Rfi azzera procedure di gara per le tre nuove navi “dual fuel”: "Scelta politica miope e irresponsabile"
Si annuncia battaglia contro una scelta che appare “politica” e legata alla costruzione del Ponte sullo Stretto. "E' una ulteriore dimostrazione che il governo italiano e società pubbliche come Rfi non vogliono realizzare collegamenti efficienti al Sud ma semplicemente utilizzare risorse per progetti miopi e di breve durata, obsoleti già in partenza"
Ancora non c’è nemmeno il progetto esecutivo, neanche la società Stretto di Messina conosce “la completezza generale e la congruità rispetto alle previsioni del Decreto” ma già brucia risorse e crea danni al territorio.
E’ clamorosa la notizia dell’annullamento da parte di Rfi della gara europea per la realizzazione di due navi "dual-fuel" tecnologicamente avanzate per il traghettamento sullo Stretto di Messina e si annuncia battaglia contro una scelta che appare “politica”, “imposta dal ministero” e legata alla costruzione di un’opera astratta, qual è quella del Ponte sullo Stretto.
Una scelta che sicuramente toglie risorse – oltre 52 milioni di euro finanziati anche dal Pnrr - destinate a uno sviluppo sostenibile per sacrificarle alla costruzione di una infrastruttura dalla fattibilità tecnica tutta da dimostrare insieme al ritorno economico-finanziario e dall’impatto titanico in un’area ad alto valore ambientale per il quale si sta lavorando per chiedere iscrizione nella World Heritage List.
"E’ l’ennesimo scippo per l'area dello Stretto nel silenzio delle Regioni Calabria e Sicilia”, è l’attacco del comitato 'Invece del ponte, Cittadini per lo sviluppo sostenibile dell'Area dello Stretto'. "Nei giorni scorsi, - si spiega - con un tratto di penna, è stato stoppato l'iter avviato dal Ministero delle infrastrutture il 7 Marzo 2022. Scriveva il ministero appena 20 mesi fa che per migliorare e rendere efficiente l'attraversamento del nostro Mare Stretto, con interventi quantificati in complessivi 510 milioni di euro, realizzando nuove navi e migliorando le infrastrutture a supporto, sarebbe stato possibile entro il 2027 ridurre i tempi di attraversamento ferroviari a solo un'ora e cinque minuti. Ed è stato dimostrato da pubblicazioni internazionali che, con la sola razionalizzazione dei treni e dei traghetti esistenti, si otterrebbero senza alcun costo e senza nessun investimento gli stessi risparmi di tempo attesi dal ponte nell'attraversamento dello Stretto. Oggi apprendiamo che Rfi ha fatto una clamorosa marcia indietro. Una rinuncia inammissibile, un ulteriore atto che mortifica ancora una volta i cittadini ed il nostro territorio, utile soltanto alla propaganda del devastante progetto del ponte, ennesimo ricatto alle popolazioni siciliane e calabresi nel silenzio di tutte le Istituzioni. Una dimostrazione che l'insensato progetto del ponte non attira investimenti a supporto, ma prosciuga le risorse pubbliche destinabili alle infrastrutture del Sud e dell'intero Paese, come denunciato da Ance e Corte dei Conti”.
Il piano per l'attraversamento dinamico dello Stretto in PDF
Tesi ribadita oggi anche ai microfoni di Prima Pagina su Radio3 da Nino Conti Nibali, esponente del Comitato “Invece del Ponte” che anche contro questa decisione protesterà partecipando alla manifestazione nazionale il 2 dicembre a Messina (corteo alle 15 da piazza Cairoli) che vede anche la partecipazione di Arci Messina, Cgil Messina, Comitato Noponte Capo Peloro, Italia Nostra Messina, Legambiente Messina, Messina Bene Comune, Messina in progresso, Resistenza Poetica, Rete degli Studenti medi Messina, Symphonia Laus, UDU Messina, UISP Messina, WWF, Europa Verde, M5Stella, Pd, Sinistra Italiana.
Che fine faranno ora i 52 milioni di euro del Pnrr che erano stati destinati al collegamento dinamico? Fonti accreditate le vedono già dirottate al valico di Susa ma a prescindere dalla destinazione, il problema sullo Stretto rimane perché sul “collegamento dinamico” avevano creduto tecnici e ambientalisti con motivazioni emerse anche durante le audizioni alla Camera per il Ponte sullo Stretto.
L’invito all’'Italia a concentrarsi sull'attuazione del Pnrr, che è un "problema di grande urgenza" e lasciare perdere "questioni secondarie" come il Ponte sullo stretto di Messina è un monito che aveva lanciato anche il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, facendo infuriare la Lega, che lo aveva accusato di "remare contro" il Paese. Accuse che ora si vorrebbe rispedire al mittente dal momento che lo Stretto rischia di perdere consistenti risorse per l’attraversamento dinamico finanziato complessivamente con 510 milioni di euro, il più ampio investimento nell’area dello Stretto effettuato dallo Stato da molti anni a questa parte e che prevedeva, oltre una nuova nave per il collegamento tra la Sardegna e la Sicilia, anche navi e treni veloci ed ecologici, nonché la riqualificazione delle stazioni ferroviarie di Messina, Reggio e Villa San Giovanni e il potenziamento di approdi e stazioni marittime.
"E' una scelta politica insana quella di spostare le risorse economiche verso le opere che comportano la realizzazione di strade, ponte e gallerie bucando le montagne rispetto alla realizzazione di navi veloci e green che darebbe slancio alla cantieristica navale italiana e creerebbe veri posti di lavoro. Mentre a New York si provano già i taxi volanti e nel mondo partono già le consegne con i droni noi carichiamo il nostro territorio di altri fori, trafori e cemento", spiega il legale del Wwf Aurora Notarianni. "E' una ulteriore dimostrazione che il governo italiano e le società pubbliche italiane come Rfi non vogliono realizzare collegamenti efficienti al Sud ma semplicemente utilizzare risorse per progetti miopi e di breve durata, obsoleti già in partenza".