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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus, monta la protesta nelle scuole. Il Garante per l'infanzia: "Le regole del ministero sganciate dalla realtà"

Fabio Costantino punta il dito contro le misure che non tengono conto delle esigenze dei ragazzi né delle strutture scolastiche. "I dirigenti costretti a passare il loro tempo leggendo circolari mentre gli studenti scontano vecchi e nuovi disagi". E su Dad e vaccinazione...

Ancora disagi e polemiche per la situazione nelle scuole legata alle nuove disposizioni anticovid e alle carenze strutturali.

Stamani la protesta è montata alla Pascoli Crispi dove genitori preoccupati hanno chiesto un incontro la dirigente Giusi De Luca che ieri, come già accaduto alla Mazzini (secondo le disposizioni ministeriali) ha vietato con una circolare, nelle classi in autosorveglianza (quelle in cui si è verificato un caso Covid, per intenderci)  “di consumare pasti a scuola a meno che non possa essere mantenuta una distanza interpersonale di almeno due metri”. Condizione che nel caso in questione, ma il problema è largamente condiviso, non può essere garantita. La preoccupazione dei genitori è legata però anche al fatto che pure la possibilità di bere sembrava essere stata messa in discussione mentre non si conoscono ancora i tempi per la riparazione della caldaia non funzionante da settimane che tiene all'addiaccio studenti e personale scolastico.

Oggi, insi piccoli studenti si sono presentati a scuola con la coperta. Tanti disagi che hanno spinto i genitori a chiedere alla dirigente di attivare la Dad. Provvedimento che - è stato spiegato - con le disposizioni in atto non è possibile applicare. La preeside si è detta però disponibile a trovare soluzioni tampone. Si è impegnata a collocare un sanificatore, da poco acquistato, per consentire la chiusura prolungata delle finestre mentre ha garantito la possibilità di bere per gli studenti che saranno agevolati anche nella consumazione delle merenda, magari nel cortile esterno all'aperto, dove possono stare distanziati.

Il clima resta comunque di malcontento generale e sono tante le segnalazioni che arrivano anche al garante per l'infanzia, Fabio Costantino, anche in relazione alle ultime disposizioni ministeriali che mettono in croce per primi i dirigenti stessi.

"Devo dire che interessante apprendere che secondo le nuovo linee guida del Ministro dell’istruzione i bambini della classe in cui è stato registrato un positivo non posso consumare la merenda tranne che non si rispettino 2 metri di distanza.  I presidi della nostra città non hanno potuto fare altro che adeguarsi alle nuove direttive ed emanare le relative circolari.  Mi sembra che si gestisca il virus solo con le carte bollate; il Comitato tecnico scientifico è staccato dalla realtà".

Cosa ne pensa della lettera dei presidi?

"I dirigenti scolastici hanno ragione. Chi prende le decisioni sulla scuola non entra in un Istituto scolastico da anni. I dirigenti scolastici passano più tempo a leggere le circolari e a segnalare alle Asp quanto richiesto che a occuparsi delle attività della scuola stessa. Bisognerebbe ascoltarli di più perché ogni territorio ha le due specificità.  Ad esempio a Messina la maggior parte degli istituti scolastici è datato e nonostante gli interventi di adeguamento, non soddisfano i criteri di sicurezza per il covid così come per altro. Mancano palestre, biblioteche, l’aula Magna spesso sacrificate per fare spazio a nuove classi.  I bambini che fanno ginnastica nei corridoi o nelle aree comuni è di una tristezza infinita".

Cosa manca?

"Nelle scuole non ci sono giardini, non c’è verde a volte è difficile vedere il cielo ed in molte aule non arriva neanche il sole. L’affettività dei bambini ha bisogno di “ luoghi d’anima”, come li chiama Jung, per esprimersi e raccontarsi e nel brutto, nonostante l’impegno degli insegnanti, la loro anima non parla, tace.  Sono preoccupato per il silenzio di questa generazione".

Lei è per la scuola in presenza o per la DAD?

"Non mi appassiona più questo dibattito, mi sembra che anche su questo tema non ci resta che essere pro o contro. Ma io mi chiedo esiste una scuola non in presenza? Cosa si intende però per presenza? La presenza non è solo un luogo fisico dove ci si ritrova ma è un luogo affettivo dove condividere ed essere riconosciuti. I nostri bambini sono spesso soli e distanti anche quando sono in classe e purtroppo tutto questo non dipende da loro. La pandemia non ci ha solo distanziati ma ci ha divisi e questo Paese e la nostra stessa città in particolare purtroppo sono esperti di divisioni. Le ragioni della sicurezza e della prudenza non sono più importanti della didattica così come quest’ultima non supera la prima. Non si affronta il tema della scuola sposando l’ideologia perché spesso quest’ultima rischia di distaccarci dalla realtà. Per la scuola si è fatto pochissimo; questo dato è sotto gli occhi di tutti".

Sulla vaccinazione?

"Io ho vaccinato i miei tre figli ed il primo,di poco più di 16 anni, ho già fatto la terza dose. È lui che ci ha chiesto a giugno di vaccinarsi e dopo esserci informati lo abbiamo sostenuto. Farò così anche per gli altri due seguendo la scienza e non le fake news. Ho avuto numerose segnalazioni sulla vaccinazione a scuola ed è a tutt’ora pendente un procedimento presso il Garante della Privacy per un esposto promosso da genitori messinesi circa il progetto portato avanti nelle nostre scuole dall’ufficio commissariale".

E lei cosa ne pensa?

"Che non condivido la metodologia utilizzata che rischia di generare divisioni tra i ragazzi e le famiglie. Nel nostro Paese nessun atto medico su un minore, e la vaccinazione lo è, può essere eseguito senza il consenso dei genitori.  Ho scritto io stesso, insieme agli operatori del commissario, il modulo che si usa nei nostri Hub vaccinali per la vaccinazione ai bambini. Pertanto la campagna informativa dovrebbe essere rivolta ai genitori e non ai ragazzi. Le posso dire con assoluta certezza che la stragrande maggioranza dei ragazzi è favorevole alla vaccinazione, perché rivogliono la loro vita. sono piuttosto i genitori ad avere paura e ad essere diffidenti anche a causa di una campagna informativa assurda. Questi progetti rischiano di generare ulteriore divisione tra ragazzi e famiglie senza raggiungere l’obiettivo".

Cosa bisogna fare

Un tavolo di lavoro con i Presidi, i rappresentanti degli studenti, le istituzioni politiche e sanitarie.  Il dialogo è faticoso, non sempre le mediazioni sono possibili, ma bisogna ascoltare le ragioni di tutti perché nessuno ha la soluzione in tasca ma insieme si può fare meglio. Il mio lavoro di psicoterapeuta mi ha insegnato che ascoltare è più difficile che parlare ma nessuno è mai rimasto uguale dopo aver sentito l’altro soprattutto quando è tanto lontano da noi.  Solo l’ascolto accorcia le distanze. 

Quando finirà? 

"La pandemia da Covid finirà a breve, come la storia ci insegna, ma resteranno le macerie di un periodo che faremo fatica a dimenticare.  Non finirà a breve però la pandemia parallela al covid che ha colpito nostri i nostri bambini ed i nostri giovani fatta da sofferenza emotiva e solitudine; di questo dovremo occuparci ancora per anni".

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