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Cronaca

Emergenza acqua, quattro anni dopo attendono il risarcimento dall'Amam

La class action sulla crisi idrica del 2015 sarà discussa al tribunale civile il prossimo settembre. In quattrocento attendono il pagamento danni dall'azienda comunale ma la procedura deve ancora essere ammessa dai giudici

Quei venti giorni senza un goccio d'acqua per lavarsi, siamo tra ottobre e novembre 2015, in quattrocento non li hanno ancora dimenticati. Anzi aspettano un risarcimento dell'Amam, l'azienda meridionale acque, che non sarà milionario (chiedono 25 euro al giorno a persona, 50 euro per ogni bambino e anziano coinvolto) ma comunque importante se mai sarà concesso.

Quattro anni fa e non fu un caso il maltempo provocò la frana a Calatabiano che danneggiò la condotta del Fiumefreddo gestita proprio dall'Amam da dove parte il rifornimento idrico per Messina. Quasi quattro anni dopo è settembre il mese dell'udienza fissata al tribunale civile che non deciderà sul risarcimento ma sull'ammissibilità della class action proposta dall'Unione nazionale consumatori.

Per la crisi idrica il governo allora guidato da Matteo Renzi aveva proclamato lo stato di emergenza, i lavori iniziarono in ritardo e le condizioni del territorio complicarono le cose a causa delle piogge di autunno. I tecnici dopo aver seguito gli interventi per il bypass che da Calatabiano consentì alla condotta del Fiumefreddo di portare l’ acqua in città avevano coordinato le opere di salvaguardia della cittadina catanese dal dissesto idrogeologico.

Sull’ emergenza idrica del 2015 finita anche su tv e giornali internazionali venne aperta un'inchiesta della procura, il Codacons aveva presentato un esposto a Palazzo Piacentini come solleciti e denunce piovute da molte associazioni dei consumatori che presentarno ricorsi per ottenere il risarcimento danni. 

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