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Cronaca Sant'Agata di Militello

Tragedia del caicco, rientrerà lunedì la salma di Eugenio Vinci

Si aspetta il nulla osta delle autorità locali. Il rientro dal'aeroporto di Catania per poi arrivare a Sant'Agata Militello dove sono state sospese tutte le manifestazioni estive. Le indagini sul gas tossico che ne ha provocato la morte

Arriverà lunedì dall'aeroporto di Catania, dopo aver ottenuto i nulla osta dalle autorità, la salma di Eugenio Vinci, il  manager santagatese morto per l'intossicazione da monissido di carbonio sul caicco in cui era in vacanza con amici e parenti. La salma arriverà poi a Sant'Agata di Militello, dove intanto l’amministrazione comunale ha sospeso lo svolgimento di tutte le manifestazioni estive. 

Intanto migliorano lievemente le condizioni dei bambini ricoverati in terapia intensiva a Spalato, ieri i medici hanno provato ad estubarli ed a risvegliarli dal coma indotto, la mamma è stata dimessa

Una tragedia che comincia a definirsi dopo le prime indagini della polizia locale.  Si presume che l’armatore Zoran Bauk, 23 anni, volesse risparmiare sui costi della manutenzione della barca e per questo non avrebbe rispettato nessuna norma di sicurezza l'installando un generatore a benzina, dal quale si è sprigionato il gas tossico.

Una leggerezza, che è costata la vita al cinquantasettenne ed intossicato 5 persone , tra cui due bambini di 4 e 11 anni.  

Il proprietario del caicco Atlantia e lo skipper Jerko M. 27 anni, entrambi croati, hanno installato l'8 agosto il generatore previsto per uso esclusivamente in aree aperte e arieggiate, acquistato per  700 euro, dopo il guasto di quello originale.

La barca era prenotata dalle tre famiglie siciliane a dodici mila euro per una settimana di vacanze. I due sono stati arrestati mercoledì sera,dopo l'ispezione effettuata da testimoni esperti del Centro di indagine forense, Ivan Vucetic di Zagabria, insieme alla polizia e al DORH. Giovedì, dopo essere stati interrogati dall'ufficio di un procuratore distrettuale, sono stati rilasciati. “Vi è il ragionevole sospetto che l'8 agosto, a Omiš- dichiara la Procura-  il primo sospettato, di 23 anni, e il secondo, un comandante di navi di 27 anni, congiuntamente e previo accordo, contrariamente alle disposizioni del codice marittimo, abbiano installato un'unità generatore di gas, con aria nella sala macchine, il raffreddamento provoca la fuoriuscita di monossido di carbonio e altri gas tossici come sottoprodotto della combustione della benzina e l'inalazione di questi gas provoca la morte”. “Finora non ci sono prove concrete e complessi esperti devono ancora essere attesi per dimostrare la causa delle gravi conseguenze- ribadisce l'avvocato Kristo- l'accusa, che non ha nemmeno chiesto una prigione investigativa , è cauta”.

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