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Cronaca

Caos scuola, perché le nuove regole su Dad e quarantena non valgono già da oggi per tutti

Le disposizioni entrano in vigore a partire da oggi, lunedì 7 febbraio 2022, ma col weekend di mezzo molte Regioni non sono riuscite ad adeguarsi e attendono le Asl, nonostante le norme siano retroattive. Miozzo, ex Cts: "Complessità che è assolutamente ingovernabile"

Scuola e covid, le nuove regole su quarantena e Dad sono operative a partire da oggi, lunedì 7 febbraio 2022. Entrano in vigore le novità previste dal decreto approvato lo scorso 2 febbraio. Tuttavia la gestione dei contagi nelle scuole sta facendo impazzire genitori, presidi e insegnanti. E il fattonche il decreto sia stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo venerdì non ha dato il tempo a molte Regioni di adeguarsi all'istante. Oggi sarà una giornata complicata.

"Mi sembra che sia necessaria una laurea in Filosofia della scienza per comprendere e applicare queste disposizioni - dice oggi Agostino Miozzo, ex "capo" del Cts - Immagino i professori, i dirigenti di istituto e i genitori che si devono orientare in questa complessità che è assolutamente ingovernabile e non gestibile. Nella gestione del Covid a scuola siamo ancora a 'carissimo amico'". Vediamo cosa succede in queste ore, chi torna in classe e chi dice addio per sempre alla ormai famigerata didattica a distanza.

Scuole, le nuove regole da oggi

Ecco il quadro delle regole, cosa cambia in teoria già da oggi: all'asilo nido e nella scuola dell'infanzia si continua a frequentare in presenza fino a 4 casi positivi al covid. Non sono necessari provvedimenti se i bambini sono asintomatici. In caso di sintomi, è necessario sottoporsi ad un tampone (molecolare, antigenico, fai da te) e il rientro in classe potrà avvenire dopo un test negativo e senza un certificato medico. Se i positivi in classe sono 5, stop alla frequenza e rientro subordinato ad un tampone negativo: sono esentati bambini vaccinati o guariti da meno di 4 mesi.

Nella scuola elementare, didattica in presenza fino a 4 casi positivi in classe. Si va però in aula indossando la mascherina Ffp2 per un periodo di 10 giorni a partire dall'ultimo contatto con il positivo. Gli studenti positivi al virus potranno rientrare dopo l'esito negativo di un tampone (molecolare, rapido, fai da te), a cui gli altri ragazzi dovranno sottoporsi solo in caso di presenza di sintomi. Il quadro cambia e si divide in due se i casi positivi sono almeno 5. I soggetti non vaccinati - così come quelli che sono stati vaccinati o sono guariti da oltre 120 giorni - non possono frequentare in presenza e devono ricorrere alla Ddi (didattica digitale integrata) da casa. Gli studenti vaccinati o guariti da meno di 4 mesi, invece, possono recarsi in classe indossando la mascherina Ffp2 per un periodo di 10 giorni. Il rientro in classe di positivi, non vaccinati o vaccinati e guariti da oltre 4 mesi può avvenire dopo un tampone negativo.

Scuole medie e superiori: se c'è un solo caso positivo in classe, per tutti gli altri studenti l'attività didattica prosegue in presenza: in aula bisogna indossare la mascherina Ffp2 per un periodo di 10 giorni. Il soggetto positivo può rientrare dopo un tampone negativo, senza dover presentare un certificato medico.  Se i casi positivi sono 2 o più di 2, interviene la distinzione. Gli studenti non vaccinati - - così come quelli che sono stati vaccinati o sono guariti dal covid da oltre 120 giorni dovranno ricorrere alla Did. Chi è vaccinato o guarito da meno di 120 giorni, invece, potrà seguire le lezioni in presenza indossando la mascherina Ffp2. I positivi e i non vaccinati/ vaccinati o guariti da più di 120 giorni, devono sempre portare un test che accerti la negatività. Gli altri dovranno essere sottoposti alla verifica del green pass con l’app di verifica C-19 per i 5 giorni successivi alla conoscenza dell’ultimo caso.

