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Cronaca

Scuole e Covid, Sip chiede un protocollo unico di tracciamento: “Evitiamo che sindaci e Asl usino male la loro autonomia”

Il presidente del Comitato e rappresentante della Rete Nazionale Scuola in Presenza sollecita il ministero a imporre regole chiare e uguali per tutte le Regioni: “Il teorema colore zone-vaccini-dad va assolutamente smontato, tenendo soprattutto conto del binomio  salute psicologica-scuola garantita sempre”

Un protocollo unico di tracciamento per tutte le Regione che tenga conto della situazione sanitaria evitando che sindaci e Asl usino male le prerogative di autonomia sulla chiusura delle scuole.

E’ la richiesta che parte dal presidente del Comitato Sip di Messina Cesare Natoli in vista del nuovo anno scolastico.

“Da indiscrezioni di stampa relative alle imminenti decisioni del Consiglio dei Ministri sulla Scuola,  emergono due dati di segno opposto -  afferma Cesare Natoli  che è anche rappresentante della Rete Nazionale Scuola in Presenza - Il primo, che come Comitato SIP e Rete Nazionale Scuola in presenza accogliamo con favore, è il fatto che con il passaggio delle Regioni in zona gialla o arancione non scatterà più in automatico nella scuole  la DAD; un segnale importante, che testimonia come il Governo abbia tenuto conto dei gravi danni didattici, sociali  e psicofisici evidenziati lo scorso anno dall’uso prolungato dell’insegnamento a distanza  Sottolineiamo però – e questo è il secondo aspetto – che occorre vigilare affinché i sindaci, cui restano le competenze in materia sanitaria e scolastica individuate dal Tuel,  non adottino  misure più stringenti in maniera preventiva, come spesso è accaduto lo scorso anno, specie in alcune regioni del sud, ma che tali provvedimenti vengano presi solo in caso di reale e documentato pericolo, ovvero solo in presenza di estesi focolai nelle Scuole (e non, in generale, nel comune di Pertinenza)”.

Sip chiede dunque al Ministero della Sanità un protocollo unico di tracciamento per tutte le Regioni, che tenga conto della migliore situazione sanitaria, raggiunta anche grazie al progresso della campagna vaccinale.

“Il rischio da evitare – insiste Natoli - è il seguente: la questione del potere affidato ai sindaci sarà indissolubilmente legato ai pareri della sanità locale, che, a sua volta, potrà scegliere di adottare, come è purtroppo spesso avvenuto lo scorso anno, un approccio eccessivamente prudenziale. Approccio che legittimerebbe eventuali scelte chiusuriste dei sindaci, spesso pronti a cavalcare demagogicamente paura e bisogni securitari privi di fondamento scientifico. Il teorema colore zone-vaccini-dad va invece assolutamente smontato, tenendo soprattutto conto del binomio  salute psicologica-scuola garantita sempre. La sanità locale va investita della responsabilità della malattia peggiore che sta colpendo in questi mesi i giovani. Per peggiore si deve intendere invalidante, più difficilmente guaribile, pericolosa per l'incolumità e con un trend inarrestabile di crescita. Tra il Covid e la malattia psichica, per il giovani, non c’è alcun dubbio che la seconda sia estremamente più pericolosa. E la sanità pubblica locale va fortemente responsabilizzata in questo. La scuola – conclude il presidente di Sip - ha un ruolo protettivo della salute degli studenti e se i sindaci chiuderanno per volere della sanità territoriale allora questa deve assumersi per intero l’onere di aver bilanciato in modo sbagliato i rischi per la salute psicofisica dei minori con quelli del contenimento del virus”.

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