Cosa sappiamo di Viviana Parisi, tutte le tappe di un giallo con tre ipotesi
Dall'uscita di casa con Gioele all'incidente in autostrada dove lascia l’auto in una piazzola di sosta per poi scomparire. I misteri e le piste al vaglio degli inquirenti
E se il piccolo Gioele fosse morto nell’incidente in galleria? Si chiuderebbe così il cerchio, si giustificherebbe così l’assurdo gesto della mamma di lasciare la macchina in autostrada dopo il sinistro col furgone di alcuni operai per allontanarsi a piedi, disperata, oltre la galleria, nei boschi, per poi togliersi la vita.
E’ la nuova ipotesi al vaglio degli inquirenti coordinati dal procuratore di Patti Angelo Cavallo, sulla morte della dj 43enne scomparsa col figlio di 4 anni il 3 agosto e ritrovata morta cinque giorni dopo. L’autopsia sul corpo ormai in avanzato stato di decomposizione non ha dato risposte nell’immediato ma necessita di più tempo per completare rigorose analisi e nuovi accertamenti che sono stati disposti ieri.
Del piccolo nessuna traccia, nonostante il dispiegamento di forze che crescono, si sono aggiunti nuovi cani molecolari e i cacciatori di Sicilia specializzati nella ricerca di latitanti, e si concentrano nell’area in cui è stato ritrovato il cadavere di Viviana Parisi perché ormai è (quasi) certo che il piccolo fosse con lei. Inizialmente le indagini avevano valutato anche l’ipotesi che la donna potesse averlo lasciato a qualcuno nella breve tappa di ventidue minuti fatta a Sant’Agata di Militello ma alcune immagini di un impianto di videosorveglianza privata mostrerebbero il bambino vivo e tranquillo con lei sulla Opel Corsa prima di riprendere l’autostrada in direzione Palermo.
Ma ripercorriamo passo dopo passo la storia e le ipotesi in base ai nuovi elementi che per l'avvocato venuti stanno dando una accelerazione nelle indagini che seguono diverse piste: dal suicidio, all'incidente fino all'omicidio.
Il giorno della scomparsa
E’ la mattina del 3 agosto quando Viviana dice al marito che uscirà per comprare le scarpette al piccolo Gioele al centro commerciale di Milazzo. Aveva già preparato qualcosa per il pranzo, aveva tagliato dei pomodori pronti per il sugo. Daniele Mondello le chiede se vuole essere accompagnata e la risposta della donna è “perché non ti fidi?”.
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Uno scambio di battute che nasce dal momento delicato che Viviana sta attraversando, difficoltà che durante il lockdown hanno preso il sopravvento con paure ancestrali di perdere il figlio e anche il marito per il coronavirus ma anche per l’impossibilità di andare a trovare i genitori legata all’emergenza Covid. In questi giorni è emerso con chiarezza che Viviana era “depressa”, componenti della famiglia hanno anche utilizzato l’espressione “manie di persecuzione”. Resta il fatto che il male di vivere si era in qualche modo impadronito di lei che con determinazione cercava di vincerlo aggrappandosi all’amore per il figlio, per la famiglia, per la musica che aveva messo da parte nei primi anni della nascita di Gioele e di recente anche nella fede, cercando luce e risposte anche nella lettura della Bibbia.
L’auto abbandonata in galleria
Fatto sta che quella mattina Viviana esce da sola con Gioele. Il marito non la vedrà andare via perché è già a cento metri da casa, nella cantina dove il dj Daniele Mondello lavora, prova la “sua” musica.
A pranzo, invece del ritorno di Viviana e del sugo da completare, arriva la telefonata. La macchina di Viviana è ferma in autostrada, nella galleria di Pizzo Turda a Caronia. La polizia stradale allertata dopo l’incidente è giunta sul posto ma l’auto è stata abbandonata, a bordo non c’è nessuno.
Si è detto subito che si era trattato di un “banale” incidente. Viviana era nella corsia di sorpasso quando le fiancate si sono toccate. Gli operai del furgone con cui si è verificato il sinistro, come prima cosa pensano a mettere in sicurezza il tratto per evitare ulteriori incidenti con le auto che sopraggiungono. Il tempo di prendere il triangolo ed effettuare qualche manovra, vedono la donna uscire dalla galleria in lontananza e con la luce in fondo al tunnel che non facilità la visione, non sono in grado di stabilire se fosse da sola o col bambino in braccio.
Le testimonianze… a metà
Sulle altre testimonianze di automobilisti di passaggio non c’è ancora certezza. Si parla di una telefonata al 112 che allerta sulla presenza di una donna con bambino che cammina sola in autostrada. Ci sono poi dei palermitani che hanno raccolto la testimonianza di viaggiatori che si sarebbero addirittura fermati per aiutare lei e il piccolo ma di questi testimoni non c’è traccia. I palermitani che hanno riferito l’episodio hanno saputo indicare solo il colore dell’auto di chi ha fatto il racconto ma non hanno numero di targa né altri elementi utili per rintracciarli. Per questo, ai testimoni, a chiunque possa aver visto qualcosa, è ora rivolto l’invito del procuratore a farsi avanti. Appello lanciato anche dal marito. Da loro potrebbero davvero arrivare elementi decisivi per comprendere meglio cosa è accaduto e in che condizioni erano Viviana e il piccolo Gioele dopo l’incidente.
