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Cronaca

Procuratore capo a Messina, pioggia di domande: quindici i magistrati in corsa

Il posto ambito dopo il tasferimento di De Lucia. Il Csm, nella nuova composizione, esaminerà le tante candidature dopo un periodo caratterizzato dalla modesta competizione

Ambito il posto di procuratore capo a Messina. Sono ben quindici i magistrati in corsa per il posto lasciato vacante da Maurizio De Lucia da un paio di mesi procuratore capo nella sua Palermo.

Si tratta di Carlo Caponcello, avvocato generale di Corte d’Appello a Catania; Giuseppe Francesco Puleio, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Catania;il napoletano Antonio D’Amato, in attesa di assegnazione sede ed ex membro del Csm, con esperienze al mistero della Giustizia, al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e come pm anticamorra; Rosa Raffa, procuratore aggiunto a Messina e attuale reggente dell’ufficio dopo il trasferimento di De Lucia; Salvatore Maria Curcio, procuratore capo di Lamezia Terme; il messinese Giuseppe Verzera, attualmente procuratore capo di Caltagirone,già sostituto della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina; Sebastiano Ardita, ex membro del Csm e procuratore aggiunto a Catania; Fabio D’Anna, procuratore capo di Ragusa; Luca Tescaroli, procuratore aggiunto a Firenze; Marzia Eugenia Sabella, procuratore aggiunto al Tribunale di Palermo; Vincenzo Capomolla, procuratore aggiunto a Catanzaro; Angelo Vittorio Antonio Cavallo, attualmente procuratore capo di Patti; Vito Di Giorgio, procuratore aggiunto a Messina; Pierpaolo Bruni, procuratore della Repubblica a Paola; Giuseppe Lombardo, procuratore aggiunto a Reggio Calabria.

Il Csm, nella nuova composizione, esaminerà le tante domande pervenute dopo un periodo che è stato caratterizzato dalla modesta competizione frutto anche di meccanismi correntizi che intervenivano alla preliminare spartizione, come emerso dall’inchiesta Palamara.

Possono vantare la conoscenza del territorio per i loro precedenti incarichi Ardita, D’Anna, Verzera, Cavallo, Di Giorgio.

Uniche donne Rosa Raffa e Marzia Eugenia Sabella, dal 2017 a Palermo ma aveva 26 anni quando nel luglio del 1993, un anno dopo le stragi Falcone e Borsellino, indossò la toga di magistrato.

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