Street art, la Madonna piange anche a Bordonaro
Martedì l'inaugurazione con il vescovo Accolla del murales realizzato dagli studenti del liceo artistico Ernesto Basile. Un'opera che ricorda il miracolo a Siracusa ma anche quello atteso da una comunità che non vuole stare ai margini
Una lunga lacrima azzurra come il colore degli occhi tristi e profondi di una Madonna che guarda lontano. La testa coperta da un velo bianco e tutto intorno una esplosione di colori che vanno dall’azzurro al giallo.
E’ il murales realizzato per la chiesa della Madonna a Santo Bordonaro, a cura del liceo artistico Ernesto Basile di Messina splendidamente guidato da una preside illuminata, Giuseppina Prestipino.
Si tratta di un lavoro programmato con il parroco di Bordonaro, padre Giuseppe Di Stefano, che fa riferimento ad un prodigio avvenuto a Siracusa nel 1953 e riconosciuto in pochi mesi dalla Chiesa.
La lacrimazione della Vergine da un quadro di gesso, avvenuta nell’agosto del 1953 nella città siciliana, fu vagliata scientificamente e giudicata inspiegabile da una commissione presieduta da un ateo. La Chiesa riconobbe la prodigiosità dell’evento in breve tempo e nel 1994 san Giovanni Paolo II consacrò il Santuario meta ogni anno di milioni di pellegrini.
Il lavoro è stato seguito dai professori Guglielmo Bambino, Gabriella Foti e Daniela Zaffino, che hanno le classi di pittura del liceo artistico, e che hanno raggruppato una decina di ragazzi per realizzare il murales. Il tutto in una zona chiamata case gialle, una delle più martoriate della città, dove l’impegno per ridimensionare i disagi non è mai abbastanza.
Il murales è stato realizzato in due giorni di duro lavoro dopo settimane di ideazione e progettazione su carta. Ieri è stato completato e “condiviso” dal quartiere con grande partecipazione.
Martedì 21 la benedizione ufficiale del vescovo di Messina, monsignor Giovanni Accolla, alle ore 19.30.
Una grande opera, dunque, che ha un doppio valore.
L'arte è sempre una possibilità di recupero di aree che altrimenti sarebbero abbandonate. Questo non significa che tutta la street art sia bellezza, quando queste opere infatti sono commissionate e diventano arredo urbano è importante, come in questo caso, che rispecchino i canoni estetici dei cittadini che si vedono apparire queste opere di fronte alla loro finestra.
La street art è scoppiata a Messina qualche anno fa con murales giganteschi, realizzati nella zona del porto e 53 pensiline decorate da giovani artisti grazie al finanziamento della comunità europea e la sapiente guida di Sergio Todesco ed Enrica Carnazza.
L’inizio è stato “Blu”, poi sono arrivati Kuma, Jiulieta, Tofi, Vanflower e molti altri, magari con nomi meno fantasiosi, accolti con ammirazione dagli appassionati e un po’ di sconcerto tra la popolazione.
Oggi campeggiano orgogliosi raccontando la bellezza ma anche i drammi di quartieri che decadono. Ma che non smettono mai di cercare la bellezza e la rivincita.
Guarda il video-intervista con padre Giuseppe Di Stefano