Che ci faceva a Caronia?
La prima domanda per la famiglia e gli investigatori è stata: cosa ci faceva Viviana a Caronia, a tanti chilometri di distanza da dove aveva detto di andare, il centro commerciale di Milazzo? Secondo il legale della famiglia Pietro Mondello, la donna voleva forse raggiungere la Piramide di Motta d’Affermo, il monumento a cielo aperto della Fiumara d’Arte. Una ipotesi avvalorata dal fatto che nei giorni precedenti Viviana aveva chiesto spesso notizie sul posto, forse per poterlo raggiungere, ma evidentemente non aveva avuto voglia di condividere la decisione con la famiglia forse per evitare ostacoli al suo progetto.
La breve tappa a Sant’Agata senza pagare al casello
Il tratto fra Venetico, da dove è partita, e il posto in cui avverrà l’impatto in galleria subisce anche uno stop: ventidue minuti a Sant’Agata di Militello dove probabilmente si è fermata per fare rifornimento. Con un’altra anomalia: non paga l’uscita dal casello. Si era smarrita? Non era lucida perché qualcosa l’aveva già turbata? Di certo era ancora con il bambino e riprende l’autostrada andando incontro a quel “banale” incidente che cambierà la sua storia.
Il suo corpo verrà ritrovato cinque giorni dopo a un chilometro e mezzo di distanza dall’incidente, nelle campagne di Caronia. Restano aperte tutte le domande. Come è morta Viviana? Si è tolta la vita perché era accaduto qualcosa di irreparabile al suo bambino o che lei aveva considerato tale?
Incidente o omicidio-suicidio? Tutte le ipotesi al vaglio degli inquirenti
"Sono solo ipotesi - spiegano gli investigatori - non escludiamo che il piccolo Gioele seduto sul seggiolino di protezione, magari allacciato male o non allacciato, possa avere battuto la testa in maniera letale. Ribadiamo, non c'è niente di certo, ma sono ipotesi di cui abbiamo parlato".
Ma in questo caso perché avventurarsi per un chilometro e mezzo nei boschi? Viviana era troppo attaccata al bambino per non chiedere aiuto. Si sarebbe rivolta ai due addetti alla manutenzione con cui si era scontrata. Allontanarsi in questo caso significa danneggiare il bambino, condotto lontano dalla possibile fonte di soccorso. Cosa è passato dunque nella sua testa in quei terribili momenti in cui è evidente che c’è stato un corto circuito nei suoi pensieri? O forse il piccolo è morto ad opera della mamma che poi si sarebbe uccisa, lanciandosi dal traliccio che svetta dove è stato ritrovato il suo corpo?
Anche questa è una ipotesi degli inquirenti che contemplano pure quella del possibile rapimento, la più remota. Così come non è esclusa quella di un incidente. Forse Viviana è caduta accidentalmente dal pilone in cui si è arrampicata (anche se è stato detto di non aver trovato tracce della sua presenza) per sfuggire all’aggressione di qualche animale (oltre i cinghiali presenti nella zona, la cognata ha parlato di due cani Rottweiler che circolano liberi nell’area che è di proprietà privata) o perché aveva perso il bambino e voleva avere una visione dall’alto per ritrovarlo.
Dov’è Gioele?
In tutte queste ipotesi, la domanda principe è ora: dov’è il piccolo Gioele? O il suo corpicino? I giorni di pioggia dopo la loro scomparsa possono averlo trascinato via senza lasciare nessuna traccia? Possono avere gli animali della zona “cancellato” anche solo un indizio della sua presenza?
Ieri anche il nuovo sopralluogo del procuratore Cavallo dove c'è un casolare, a Torre del Lauro a Marina di Caronia, a circa 400 metri dal luogo del ritrovamento di Viviana Parisi. Per oltre due ore il magistrato ha partecipato al sopralluogo con la polizia scientifica e le unità cinofile della Polizia. Ad accompagnare Cavallo anche una unità Usar. Usati anche dei droni ma “non c’è nessuna novità”, è stato il commento del procuratore. Anche oggi, sotto il sole di ferragosto, si cerca senza sosta nelle campagne che costeggiano l'autostrada A20.
A tanti giorni dalla scomparsa, tante le ipotesi ancora aperte. La disperazione è tanta che perfino l’aiuto di veggenti e sensitivi è ben accolto per la famiglia - sostenuta ora dai legali Pietro Venuti e Claudio Mondello - che spera ancora di poter riabbracciare il piccolo.