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Cronaca

Scuola in presenza: “Le aule sono il posto più sicuro, basta allarmismi che fanno male ai nostri giovani”

L'appello a istituzioni e prefetto sulla necessità per tutti gli studenti di fare ritorno in classe: “Non basta la sola difesa ad oltranza dal contagio, occorre tener conto anche degli effetti che restrizioni e chiusure comportano per gli studenti”

“Se veramente si ha a cuore il presente e il futuro delle nostre comunità non si può e non si deve prescindere dalla ripresa in presenza delle lezioni”. Ne è sempre più convinto il comitato Scuola in presenza che - mentre è in corso la riunione in prefettura per valutare la stituazione epidemiologica in vista della possibile riapertura nelle scuole - lancia un appello a tutte le componenti del tessuto sociale, alle Istituzioni sanitarie, al Prefetto e alle amministrazioni locali invitandoli a tener conto non solo “alla difesa ad oltranza dal contagio” ma anche agli effetti che "restrizioni e le chiusure, relativamente alla Scuola, comportano per gli studenti”.

Una battaglia, quella di “Scuola in presenza”, checaratterizza il neo comitato nato come gruppo su facebook che ha calamitato in questi lunghi mesi l'interesse e l'attenzione di centinaia di persone: insegnanti, genitori, studenti, operatori sanitari e avvocati che hanno chiare le conseguenze di una chiusura che rischia di avere risvolti ben più gravi della pandemia stessa.

“Come comitato Scuola in Presenza - si legge in una nota - esprimiamo grande preoccupazione nei confronti delle voci che riguardano il rientro a scuola dopo le vacanze natalizie per gli studenti di ogni ordine e grado. Riteniamo opportuno ricordare la assoluta necessità che tutti gli studenti possano fare ritorno in classe, nel rispetto delle misure cautelari messe in atto dal Comitato Tecnico-Scientifico, dal Miur e dal Governo per il contrasto e il contenimento dell’epidemia da Sars-CoV-2. I rischi del contagio sono ormai noti a tutti. Riteniamo, tuttavia, che non lo siano altrettanto quelli legati all’emergenza didattico-educativa che stiamo vivendo. Se veramente si ha a cuore il presente e il futuro delle nostre comunità non si può e non si deve prescindere dalla ripresa in presenza delle lezioni. I danni che si stanno facendo alle nuove generazioni - continua il comitato  - rappresentano qualcosa che stiamo già pagando e pagheremo a caro prezzo in futuro, quando, come tutti ci auguriamo, l’emergenza sanitaria verrà superata. Chiediamo – afferma il presidente del Comitato, Cesare Natoli – di tenere in debito conto come l’orizzonte di senso delle azioni da esse intraprese non possa essere improntato alla sola difesa ad oltranza dal contagio ma che debbano tenere nella giusta considerazione gli effetti che le restrizioni e le chiusure, relativamente alla Scuola, comportano per gli studenti”.

Infine, un appello accorato anche al mondo dell’informazione, affinché abbandoni una narrazione dell’epidemia che racconti prevalentemente solo fatti ed eventi che tendono ad allarmare la popolazione e che essa venga invece improntata alla diffusione delle evidenze scientifiche pubblicate dalle più importanti riviste internazionali. “Evidenze che dimostrano da mesi come la Scuola sia un luogo molto più sicuro di altri, in termini epidemiologici - conclude la nota -  come la circolazione del virus tra la popolazione studentesca sia estremamente bassa e come lo stesso contagio dai giovani agli adulti sia molto ridotto. Risultati, peraltro, confermati anche dall’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, che attesta come la presenza di focolai nelle scuola, da settembre a dicembre 2020 sia intorno al 2% del totale. Occorre un cambio deciso di prospettiva – continua Natoli -  le scuole aperte non sono un problema dall’8 gennaio. Lo sono state, chiuse, sino a quella data”.

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