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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Processo Totem, in Appello arrivano assoluzioni e pene ridotte

Parziale riforma della sentenza in primo grado del 2020. Gli sviluppi in tribunale dopo l'inchiesta dell'Antimafia su beni confiscati, scommesse clandestine e gestione dei locali della movida. Sconto di pena anche per il boss Luigi Tibia

Assoluzioni e pene ridotte. Così la corte d'Appello riscrive in parte la sentenza di primo grado, emessa due anni fa dopo l'operazione della Dda denominatata "Totem". La prima sezione penale, presieduta dal giudice Carmelo Blatti, ha rimodulato il verdetto dei colleghi dell'Assise nel processo che vedeva imputati boss e gregari mafiosi del clan mafioso del rione Giostra. L'inchiesta, coordinata dalla Dda guidata da Maurizio De Lucia, svelò la gestione di imprese confiscate alla mafia, il controllo delle scommesse clandestine e l'investimento nell'acquisto di locali, pizzerie e discoteche da parte della cosca. 

Adesso il tribunale ha assolto De Leo Santi, Forestiere Francesco e Salvo Carmelo dal reato loro ascritto per non aver commesso il fatto e Cuscinà Maddalena dal reato a lei ascritto perché il fatto non costituisce reato.

Assoluzione anche per Gugliotta Pietro e Morgante Eduardo dal reato a loro ascritto al capo 3) perché il fatto non sussiste. Nei loro confronti disposta anche la ridetermina della pena agli stessi inflitta per il reato di cui al capo 4), per Gugliotta, in anni 2 e mesi 6 di reclusione ed € 1.500,00 di multa, e, per Morgante, in anni 2 e mesi 2 di reclusione ed e 1.200,00 di multa. Assolti inoltre Aloisio Paolo, Misa Vincenzo e Smiraglia Calogero dai reati di cui ai capi 5) e 6) per non aver commesso il fatto, Tibia Luigi dalla fattispecie relativa alla intestazione fittizia della partecipazione al capitale sociale della s.a.s. "I Sapori del Mattino", di cui al capo 11), perché il fatto non costituisce reato; assolve De Leo Luciano e Tibia Luigi dalla fattispecie relativa alla intestazione fittizia della partecipazione al capitale sociale della Ti. De s.r.I., di cui al capo 11), perché il fatto non sussiste; esclusa l'aggravante di cui all'art. 7 d.l. n. 152/91.

Dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Schepis Giuseppe e Tibia Luigi per le rimanenti condotte di cui al capo 11) per essersi il reato estinto per intervenuta prescrizione; esclusa 1' aggravante di cui all'art. 7 d.l. n. 152/91 dichiara non doversi procedere nei confronti di Tibia Luigi per il reato di cui al capo 12) perché estinto per intervenuta prescrizione; esclusa in relazione al reato di cui al capo 1) la circostanza aggravante di cui all'art. 416 bis, comma 6, c.p., ridetermina la pena inflitta, a Aloisio Paolo, in anni 13 di reclusione, a Bruno Massimo, in anni 14 di reclusione, a De Leo Luciano, in anni 13 e mesi 6 di reclusione, a Lisitano Teodoro, in anni 14 di reclusione, a Mercurio Paolo, in anni 13 di reclusione, a Misa Vincenzo, in anni 12 di reclusione, a Molonia Giuseppe, in anni 13 di reclusione, a Musolino Antonio, in anni 13 di reclusione, a Schepis Giuseppe, in anni 13 di reclusione, a Smiraglia Calogero, in anni 13 e mesi 6 di reclusione e, a Tibia Luigi, in anni 19 di reclusione; esclusa la circostanza aggravante di cui all'art. 625, comma 1, n. 2 c.p., ridetermina la pena inflitta a Russo Giacomo per il reato a lui ascritto in anni 1 e mesi 10 di reclusione ed € 500,00 di multa.

L'Appello dichiara cessati gli effetti della misura cautelare in atto applicata nei confronti di Forestiere Francesco e Salvo Carmelo. Revoca le pene accessorie e la misura di sicurezza applicate a Gugliotta Pietro e Morgante Eduardo. Conferma nel resto. Entro novanta giorni il deposito della motivazione.

Dopo la sentenza, esprimono grande soddisfazione gli avvocati Daniela Agnello e Salvatore Silvestro "per l’assoluzione per non aver commesso il fatto degli imprenditori Francesco Forestiere e Salvo Carmelo. Il Tribunale li aveva condannati a 16 anni di reclusione e oggi la Corte li ha assolti con formula piena. Forestiere e Salvo hanno dichiarato: “un incubo durato tanti anni ma oggi la giustizia ha ridato onore e decoro alla nostra persona e alla nostra azienda”.

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