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Cronaca

Carenze d'organico, confermata la mobilitazione dei dipendenti Unicredit

Il 29 luglio incroceranno le braccia gli impiegati delle filiali di Messina e provincia. La protesta culminerà con un sit-in organizzato da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Sinfub. Si parla di un taglio di 10mila posti di lavoro

Si prospetta un lunedì caldo per il settore bancario di Messina e provincia. Il 28 luglio, infatti, i dipendenti Unicredit sciopereranno per denunciare la carenza di personale che comporta pesanti carichi di lavoro. La protesta, organizzata dalle rappresentanze sindacali Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Sinfub, culminerà con un sit-in davanti la sede Unicredit di via Garibaldi. 

Il prossimo piano industriale della società bancaria nel triennio 2020-2023 prevederebbe una riduzione dell’organico di circa 10.000 unità. 
Probabili le ricadute sul territorio messinese.

"È l’ennesimo appello del settore bancario messinese che non vive un momento felice e la realtà è sotto gli occhi di tutti -  afferma Antonio Mangraviti, segretario provinciale della First Cisl di Messina -. La chiusura della Banca d’Italia, la grave situazione di DoValue ex DoBank, la difficoltà degli istituti specializzati di credito e della riscossione di tributi, i piani industriali delle banche commerciali che tagliano indistintamente senza valutare le chiare potenzialità di sviluppo che certamente anche il nostro territorio esprime".

Il segretario della First evidenzia anche il quadro messinese. "Le iniziative a rilevanza sociale delle banche sono positive – continua – ma si registra la difficoltà del sistema ad interpretare le esigenze del territorio. La vera e prioritaria funzione sociale delle banche deve essere esercitata attraverso la gestione caratteristica, cioè la vecchia funzione della raccolta e degli impieghi anche e soprattutto in un periodo di 'tassi negativi' che dovrebbe favorire l’accesso al credito. Questo è il ruolo sempre attuale delle banche e la modalità concreta di entrare in relazione con gli stakeholders ovvero con portatori di interessi quali la comunità locale, le imprese, i lavoratori e la clientela. Viceversa, con lachiusura di agenzie, si assiste alla perdita di una realtà che favorisce lo sviluppo economico- sociale del territorio. Non esiste “turn over”, il criterio del rapporto di tre a uno sulle assunzioni (una ogni tre uscite), in realtà viene adottato solo nel nord Italia. Anche in campo
finanziario esiste, quindi, “una questione meridionale” e lo sviluppo del Paese passa attraverso la soluzione di questa storica questione; il sistema finanziario pertanto dovrebbe impegnarsi in tal senso, ma di questo, al momento, a parte formali dichiarazioni, non si
avverte alcuna traccia".

Sulla vertenza interviene anche la Fisac Cgil. "Un esempio di attacco - spiega la segretaria Marcella Magistro .  tra i tanti del settore del credito oggi può essere rappresentato dal nuovo prossimo piano industriale di Unicredit 2020-2023 che prevederebbe una riduzione dell’organico di circa 10.000 unità, da realizzarsi prevalentemente nell’ambito delle sedi italiane. Per questo a Messina in un’assemblea di tutte le lavoratrici e i lavoratori Unicredit che hanno ascoltato le criticità e i bisogni, si è arrivati al punto di aprire una vertenza locale chiedendo all’azienda una modalità di lavoro più umana e di conseguenza un aumento di organico, per organizzare il lavoro a beneficio di tutte/i gli operatori, ma anche dell’Azienda stessa e della clientela, in controtendenza con una politica aziendale che dichiara esuberi e prevede riduzione del personale”.

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