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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Falsi tumori per impiantare protesi mammarie, in aula tre medici del Policlinico: la parola ai consulenti

Alle battute finali il processo a carico di tre camici bianchi, Letterio Calbo, il figlio Enrico e Massimo Marullo finiti agli arresti nel giugno del 2016. Policlinico coinvolto nella doppia veste di parte civile e responsabile

Truffa ai danni dello Stato, perizie false, ma soprattutto diagnosticavano falsi tumori o la necessità di sostituire protesi mammarie già impiantate, quando ciò non era affatto necessario con l’obiettivo di poter rifare le tette alle signore evitando così la clinica privata e appesantendo i conti dello Stato con interventi di chirurgia estetica.

E’ entrato nel pieno il processo a carico di tre medici che nel giugno del 2016, su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Tiziana Leanza, finirono agli arresti domiciliari. In aula stamani Elio Calbo, il figlio Enrico e Massimo Marullo. 

Oggi tocca ai consulenti della Procura Lino Grassi e Francesca Ventura passato in esame i dodici casi di “masectomia” nel reparto di endocrinologia diretto all’epoca dei fatti da Elio Calbo finiti nel mirino.  A preoccupare gli inquirenti era stata la facilità con la quale il terzetto procedeva a fare interventi demolitori, per poi rifare il seno, con criteri di chirurgia estetica.  Peccato che poi, gli interventi non davano il risultato sperato e bisognasse pure ripeterli. Un caso che era emerso più di tre anni fa quando una paziente si presentò dal primario di Chirurgia plastica del Policlinico di Messina Francesco Stagno d’Alcontres, per chiedere un intervento “ricostruttivo”. 

Al diniego del medico, che è stato anche parlamentare di Forza Italia, la paziente protestò spiegando che invece il professore Calbo questi interventi li aveva fatti.
 L’episodio fu segnalato dal primario alla direzione sanitaria. Di qui una lunga indagine interna, svolta anche dall’ex direttore generale Giuseppe Pecoraro, che accertò l’anomalia.
 La commissione di indagine sospese i medici per un mese e poi segnalò attraverso il dipartimento amministrativo diretto da Giuseppe Laganga il fatto alla Procura della Repubblica. Secondo gli investigatori, e in tutti i casi le donne sarebbero state all'oscuro della truffa.

I medici sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Carrabba e Piero Pollicino. Il Policlinico è coinvolto nella doppia veste: da un lato come parte civile, dall'altro come responsabile. Impegnati nella difesa gli avvocati Carmelo Scillia e Giuseppe Vadalà Bertini.

Parte civile anche una donna a cui avevano diagnosticato una neoplasia e avevano sottoposto ad intervento per ben due volte. La donna è difesa dall'avvocato Luigi Giacobbe.

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