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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Falsi in bilancio al Comune di Messina, la Procura chiede l'assoluzione per tutti i politici

La sentenza è attesa per il 13 novembre dopo le requisitorie dei difensori. Chiesta la conferma delle condanne per i revisori dei conti con rideterminazione della pena per intervenuta prescrizione

Assoluzione perché il fatto non costituisce reato per tutti i politici mentre si chiede di confermare la condanna per i revisori dei conti, tranne per i capi C ed E perché estinti per intervenuta prescrizione. Sono queste le richieste della procura generale, rappresentata dal sostituto Adriana Contestabile, oggi in udienza per il processo di appello della cosiddetta “Operazione bilancio”.

La richiesta di assoluzione con formula piena  riguarda dunque Guseppe Buzzanca, Carmelo Capone, Dario Caroniti, Orazio Miloro, Giuseppe Pugisi e Roberto Sparso. Ma anche per Salvatore Magazzù, Francesco Mondello, Elvira Amata, Giuseppe Corvaja, Giusppe Isgrò, Carmelo Santalco e Giorgio Muscolino.

Conferma della sentenza impugnata nei confronti di Giovanni Di Leo, Carmelo Giardina, Giancarlo Panzera e Dario Zaccone: conferma anche nei confronti di Francesco Aiello, Antonio Amato, Attilio Camaioni, Ferdinando Coglitore, Domenico Maesano e Vincenzo Schiera con rideterminazione della pena per intervenuta prescrizione dei reati ai capi C ed E in un anno e un mese di reclusione, con conferma della già concessa sospensione condizionale della pena.

I giudici della prima sezione penale, presiduta da Silvana Grasso, avevano condannato l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca a un anno e 5 mesi e con lui anche consiglieri comunali, componenti della giunta e il ragioniere generale.

La sentenza è attesa per il 13 novembre dopo le requisitorie dei difensori Luigi Giacobbe, Antonello Scordo, Salvatore Giannone, Enza Derango, Giovanna Saia, Salvatore Silvestro, Nino Parisi, Marcello Scuria, Nino Favazzo, che saranno ascoltati tra il 13, 19 e 26 ottobre.

Alcuni dei reati contestati ai revisori sono andati in prescrizione. Nel 2014, quando scattò l'inchiesta, furono ben 73 in totale gli indagati: tra amministratori pubblici, consiglieri comunali, funzionari di Palazzo Zanca e revisori dei conti dei 4 anni di amministrazione comunale che vanno dal 2009 al 2012. Tutti furono accusati, a vario titolo, delle ipotesi di reato di falso ideologico e abuso d’ufficio.

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