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Cronaca

"Lasciata in sala d’attesa in attesa con paziente Covid”, anziana rinuncia alla Tac per protesta

E' accaduto ad una signora all’ospedale Papardo in attesa di esame diagnostico. Che ora chiede il rimborso per l'esame non effettuato e chiarimenti sulle procedure

Proteste al Papardo ieri pomeriggio dove una anziana ha rifiutato di sottoporsi a una Tac prenotata da tempo perché messa in coda ad un paziente Covid arrivato in emergenza. La donna, accompagnata dalla figlia, è uscita dalla sala d'attesa del reparto di radiologia, contestando la promiscuità dei pazienti Covid con quelli no covid.

Lo scontro è continuato anche all'ufficio ticket, quando l'anziana ha chiesto il rimborso per l'esame non effettuato ma le è stato negato pretendendo che ritornasse al reparto per farsi certificare la mancata esecuzione della Tac. Una possibilità che la donna non ha voluto tenere in considerazione preoccupata per un eventuale contagio, che nel suo caso avrebbe significato anche una ricaduta dal momento è ha contratto il Covid qualche mese fa.

"Mi chiedo come è possibile pensare di contenere i contagi - segnala la famiglia - se nell'ospedale stesso non ci sono percorsi diversi per chi non ha il virus".

Di certo non finisce qui. La signora ha già annunciato una protesta formale con richieste di chiarimenti sulle procedure al direttore sanitario.

"Mia madre ha contratto il Covid pochi mesi fa - continua la figlia - e certo è terrorizzata perché sono stati momenti terribile. Una ricaduta non è certo quello che ci vuole e non bastano le rassicurazioni di chi allo sportello spiega che 'tanto ormai l'ha preso e non può più contrarlo' perché sappiamo che non è sempre così. Tra l'altro, oltre all'opportunità di non fare sostare nella stessa area, non hanno dato neanche contezza sui tempi per la sanificazione della sala Tac".

La dirigenza medica del reparto chiarisce che esistono percorsi differenziati per le procedure diagnostiche che si effettuano nell’unità operativa. Sono due le macchine per la Tac e l’apparecchio adibito alla valutazione dei soggetti covid positivi è dotato di un meccanismo di autoaccensione e autospegnimento. Quest’ultimo si verifica dopo un intervallo di tempo, circa mezz’ora, durante il quale viene azionato un sistema di sanificazione dell’ambiente atto a eliminare ogni possibile fonte di contagio.

Secondo i responsabili, il disguido è legato al fatto che era presente in servizio solo un operatore tecnico radiologo, per questo la signora è stata messa in coda.

Una rassicurazione che non convince gli interessati. “Passi per la sanificazione e l’apparecchiatura diversa della Tac ma perché rimanere nella stessa sala d’attesa? - è la richiesta senza spiegazioni - Una persona sta attentissima ad evitare contatti, ti costringono a rispettare tante prescrizioni per tutelare te stesso e gli altri, poi ha bisogno dell’ospedale e si ritrova nella stessa stanza con un positivo. Non mi sembra l’approccio ideale. Spero non accada nulla e spero tanto che faatti come questi non succedano più”.

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