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Cronaca Gazzi / Policlinico di Messina

Genitori di un neonato donano gli organi del piccolo: al Policlinico tre prelievi fra luglio e agosto

Nonostante la pandemia i casi di generosità proseguono. La soddisfazione del responsabile del reparto Puliatti: "Nel caso del neonato anche i colleghi della Terapia Intensiva Neonatale hanno svolto un grande lavoro, a riprova tra l’altro dell’importanza del sistema di coordinamento che già da anni stiamo seguendo”

Anche il periodo estivo, nonostante la recrudescenza della pandemia, ha fatto registrare importanti riscontri sul fronte della donazione di organi presso l’A.O.U. Policlinico “G. Martino” di Messina. Tra luglio e agosto, infatti, sono stati effettuati 3 prelievi, portando così a 8 il totale dall’inizio del 2021. 

“I prelievi – spiega Francesco Puliatti, responsabile del Coordinamento per la Donazione ed il Trapianto Organi e Tessuti dell’A.O.U. – hanno riguardato persone giovani e, addirittura, un neonato i cui genitori hanno dimostrato un’incredibile forza d’animo e una grande generosità, al pari dei parenti di tutti gli altri donatori. In un caso, poi, è stato possibile eseguire il prelievo perché il consenso era stato espresso già in vita dalla persona deceduta, confermando come questa procedura sia particolarmente importante e vada sempre più promossa. 

Anche in questo periodo così delicato, il personale dell’Azienda si è dimostrato sempre prontissimo a intervenire ed è grazie alla professionalità dimostrata, unita alla disponibilità dei donatori, se oggi altre persone in tutta Italia hanno riacquistato il sorriso e la speranza. Nel caso del neonato anche i colleghi della Terapia Intensiva Neonatale hanno svolto un grande lavoro, a riprova tra l’altro dell’importanza del sistema di coordinamento che già da anni stiamo seguendo”.

“In una fase - afferma Antonino Levita, Direttore sanitario dell’A.O.Ù. ‘G. Martino’ - qual è quella che stiamo vivendo da un anno e mezzo, in cui il Covid ha messo tutto il sistema sanitario sotto pressione, non è semplice lavorare, tuttavia la diffusione della cultura della donazione non può subire rallentamenti. Anzi, proprio la pandemia con le sue tristi statistiche sui decessi, ci ricorda il valore della vita umana e deve farci riflettere su quanto possa essere importante permettere ad altre persone di superare gravi patologie, rispetto alle quali il trapianto rappresenta l’unica soluzione”.

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