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Cronaca

La quarantena ridotta per i non vaccinati, nuove regole e prospettive sul calo dei contagi

Dopo un contatto con un positivo passa a 5 giorni: il provvedimento vale per chi non ha sintomi. Per i vaccinati, invece, è prevista solo l'autosorveglianza

Passa da dieci a cinque giorni la quarantena per le persone non vaccinate che sono entrate in contatto stretto con una persona positiva. La stessa cosa vale per chi ha effettuato solo il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni. Questo quanto prevede una circolare del ministero della Salute che aggiorna le misure di quarantena e autosorveglianza per i contatti stretti. Secondo il provvedimento, che si applica comunque a persone che non manifestano sintomi, la cessazione della quarantena è condizionata all'esito negativo di un test finale rapido o molecolare. Inoltre è obbligatorio indossare Ffp2 anche per i cinque giorni successivi.

Nel dettaglio, la misura dei cinque giorni di quarantena nei casi di contatti stretti (ad alto rischio) con positivi, si legge nella circolare, si applica ai "soggetti asintomatici non vaccinati o che non abbiano completato il ciclo vaccinale primario (abbiano cioè ricevuto una sola dose di vaccino delle due previste) o che abbiano completato il ciclo vaccinale primario da meno di 14 giorni" e "ai soggetti asintomatici che abbiano completato il ciclo vaccinale primario o che siano guariti da precedente infezione da Sars-Cov-2 da più di 120 giorni senza aver ricevuto la dose di richiamo".

L'autosorveglianza per i vaccinati

Diverse sono invece le disposizioni per chi ha la totale copertura vaccinale e ha fatto anche la dose booster o è guarito negli ultimi 120 giorni. In questi casi è disposta, come era già previsto da una precedente circolare del 31 dicembre scorso, solo l'autosorveglianza di cinque giorni e l'obbligo di indossare la mascherina Fffp2 per dieci giorni in tutto. Sempre se non sono emersi sintomi, non serve un tampone negativo in uscita, così come già prevedeva il decreto di fine dicembre.

Nella circolare si legge: "Per i contatti stretti asintomatici che abbiano ricevuto la dose booster, oppure abbiano completato il ciclo vaccinale primario nei 120 giorni precedenti, oppure siano guariti da infezione da Sars-Cov-2 nei 120 giorni precedenti, oppure siano guariti dopo il completamento del ciclo primario, non è prevista la quarantena e si applica la misura dell'autosorveglianza della durata di 5 giorni".

È prevista poi l'effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare per la rilevazione di Sars-Cov-2 alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell'ultimo contatto stretto con soggetti confermati positivi al Covid-19. "È fatto obbligo - conclude la circolare - di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo Ffp2 per almeno 10 giorni dall'ultima esposizione al caso". 

Contagi e ricoveri in calo, ma il virus circola e l'attenzione deve rimanere alta. "Si entra in una fase più favorevole, in cui le risorse sanitarie potranno essere ribilanciate verso la cura delle patologie gravi e la prevenzione", ha spiegato il commissario all'emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo. Secondo Figliuolo, "senza l'accelerazione sul booster ci sarebbero state ben altre conseguenze, anche sull'economia. Una quarta dose per ora non è prevista: se necessario in futuro, se non ci saranno emergenze, si farà in farmacia o dal dottore".

Quando caleranno i contagi covid?

Le nuove misure dettata da una fase critica dell'epidemia  che sembra volgere al termine, secondo gli esperti. Ma quando caleranno i contagi in maniera netta? A partire dalla seconda metà di febbraio il numero dei nuovi casi covid potrebbe cominciare a diminuire, mentre a fine marzo potrebbe ridursi il carico sugli ospedali, ma è ancora presto per veder scendere il numero dei decessi. È l'analisi di Carlo La Vecchia, docente di statistica medica dell'università di Milano. A incoraggiare è il calo progressivo dei ricoveri, sia nei reparti ordinari sia nelle unità di terapia intensiva. Un ottimo segnale, tanto quanto lo è l'indice di contagio Rt, ormai sotto uno in tutte le rilevazioni.

L'incognita della variante Omicron Ba.2

"È probabile che in primavera e in estate avremo un lungo periodo di tranquillità, anche se resta il punto interrogativo dei contagi - ha detto l'esperto -. Il numero dei casi positivi scenderà soprattutto fra la seconda metà di febbraio e metà marzo, anche se resta l'incognita dell'arrivo della sotto-variante Ba.2 della Omicron". Secondo La Vecchia, in Italia potrebbe accadere quanto è avvenuto nei paesi in cui questa sotto-variante ha circolato di più, come Danimarca e Gran Bretagna, dove si è registrato un maggior numero di casi ma non di ricoveri.

Se la sotto-variante, appena identificata in Italia, non dovesse diffondersi nel nostro paese, "a marzo i casi positivi potrebbero scendere a poche migliaia", ma se la Ba.2 si espanderà, allora "il numero dei casi resterà alto". Per avere una riduzione dei decessi è necessario aspettare ancora un po', considerando che il loro numero viene definito come "tutti coloro che muoiono entro 28 giorni dalla diagnosi di positività". Di conseguenza, ha osservato La Vecchia, difficilmente scenderà in tempi brevi. In generale, secondo l'esperto, si può prevedere "un carico ridotto sugli ospedali a fine marzo. A quel punto la decisione sulla fine dello stato di emergenza sarà solo politica", prosegue il docente di statistica medica dell'università di Milano.

Le prospettive per l'estate e l'autunno

Con l'arrivo della bella stagione e le temperature più alte dell'estate si possono ipotizzare "settimane nelle quali i numeri dell'epidemia saranno bassi", argomenta lo studioso. Uno scenario, ha proseguito, nel quale avranno il suo peso sia il 90% della popolazione vaccinata, sia coloro che hanno avuto l'infezione da Omicron e che potrebbero verosimilmente essere più numerosi dei sei milioni finora registrati.

L'autunno probabilmente "sarà più tranquillo rispetto a quelli del 2020 e del 2021", anche se "difficilmente il virus Sars-CoV-2 scomparirà. La malattia potrebbe continuare a esistere, ma in forma sempre meno grave, salvo l'improbabile arrivo di una variante più contagiosa e aggressiva". In sostanza il virus potrebbe avviarsi a diventare endemico, vale a dire che resterà una sorta di "sottofondo di frequenza di questo virus che, come tutti i virus respiratori, aumenterà d'inverno. Se la malattia clinica resterà moderata, il Sars-CoV-2 potrà diventare uno dei virus respiratori che conosciamo".

Fonte: Today.it
 

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