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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Falso in bilancio al Comune, tutti assolti: rigettata anche la richiesta di risarcimento danni

La Corte d'Appello presieduta da Francesco Tripodi ha riformato la sentenza dichiarando l'assoluzione per tutti gli imputati perché il fatto non sussiste o non costituisce reato. Una prescrizione per un capo di imputazione all'ex ragioniere generale Coglitore

Tuti assolti perché il fatto non costituisce reato o perchè “non sussiste”. Anche per l'ex ragioniere generale del Comune Ferdinando Coglitore a cui hanno applicato la prescrizione per una contestazione all'accusa gestione Conto Terzi. Si chiude così il processo scaturito cosiddetta “Operazione bilancio”.

Il 5 ottobre la procura generale aveva chiesto di riformare parzialmente la sentenza dichiarando l'assoluzione per i politici mentre la conferma della condanna per i revisori dei conti e il ragioniere generale.

Oggi invece la Corte d'Appello presieduta da Francesco Tripodi ha riformato la sentenza dichiarando l'assoluzione per tutti gli imputati. Rigettata anche la richiesta di risarcimeno danni presentata dal Comune di Messina e dall'avvocato Rosario Cucinotta.

L'assoluzione con formula piena riguarda dunque Guseppe Buzzanca, Carmelo Capone, Dario Caroniti, Orazio Miloro, Giuseppe Puglisi e Roberto Sparso. Ma anche Salvatore Magazzù, Francesco Mondello, Elvira Amata, Giuseppe Corvaja, Giuseppe Isgrò, Carmelo Santalco e Giorgio Muscolino.

Assolti anche Ferdinando Coglitore, Giovanni Di Leo, Carmelo Giardina, Giancarlo Panzera e Dario Zaccone, Francesco Aiello, Antonio Amato, Attilio Camaioni, Domenico Maesano e Vincenzo Schiera. 

I giudici della prima sezione penale, presiduta da Silvana Grasso, avevano condannato l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca a un anno e 5 mesi e con lui anche consiglieri comunali, componenti della giunta e il ragioniere generale.

Difensori degli imputati sono stati Luigi Giacobbe, Nino Cacia, Antonello Scordo, Salvatore Giannone, Enza Derango, Giovanna Saia, Salvatore Silvestro, Nino Parisi, Marcello Scuria, Nino Favazzo.

Nel 2014, quando scattò l'inchiesta, furono ben 73 in totale gli indagati: tra amministratori pubblici, consiglieri comunali, funzionari di Palazzo Zanca e revisori dei conti dei 4 anni di amministrazione comunale che vanno dal 2009 al 2012. Tutti furono accusati, a vario titolo, delle ipotesi di reato di falso ideologico e abuso d’ufficio.

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