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Cronaca

Coronavirus, riaprono i musei ma con poca sicurezza

La Fp Cgil contesta la carenza di dispositivi di protezione per il personale dei siti culturali

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MessinaToday

Nel corso del confronto tenutosi con il dirigente del servizio Orazio Micali, sono emerse numerose criticità rispetto alle modalità di riapertura a causa della mancanza di risorse per l’acquisto dei DPI e delle relative misure di sicurezza 
 
"Apprezziamo molto la proposta del dirigente Orazione Micali che intende mettere in atto tutte le procedure possibili per tutelare la salute dei dipendenti, dell’ufficio e del personale di custodia mediante una linea di indirizzo univoca per la modalità di gestione per l’accesso,  le precauzioni igieniche generali, le modalità di distanziamento e di accesso con contingentamento e prenotazioni. Per fare ciò  oltre che per la pulizia e sanificazione dei locali, la sanificazione dei climatizzatori, l'acquisto di termoscanner, di divisori tra una scrivania e l'altra se occorrenti, etc servono le risorse necessarie che devono essere ancora quantificate ed assegnate  ai dirigenti dei servizi e siamo consapevoli del fatto che le poche risorse destinate a ciò sono del tutto insufficienti". Questo il commento del segretario generale della FP CGIL, Francesco Fucile e del responsabile del Dipartimento regionale Rosa Raffa, al termine della riunione tenutasi con il dirigente Arch. Orazio Micali per discutere della riapertura del Museo Regionale di Messina.

La Fp Cgil si è impegnata ad investire delle problematiche emerse nel corso della riunione la propria segreteria regionale per chiedere con forza i provvedimenti idonei da parte del Dipartimento BB.CC. e I.S. Stante la situazione, infatti, ad oggi Fucile e Raffa ritengono impensabile  il rientro del personale in ufficio e l'apertura del Museo di Messina se non prima saranno adottati tutte le misure di sicurezza. L'Arch. Micali ha rappresentato anche la problematica dei lavoratori Asu, ad oggi in sospensione ai quali, ad oggi, è richiesto di recuperare le ore non lavorate. Al riguardo la Fp Cgil ha rappresentato che con nota della propria segreteria regionale indirizzata a All’Assessore alla Famiglia e alle Politiche S. e del Lavoro,  All’Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità siciliana, Al Presidente Commissione V - Cultura, Formazione e Lavoro e  ai Gruppi Parlamentari Assemblea Regionale Siciliana ha chiesto l'avvio delle procedure per la stabilizzazione di questi lavoratori e ha, tra l'altro, chiesto  l’emanazione di una circolare che contenga l’impegno assunto dal Governo circa il non recupero delle ore per quei dipendenti che non sono stati utilizzati in “smart working” e collocati in sospensione dell’attività forzatamente.   

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