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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Primo Maggio tra riflessioni e manifestazioni sindacali, "A Messina quadro drammatico delle condizioni di lavoro"

La Cgil sarà ad Acate e Portella della Ginestra, il segretario della Uil scrive una lunga analisi partendo dal valore della Costituzione

Primo maggio, Festa del Lavoro, di iniziative e riflessioni per le organizzazioni sindacali. “Saremo alle due grandi manifestazioni che si terranno in Sicilia ad Acate e a Portella della Ginestra, per rimarcare quei valori sanciti dalla Costituzione, per il lavoro, la dignità nel lavoro, contro lo sfruttamento, per la giustizia sociale e i diritti”, dichiara il segretario generale della Cgil Messina Pietro Patti che vedrà una presenza del sindacato, di lavoratrici e lavoratori del territorio, alle iniziative a Portella della Ginestra e a quella organizzata nel comune ragusano dalla Cgil e da altre associazioni tra cui Libera per riaccendere i riflettori sulla vicenda del giovane ivoriano scomparso nel nulla e sulle criticità delle condizioni di lavoro. “Un Primo maggio di lotta, contro le ingiustizie, per riaffermare l’impegno contro la mafia, per rivendicare lo sviluppo e il lavoro nei nostri territori”, dice il segretario generale della Cgil Messina che evidenzia come sarà un mese di mobilitazione sulle tematiche sociali e occupazionali. “Anche questo Primo maggio ci ricorda – prosegue Patti – come la questione occupazione, il miglioramento delle condizioni del mondo del lavoro, l’aumento dei salari, il superamento del lavoro precario siano fondamentali per le prospettive, da garantire soprattutto ai giovani”.


La riflessione di Ivan Tripodi segretario della UIl: “Il valore della Costituzione, nella ricorrenza del suo 75mo anniversario, è il tema deciso da Cgil, Cisl e Uil per la celebrazione del Primo Maggio, Festa dei Lavoratori. Si tratta una scelta felice e non casuale che, partendo dai principi e dai valori incarnati dalla Carta costituzionale e da quanto scolpito nell’art. 1 “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”, intende rilanciare come questioni nazionali le enormi e irrisolte emergenze sociali che investono e impattano sulla carne viva dei lavoratori e delle persone del nostro Paese. Pertanto, lo ribadiamo ancora una volta, il Primo Maggio di quest’anno non può certamente essere considerato un giorno di festa e di giubilo per il lavoro e i lavoratori, ma deve essere ritenuta una giornata di forte mobilitazione che, per molti versi, fotografando la realtà, sfiora l’indignazione per quello che in questa complicata e difficile fase storica vive, specie alle nostre latitudini, il mondo del lavoro e del non-lavoro. Oltre che i numeri e i dati impietosi diffusi dalle istituzioni e dalle agenzie preposte, ci basta fare quello che per noi è la normale prassi e azione quotidiana: assemblee nei luoghi di lavoro nelle quali si respira aria di pesantissima incertezza e rabbia per i salari bassi e, falcidiati dall’inflazione e dal caro-vita che non sono sufficienti a garantire il minimo indispensabile, incontri con i pensionati sempre più preoccupati per i miseri importi delle pensioni che comportano il rischio di non sopravvivere e l’assoluta impossibilità di potersi curare e di guardare con la meritata serenità alla fase della terza età e, ancora, assidui confronti con l’esercito di lavoratori precari, sfruttati e senza alcuna possibilità di “vita normale”, che, spesso e volentieri, non hanno neanche la benché minima agibilità sindacale per timore di essere licenziati". 

“Ma, come se non bastasse - continua Tripodi - nelle nostre sedi e nei nostri tanti Patronati disseminati nel territorio, strutture che praticano reale solidarietà e palpabile sostegno sociale, ci troviamo quotidianamente ad affrontare uno spaccato della vita reale fatta di donne e uomini che hanno perso il lavoro e non intravedono alcuna prospettiva occupazionale, di intere famiglie aggrappate disperatamente al reddito di cittadinanza in via di ingiusta cancellazione che, senza mezzi termini, ci dicono che temono di finire nelle grinfie di mafia e criminalità, oppure di lavoratori in nero, sfruttati, senza diritti, e che in alcuni settori rischiano giornalmente la vita per assoluta mancanza di sicurezza, e, infine, di un esercito di neet, giovani che non studiano, non
lavorano e sono considerati veri e propri invisibili con tutto ciò che questa condizione comporta in termini sociali” ha proseguito il sindacalista della Uil.- “Un quadro, quindi, fosco e drammatico che, senza sofismi, fotografa l’odierna cruda realtà sociale che vivono Messina e la sua provincia, porta del Mediterraneo, in un quadro regionale e nazionale altrettanto grave e preoccupante. Chi nega o cerca di nascondere lo tsunami sociale che sta vivendo la nostra realtà territoriale è chiaramente in colpevole malafede o vive una condizione virtuale e inesistente. Avere, pertanto, scelto di coniugare il Primo Maggio con il 75mo anniversario della Costituzione è fondamentale per rilanciare la dignità del lavoro come elemento fondante della nostra Repubblica e simbolicamente ci consente, in questo preciso momento storico, di evidenziare la necessità di salvaguardare i principi sanciti dalla Carta costituzionale sul tema dell’unità del Paese dai seri rischi di concreta spaccatura e insanabile frammentazione che caratterizza il progetto della cosiddetta “autonomia differenziata” proposto dal ministro Calderoli e sposato da tutto il governo Meloni. L’autonomia differenziata che, a nostro avviso, si caratterizza per ampi profili di incostituzionalità rappresenta un pericolo per il Sud del Paese: la cessione esclusiva alle regioni di ben 23 materie specifiche sancirà una definitiva cesura e provocherà la pressoché totale cancellazione di servizi pubblici fondamentali per i cittadini, già oggi in grande affanno, quali, ad esempio, la sanità, l’istruzione e i trasporti. Pertanto, in primis da meridionali, ribadiamo la nostra ferma opposizione e il nostro forte NO a questo disegno che, nel 75mo anniversario della Costituzione, assume un valore ancora più forte e credibile” ha continuato Tripodi.
 


 

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