Tutti i nodi da sciogliere

Se la teoria sembra chiara, l'applicazione pratica è tutt'altro che liscia. Il ministero della Pubblica istruzione ha pubblicato un vademecum ma l’avvio delle nuove norme che allentano e semplificano la gestione dei casi positivi è caratterizzata da coas e confusione in queste ore. Infatti molte Regioni non sono state in grado nel weekend di recepire le nuove norme del decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale solo venerdì sera. Molti istituti questa mattina non accoglieranno gli studenti che, già messi in quarantena nei giorni scorsi, avrebbero dovuto far ritorno subito in classe visto che le nuove norme sono retroattive e vanno dunque a modificare o a interrompere tutte le quarantene già in corso.

"Col weekend di mezzo non escludo disservizi, con classi che dovevano tornare in presenza e non lo saranno", spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi. C’è in pratica un aggrovigliarsi di disposizioni, spesso in contraddizione tra loro, di fronte alle quali i dirigenti scolastici chiedono una cabina di regia.

Nelle scorse ore, racconta Repubblica, sono state migliaia le telefonate di genitori agli istituti scolastici per sapere cosa fare. E se in Lombardia, Piemonte, Umbria, le Regioni hanno recepito immediatamente le norme comunicando semplicemente che gli alunni in quarantena potevano far rientro a scuola già oggi se rientravano nei casi previsti dalla legge, nel Lazio gli istituti hanno avuto indicazione di attendere la revoca delle quarantene da parte delle Asl che le avevano notificate. E le Asl, in tutta Italia, hanno accumulato in queste settimane ritardi su ritardi. 

Anche sull’utilizzo del tampone fai-da-te i dubbi non mancano. Il decreto ne prevede l’utilizzo (con autocertificazione) per i bambini della scuola primaria che accusano sintomi durante il periodo di autosorveglianza. Quindi verrà accettato per comunicare sia la positività del bambino che la guarigione. Tuttavia non è chiaro se la disposizione sarà valida anche nelle scuole secondarie. La fine della Dad per gli studenti sopra i 12 anni che abbiano completato il ciclo vaccinale è in ogni caso "un segnale bello e positivo" che si concretizza in Italia, a un anno da inizio della campagna vaccinale, ha sottolineato ieri sera il ministro della Salute Roberto Speranza.

Nuove manifestazioni questa settimana

Dopo le proteste di venerdì scorso, le organizzazioni studentesche rilanciano le mobilitazioni in tutto il paese. Oggi sono in programma sit in e iniziative in varie città italiane. Sono già stati convocati presidi di protesta a Milano, Cagliari, Brescia, Potenza, Pescara, Campobasso, Bergamo Nuoro, Valtellina. "Venerdì 4 febbraio - dichiara Luca Redolfi, coordinatore dell'Unione Degli Studenti, organizzazione promotrice delle proteste - più di 100mila studentesse e studenti sono scesi nelle piazze di tutto il paese contro il modello di scuola del ministro Bianchi, dalle linee guida sulla maturità che non tengono conto delle difficoltà e delle esigenze della componente studentesca, al modello scuola-azienda, che vede l'istruzione unicamente come strumento per prepararci al mondo del lavoro".

"Oggi il Ministro Bianchi ha scritto alla Repubblica che vuole "ascoltare i ragazzi che protestano" - continuano gli studenti - senza fare, tuttavia, nessun passo indietro rispetto alla maturità e ai PCTO. Se per il Ministro Bianchi la scuola si deve adattare alle logiche aziendali e del mercato, noi scenderemo in piazza per ribadire che il ruolo dell'istruzione è di mettere in critica la normalità e trasformare il reale, non replicarlo passivamente". "Non accetteremo incontri vuoti né false promesse, agli studenti non basta più l'ascolto, servono risposte. Per questo, in questa settimana continueremo a mobilitarci in tutto il paese contro una scuola che non ascolta le studentesse e gli studenti" - conclude Redolfi.

Fonte: Today.it

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