Salini: "Il ponte si farà, spero da marzo", il legale Wwf: "Non ha idea del territorio, cominci a rinunciare alla penale"
La dura replica alle dichiarazioni all'amministratore delegato di Webuild. Dai profili di incostituzionalità del decreto legge alla questione espropri, tutto quello che non convince sul mega progetto. Notarianni: "Il suo sogno è il nostro incubo"
Un sogno per gli italiani o un incubo? Dopo le dichiarazione di Pietro Ciucci, neo amministratore delegato della Società Stretto di Messina, che a margine dell'interrogatorio come teste al processo Morandi ha dichiarato di credere al Ponte sullo Stretto come Matteo Salvini, anche Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild sprizza ottimismo. "Spero di poter dire al ministro che siamo pronti per marzo a iniziare fisicamente le opere".
"Mentre la metro era un sogno per i milanesi penso che il ponte di Messina sia un sogno per gli italiani, che deve essere realizzato esattamente come abbiamo trasformato un sogno dei milanesi in realtà - ha detto l'amministratore delegato di Webuild, a margine dell'evento di inaugurazione della stazione metro M4 San Babila a Milano - C'è una legge dello Stato che il ponte si deve fare e come tutte le leggi va obbedita. Oggi dobbiamo dare il nostro contributo come Webuild perché è previsto che Eurolink, che è un consorzio a cui partecipiamo, rinegozi con lo Stato il contratto aggiornando il progetto. Noi abbiamo già cominciato le attività di aggiornamento progettuale".
Ma proprio questi temi toccati da Salini sono quelli duramente contestati da chi ravvisa gravi profili di incostituzionalità del decreto legge convertito dopo la fiducia posta dal governo.
A cominciare dalla violazione delle norme - anche europee - sia in materia ambientale, della proprietà privata e soprattutto e della concorrenza. "Il consorzio Eurolink non esiste più - spiega l'avvocato Aurora Notarianni, legale del Wwf - per un motivo semplicissimo: era composto da cinque società (Impregilo oggi Webuild, la spagnola Sacyr, la giapponese Ihi, il consorzio Argo, la società Condotte in amministrazione straordinaria solo nello scorso mese di aprile acquistata dal gruppo Sorgente per una manciata di euro e la cooperativa Muratori cementisti in concordato) di cui due non esistono più. Non è dunque legittimo affidare un appalto così importante a un contraente generale che ha modificato i soggetti al suo interno. Ma c'è di più. Come mai se Salini è così sicuro di poter portare avanti il progetto Ponte non ha rinunciato al contenzioso pendente innanzi alla Corte d'appello di Roma rivendicando così una penale di oltre 700 milioni di euro che il Tribunale ha già negato?".
Ma sta a cuore a chi si oppone a quella che definiscono "solo una mera operazione di speculazione finanziaria" anche la questione legata agli espropri in un territorio ad alta vocazione residenziale e turistica. "Salini non ha idea dei luoghi se pensa di poter cominciare a marzo. Centinaia di persone a cui verrà tolta la propria abitazione non hanno ancora alcuna contezza delle procedure di esproprio".
Non passa in secondo piano anche la questione legata alla valutazione di impatto ambientale: "Non va aggiornata ma assolutamente rifatta. Dopo oltre cinque anni dall'esame la ViaVas non è più efficace, non possono dunque parlare di modifiche ma di una nuova valutazione", spiega Notarianni che sul sogno dei milanesi realizzato con la metro assicura: "Noi il nostro sogno ce l'abbiamo già: è quello del collegamento dinamico finanziato con 500 milioni di euro dal Pnrr che rischiano di andare perduti inseguendo quello che per Salini è un sogno e per noi invece un incubo".