte.  Oggi è una giornata importante per la Sicilia anche perché in Commissione Ambiente alla Camera si è costituito il comitato ristretto per la proposta di legge cha ha come obiettivo quello di cancellare le baraccopoli di Messina.  In quella sede ho annunciato l’accordo politico tra i proponenti e, dunque, entro la settimana avremo il testo base per andare in Aula a Montecitorio il 24 maggio, così come previsto dal calendario dei lavori.  Si avvicina un traguardo importante per la mia città, dopo numerosi rinvii che in passato hanno ingiustamente ostacolato la risoluzione di questo dramma ormai insostenibile. Il Meridione ha bisogno di risposte e di opportunità: il Ponte sullo Stretto e il risanamento delle zone disagiate di Messina sono due facce della stessa medaglia, due chiavi per la rinascita”.

Anche da Fratelli d'Italia arriva l'esortazione al governo affinchè prenda una decisione definitiva. “E’ ora - spiega il capogruppo all'Ars Elvira Amata - che il Governo nazionale, con il premier Draghi e con il ministro delle infrastrutture Giovannini, esca allo scoperto e dica chiaramente agli italiani cosa intende fare per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, infrastruttura indispensabile ed essenziale per ridurre il divario economico tra Nord e Sud”. Basta con i balletti delle dichiarazioni politiche, siciliani e calabresi sono stanchi di sentire chiacchiere – aggiunge Amata – bisogna passare ai fatti. Giovannini ha dichiarato che il Pnrr è stato chiuso e inviato a Bruxelles, che va letta con attenzione la relazione della commissione di esperti, ma il ministro non dice cosa e come vuol procedere il governo nazionale. Qual è la linea del governo relativamente al Ponte sullo Stretto? Possiamo ribadire – aggiunge Elvira Amata - la linea nazionale di Fratelli d’Italia, chiara e limpida da sempre: il Ponte sullo Stretto va realizzato affinché il Sud resti parte integrante dell’Europa. Fratelli d’Italia – conclude Amata – vuole assolutamente il Ponte sullo Stretto, attendiamo cosa dicono Draghi e Giovannini”.

   

 

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