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Cronaca

L'obbligo di vaccini per i prof e il ritorno a scuola a settembre: cosa succederà

Sul tavolo della cabina di regia e del Cdm ci sarà a breve un tema molto scottante, quello del possibile obbligo di vaccinazione per gli insegnanti. Ma i nodi della scuola non riguardano solo i vaccini: su classi pollaio, trasporti pubblici, distanziamento non ci sono ancora indicazioni chiare. L'obiettivo è scongiurare la didattica a distanza

Cabina di regia mercoledì 21 luglio e poi, nello stesso giorno, Consiglio dei ministri per varare i provvedimenti necessari a tenere sotto controllo il diffondersi della variante Delta. Questo il cronoprogramma che, salvo cambiamenti in corsa, ha in mente il presidente del Consiglio Mario Draghi, che deve però fare i conti con sensibilità molto diverse nella sua maggioranza, in particolare per quanto riguarda l'estensione dell'uso del green pass (che dovrebbe essere introdotto per discoteche e ristoranti al chiuso, secondo le ultime indiscrezioni).

L'obbligo di vaccino per i professori fa discutere

Sul tavolo della cabina di regia e del Cdm ci sarà a breve un tema molto scottante, quello della scuola e del possibile obbligo di vaccinazione per gli insegnanti per garantire lezioni in presenza per tutti da settembre. "Noi - ha detto il ministro Patrizio Bianchi - ci troveremo questa settimana col Consiglio dei ministri e la decisione sull'obbligo vaccinale o meno per gli insegnanti andrà presa dall'intero collegio". Salvini ha già detto chiaramente no, ma anche in altre forze di governo l'ipotesi solleva molti dubbi.

Nel giorno in cui l'Italia supera la soglia del 50% dei vaccinati over 12 con entrambe le dosi, l'obbligo del vaccino anti-Covid, in particolare per il personale scolastico, torna a dividere le forze politiche: il Pd ne chiede l'applicazione per i prof ma dalla Lega arriva un secco 'no'. Palazzo Chigi procede con la massima prudenza.

"Le vaccinazioni sono una priorità assoluta, invitiamo il governo a prendere iniziative stringenti", chiede il leader dem, Enrico Letta, auspicando il massimo impegno affinché le scuole rimangano aperte contro "il disastro" della Dad. Diversa la posizione del segretario del Carroccio, Matteo Salvini, per il quale va messa in sicurezza la popolazione "dai 60 in su, da 40 a 59 scelgano, per i giovani non serve", dice. E aggiunge: "parlare di obbligo per studenti di 13 o 14 anni o per gli insegnanti non fa parte del mio modo di pensare un paese libero; entro settembre si stima di arrivare oltre il 90% di copertura volontaria fra gli insegnanti. Che senso ha parlare di obblighi o licenziamenti a scuola?". La replica di Letta non tarda ad arrivare: "Salvini ride e scherza. Penso che questo atteggiamento sia completamente irresponsabile". Il leghista replica: "il caldo fa brutti scherzi". Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ritiene che "nel dibattito sui vaccini non sono ammissibili ambiguità da parte di nessuna forza politica". Anche il segretario di Italia Viva, Matteo Renzi, attacca: "dire che non bisogna vaccinarsi sotto i 40 anni è una follia".

''Sarei persino d'accordo sul vaccino obbligatorio per il personale scolastico, seppur non voglia farne una battaglia di religione. Nella nostra regione le vaccinazioni per gli insegnanti sono andate bene: abbiamo più dell'85% del corpo docente vaccinato, e non è poco. Le cose stanno andando bene, ma dobbiamo vaccinare il più possibile''. Così a Timeline, su Sky TG24, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. ''Tra oggi e domani in Emilia-Romagna raggiungiamo i due milioni di persone che hanno finito il ciclo vaccinale, e siamo già oltre i quattro milioni e mezzo di somministrazioni: a fine luglio dovremmo arrivare a due milioni e quattrocentomila di vaccinati già con doppia dose, e ce ne sono già mezzo milione che hanno già fatto la prima dose e che nel giro di poche settimane faranno anche la seconda'', ha concluso Bonaccini.

