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Cronaca

Covid, si va verso la "fase estiva" ma aumentano le reinfezioni (e c'è chi è più a rischio)

Casi in diminuzione in tutte le fasce d'età, così come ospedalizzazioni e decessi, ma aumentano le reinfezioni, con alcune parti di popolazione più a rischio di altre

La pandemia in Italia è in una fase discendente, con i nuovi casi di positività al Covid in diminuzione. Ormai è da un mese che i nuovi casi settimanali sono meno della settimana precedente, un contesto "estivo" favorito dai cambi di abitudine degli italiani che si spostano più all'aperto, in situazioni quindi in cui il contagio è reso più difficoltoso. Anche le ospedalizzazioni sono in calo, sia nei reparti di terapia intensiva che in quelli ordinari, mentre i decessi continuano una lenta, ma più o meno costante, discesa. In questo contesto, Omicron 2 (BA.2) è la variante che al momento circola di più in Italia e in Europa e la sue caratteristiche stanno favorendo le reinfezioni, che sono ancora una quota minore, ma sono in aumento.

Il trend di casi, decessi e ospedalizzazioni

I nuovi casi di positività si confermano in diminuzione: i nuovi casi degli ultimi sette giorni sono stati quasi il 29% in meno dei sette giorni precedenti. Come si vede dai grafici sotto, questo andamento dura da circa un mese a questa parte: in media, negli ultimi sette giorni ci sono stati in media circa 21.400 nuovi casi di positività, rispetto alla media di 30mila di una settimana fa. 

Secondo l'ultimo report dell'Istituto superiore di sanità, rispetto alla settimana scorsa la percentuale dei casi di Covid-19 segnalati nei bambini e ragazzi in età scolare (0-19 anni) è stabile rispetto al resto della popolazione e si attesta al 19%. Risulta in diminuzione il tasso di incidenza e il tasso di ospedalizzazione in tutte le fasce d'età under 19. Dall'inizio dell'epidemia 3,9 milioni di casi nella fascia di età 0-19, di cui 18.636 ospedalizzati, 413 ricoverati in terapia intensiva e 57 deceduti. Questa settimana è in leggera diminuzione, rispetto alla precedente, la percentuale di casi Covid tra gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione (2,5%).

Riguardo le ospedalizzazioni, il tasso di occupazione dei pazienti Covid nelle terapie intensive è stabile al 3% come da dieci giorni a questa parte, mentre il tasso di occupazione delle aree mediche non critiche è al 9%, in diminuzione rispetto al 10% di una settimana fa.

Anche i decessi sono in diminuzione: il totale dei decessi covid registrati nell'ultima settimana è stato inferiore dell'11% rispetto alla settimana precedente, anche se il ritmo della diminuzione è in calo. In media, negli ultimi sette giorni ci sono stati circa 92 decessi al giorno, rispetto ai 105 di una settimana fa. 

La diffusione di Omicron 2

Omicron 2 risulta ormai virtualmente l'unica variante di Sars-CoV-2 circolante nel nostro Paese. In particolare nell'ultima indagine rapida del 3 maggio condotta dall'Istituto superiore di sanità e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, il sotto-lignaggio BA.2 rappresenta il 93,83% tra le varianti di Omicron circolanti, come nel resto d'Europa. Sono anche state rilevate 12 sequenze riconducibili a BA.4 e 6 sequenze riconducibili a BA.5, pari allo 0,47% e 0,41% del totale delle sequenze di Omicron rilevate.

Le reinfezioni in aumento e chi rischia di più

Nell'ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi Covid segnalati risulta pari al 6,5%, in leggero aumento rispetto al 6% della settimana precedente. Come si legge nel report esteso dell'Istituto superiore di Sanità dal 24 agosto 2021 al 25 maggio 2022 sono stati segnalati 502.029 casi di reinfezione, pari al 3,9% del totale dei casi notificati. Il motivo è la circolazione della variante Omicron e delle sue caratteristiche evolutive, che la rendono più "sfuggente"  al nostro sistema immunitario. Tuttavia, il numero sostenuto di reinfezioni, ha sottolineato l'Istituto superiore di sanità con il monitoraggio "non è associato ad un aumento dei casi severi". L'analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021 (data considerata di riferimento per l'inizio della diffusione della variante Omicron), evidenzia un aumento del rischio di reinfettarsi:

  • Nelle persone che hanno avuto la prima diagnosi Covid da oltre 210 giorni, rispetto a chi si è infettato tra i 90 e i 210 giorni precedenti;
  • Nei non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni;
  • Le donne rispetto agli uomini: il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile - analizza l'Istituto superiore di sanità - può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico (>80%), dove viene effettuata un'intensa attività di screening;
  • I più giovani, dai 12 ai 49 anni, rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni. Verosimilmente il maggior rischio di reinfezione nelle fasce di età under 50 è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce over 60. E ovviamente più a rischio risultano gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione.

fonte Today.it 

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