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Cronaca

Archeologia, tornano a “casa” i reperti trafugati a Lipari

Il direttore del Museo Allard Pierson di Amsterdam, ha restituito alla Soprintendente del Mare della Regione siciliana,  38 pezzi illecitamente sottratti da un relitto. Il recupero nel 2015 grazie a Sebastiano Tusa

Trentotto reperti archeologici trafugati a Lipari potranno tornare a casa.

Il 18 ottobre 2021, alle ore 11, negli uffici dell’Arsenale della Soprintendenza del Mare dell’assessorato Regionale Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, il prof. Wim Hupperetz, direttore del Museo Allard Pierson di Amsterdam, ha restituito alla Soprintendente del Mare della Regione siciliana,  Valeria Li Vigni, 38 reperti archeologici illecitamente sottratti da un relitto scoperto nel 1957 sui fondali della “Secca di Capistello” di Lipari.

Il recupero ha avuto origine nel 2015, quando il professore Sebastiano Tusa, in occasione di una visita presso il Museo olandese in qualità di Soprintendente del Mare, riconobbe i fondali marini della “Secca di Capistello” di Lipari come provenienza dei 38 reperti archeologici, segnalando la vicenda al Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Palermo, che a sua volta informava la Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto per lo sviluppo di un’immediata attività d’indagine.

Successivamente, nel 2020, la Direzione del Museo olandese e la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana hanno stipulato un accordo di collaborazione per la restituzione dei reperti archeologici e l’Autorità Giudiziaria competente ha rilasciato il relativo “nulla osta alla restituzione dei reperti al Museo di Lipari con procedura amministrativa”, archiviando il procedimento penale.

Oggi, grazie al compianto Sebastiano Tusa, alla disponibilità del prof. Wim Hupperetz e alla costante e incessante collaborazione sinergica tra il Nucleo TPC e la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, vengono restituiti alla collettività – ancora una volta – beni di assoluto valore storico-culturale, originari di una Regione ricca di vestigia del passato, i cui siti archeologici terrestri e i fondali marini, oltre a essere depredati, vengono troppo spesso gravemente e irrimediabilmente danneggiati.

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