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Cronaca

Fuori dal carcere la moglie del boss Lo Piccolo, è “ospite” in una struttura di Messina

Rosalia Di Trapani sta scontando 8 anni per estorsione aggravata. Prima dell'emergenza le è stato diagnosticato un tumore. La misura alternativa per motivi di salute viene rinnovata di mese in mese. Istanza di scarcerazione negata invece a Romina Casamonica che resta a Gazzi

Anche Rosalia Di Trapani, la moglie del boss di San Lorenzo, Salvatore Lo Piccolo, condannata a 8 anni per estorsione aggravata, ha ottenuto gli arresti domiciliari per gravi motivi di salute, non a casa - perché per la sua pericolosità le è assolutamente vietato mettere piede a Palermo - ma in una struttura di Messina. Tuttavia, come ormai sta emergendo in molti casi simili, a dispetto delle liste e degli allarmi, il Coronavirus ancora una volta non c’entra proprio nulla.

Alla donna, 72 anni, a novembre – dunque ben prima dello scoppio della pandemia - era stato infatti diagnosticato un tumore, per il quale, dopo mille difficoltà, è stata sottoposta ad un intervento soltanto a metà febbraio all’ospedale Cannizzaro di Catania. A quel punto i suoi avvocati, Alessandro Campo e Salvatore Silvestro, hanno chiesto al tribunale di Sorveglianza di Messina una misura alternativa al carcere. E, nell’attesa, appena due giorni dopo l’intervento, Di Trapani è tornata proprio in cella. E lì è rimasta, seppure immunodepressa e dunque altamente a rischio in caso di contagio, anche quando è poi scoppiata l’epidemia, cioè fino al 18 marzo.

E’ in quella data, infatti, che i giudici le hanno concesso e solo per un mese, eventualmente rinnovabile fino alla prossima udienza, gli arresti domiciliari in una struttura di Messina, in attesa che l’Asl ne trovi una adatta per assicurarle le cure. Cosa che ad oggi non è ancora avvenuta. Di Trapani sta facendo dei cicli di radioterapia e al momento viene ogni volta accompagnata con la scorta da Messina all’ospedale di Catania. Una situazione che peraltro crea dei problemi anche alla struttura dove è reclusa, perché potenzialmente potrebbe essere proprio lei, entrando ed uscendo, a portare il virus e a contagiare gli altri ospiti.

Ricostruendo i fatti, dunque, anche se il nome di Rosalia Di Trapani è tra quelli contenuti nella lista dei 376 scarcerati "eccellenti" al vaglio dei nuovi vertici del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, il suo caso non ha nulla a che vedere con il Covid-19.

E al carcere di Gazzi resta invece Romina Casamonica

Resta invece in carcere, sempre a Messina, un altra detenuta doc. Si tratta di Giovannina Casamonica, detta 'Romina', la 43enne arrestata nel luglio 2018 dai carabinieri di Frascati nel corso dell'operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, 'Gramigna', che ha portato al maxiprocesso al clan attivo nella Capitale e che vede oltre quaranta imputati con accuse che vanno dall'associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, all'estorsione, l'usura e detenzione illegale di armi.

La donna, che in passato ha avuto problemi di salute, è ancora detenuta nel carcere di Messina, a differenza di quanto riportato da organi di stampa, con le accuse di estorsione aggravata dal metodo mafioso e reati di droga.

Nelle scorse settimane il suo difensore Mario Giraldi aveva presentato una prima istanza per chiedere i domiciliari che era stata respinta. Nei giorni scorsi il penalista, spiega all'Adnkronos, ha richiesto una relazione sulle condizioni di salute della sua assistita per poi valutare se presentare una seconda istanza di scarcerazione. "Sto aspettando una relazione dal direttore sanitario del carcere di Messina sulla base della quale poi deciderò se presentare una nuova istanza" afferma il legale.

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