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Cronaca

Lo scontro del sindaco con i librai in piazza del Popolo, scattano le denunce incrociate

Muro contro muro dopo la richiesta (non attuata) di sequestrare i volumi dalle bancarelle durante il tour dei quartieri. I responsabili del circolo PickWick dai carabinieri. Storia di una disputa che parte da lontano

E’ destinato a finire in Tribunale lo scontro che si è consumato ieri in piazza del Popolo fra il sindaco di Messina, Cateno De Luca e i librai che allestiscono bancarelle con volumi di seconda mano in concomitanza con il mercatino biologico.

I responsabili dell’associazione “Circolo PickWick” Renato Ciraolo e Carlo Calligari si sono presentati ieri pomeriggio davanti ai carabinieri per formalizzare quanto accaduto e ipotizzando il reato di abuso d’ufficio.

Già ieri, dopo un video girato sui social che ha scatenato l’indignazione anche del consigliere comunale Salvatore Sorbello e del presidente di Arcigay Messina, Rosario Duca, il sindaco in diretta facebook ha ricostruito i fatti per rispondere alle polemiche annunciando una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale e accusando di provocazioni e atteggiamenti mafiosi i venditori di libri che ormai da tempo si riuniscono nella piazza, soprattutto dopo la chiusura del mercatino delle Pulci a Giostra.

 “A Piazza del Popolo possono stazionare solo i titolari di aziende agricole, per la vendita diretta di prodotti bio”, ha spiegato insieme all’assessore Dafne Musolino e al comandante dei vigili urbani Giovanni Giardina che nella vicenda ha avuto un ruolo chiave.

Verso le 8, infatti, con la squadra dei vigili urbani, Giardina era già stato nella piazza ed aveva invitato i librai a non montare le bancarelle. Indicazioni rispettate in un primo momento dai venditori che hanno detto però di voler parlare con il primo cittadino che da lì a breve sarebbe stato in piazza per il suo tour dei quartieri.

Ma quando De Luca è arrivato, le bancarelle era montate e si è scatenato il muro contro muro.

“Un atto di sfida e una violazione delle leggi sul commercio”, è la chiave di lettura del sindaco “A quel punto abbiamo dovuto provvedere con la verbalizzazione e avremmo potuto procedere anche con un sequestro che però non c’è stato”.

Uno di loro, secondo il racconto del sindaco, si è lanciato in frasi di sfida come “questo sindaco senza p…” riprendendo col telefonino.  Da qui un nuovo parapiglia.

“Nonostante le offese ricevute ho disposto che venisse bloccato il sequestro anche perché da parte loro c’è stata la ritirata, come è giusto che sia. Che ora facciano girare video parziali mi dispiace. A questo punto procedo con denuncia per offesa a pubblico ufficiale e occupazione abusiva del suolo pubblico. Tutto questo non c’entra con la cultura”, ha concluso tirando in ballo anche lo storico Franz Riccobono che era presente. “Mi dispiace sia sceso in difesa dell’illegalità, lui e altri benpensanti…”.

Dichiarazioni a cui fanno ora da contraltare quelle dei due responsabili dell’associazione PickWick che contestano l’iniziale richiesta di sequestro dei libri e rivendicano la loro presenza pluriennale dell'appuntamento domenicale con i libri usati esposti sulle bancarelle di piazza Lo Sardo. “Non solo un passatempo ma un'occasione culturale”, è la loro posizione.

Ciraolo e Calligari hanno allegato alla denuncia anche una serie di documenti che mostrano contatti con la polizia municipale e la dirigente comunale Salvatora Rattazzi, del dipartimento dei servizi imprese. “Già a giugno ci è stato confermato che non abbiamo obblighi contabili e fiscali”, spiega a MessinaToday Ciraolo.

“Per quanto riguarda l’occupazione del suolo pubblico - scrivono anche nella denuncia - avremmo dovuto incontrare l’assessore del Comune, Dafne Musolino, ma non ci ha mai risposto”.

La loro “filosofia” è contenuta tutta in una lettera che hanno mandato a giugno alla segreteria dell’assessore, per spiegare le finalità della loro attività e la contrapposizione con i vigili in merito “all’interpretazione del Codice della strada”

“Per vari motivi – scrivono - i libri esposti hanno lasciato gli scaffali del primo lettore, per giacere dimenticati col rischio del macero, finché qualcuno non li raccoglie e li rimette a disposizione di un fortunato lettore. Infatti, senza l'opera di raccolta, che presuppone una rete di conoscenze basata sulla fiducia, senza la custodia e l'attività logistica di rigattieri amatoriali sappiamo che saremmo privati di libri introvabili e non più editi ed invece acquisibili a pochissimo costo. L'umile bancarella col riuso – continua la nota - fornisce un servizio all'ambiente, con un modesto compenso da lavoro procura un sollievo economico, con la rinnovata circolazione dei libri offre un contributo culturale. L'unità vitale della bancarella si realizza in tutte le fasi, in quella dell'ambiente, in quella del lavoro, in quella della cultura. Sull'esempio di iniziative di scambio di libri, per reagire ai colpi della pandemia con la lettura, abbiamo dato alla nostra comunità di lettori esistente di fatto da anni abbiamo dato il nome di circolo Pickwick. Ma il fatto di riunirci pur con queste finalità in uno spazio pubblico, esercitando diritti di libertà costituzionali  con vantaggio di tutti e nessun danno, ci crea problemi con i vigili urbani per l'interpretazione del Codice della Strada, che poco c'entra con i nostri appuntamenti domenicali – continua la lettera - In un incontro con la dottoressa Rattazzi del dipartimento dei servizi imprese ci è stato confermato che l'attività temporanea ed occasionale di rigatteria non comporta né obblighi contabili né fiscali. In due incontri con l'ispettore dell'annona, signor Cifalà, abbiamo convenuto che la soluzione di definire la natura della nostra iniziativa esula dalle sue prerogative. Per questo – concludono - richiediamo l'intervento dell'assessore competente”.   

Adesso forse chiariranno la disputa una volta per tutte.

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