Anief: "No all'obbligo"

"Anief continua a ritenersi contraria a qualsiasi obbligo di vaccinazione, non certo per motivi ideologici, ma semplicemente perché la vera priorità rimane quella si svolgere le lezioni a scuola in sicurezza in ambienti sufficientemente ampi. Nessun riferimento, del resto, è stato sinora fatto dai rappresentanti del Governo sull'obbligo vaccinale: lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ricordato qualche giorno fa che fino ad oggi 'siamo all'85% di persone che operano nelle scuole che hanno ricevuto almeno la prima dose: è sbagliato far passare un messaggio che non riconosca che siamo di fronte a un dato robusto. Detto questo dobbiamo ancora lavorare perchè questo numero possa salire'. Ma non è obbligandoli che si potrà risolvere la questione. Ancora di più perché il Garante della Privacy si è espresso sul fatto che 'è illegittimo per il datore di lavoro chiedere i dati delle vaccinazioni ai propri lavoratori, a meno di un intervento legislativo'". E' quanto si legge in una nota dell'Anief. Marcello Pacifico, leader Anief, ricorda, infine, che ''l'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha fatto sapere ai Paesi membri che occore garantire che i cittadini siano informati sul fatto che la vaccinazione non è obbligatoria e che non è possibile politicamente, socialmente o in altro modo mettere sotto pressione i cittadini e i lavoratori per farsi vaccinare, se non desiderano farlo in solitudine. Stiamo parlando di diritti costituzionali, non di opinioni personali. Non permetteremo che vengano meno per fare spazio ad opinabili ideologie politiche". "Il ritorno in sicurezza -conclude- passa per l'aggiornamento del contratto sulla sicurezza in vigore nelle scuole, sviluppato sulla base delle linee guida introdotte un anno fa con un protocollo condiviso a livello nazionale: in quell'accordo c'erano concetti come lavoro agile, rivisitazione dei criteri del dimensionamento scolastico, reclutamento per favorire la continuità didattica. Si riparta da lì, non da imposizioni prive di fondamenti costituzionali"

Un piano specifico di vaccinazione per la popolazione studentesca. Ad annunciarlo è il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, a margine di un evento a Salerno."Domani definiremo un piano specifico di vaccinazione per la popolazione studentesca. - perché ricorda il governatore - fra un mese e mezzo, due mesi si apre l'anno scolastico in presenza. Se non avremo completato la vaccinazione del personale scolastico e della popolazione studentesca, quello delle scuole diventa un altro focolaio formidabile di diffusione del contagio". "Siccome vogliamo avere le scuole aperte quest'anno è chiaro che dobbiamo completare la vaccinazione al di sotto dei 18 anni. È questo l'impegno delle prossime settimane" conclude De Luca.

L'80 per cento del personale scolastico è già vaccinato

"L'obbligo vaccinale per gli operatori della scuola non è necessario, bisogna, però, assolutamente sollecitare alla vaccinazione. Ricordo che già l'80 per cento del personale scolastico è vaccinato e quindi siamo già abbastanza blindati". A dirlo è Barbara Floridia, sottosegretaria all'Istruzione. "Il Cts evidenzia la necessità di promuovere il più possibile la vaccinazione tra i docenti e il personale scolastico e, se possibile, anche tra i giovani - ha aggiunto -. Il green pass non è necessario per il rientro a scuola dove il livello del contagio era bassissimo anche lo scorso anno. È chiaro che sia io che il ministro puntiamo a promuovere il più possibile la vaccinazione perché maggiore è la copertura vaccinale più abbiamo certezza di un contagio sempre più basso nelle scuole". ''Il rientro in presenza a scuola è l'obiettivo dell'intero governo e del Paese tutto. Vogliamo spingere ulteriormente la vaccinazione per assicurare un rientro in classe in presenza senza alcun dubbio'', ha detto. ''Siamo impegnati a migliorare i trasporti, anche quest'anno abbiamo stanziato ulteriori risorse, 450 milioni, e per la scuola ci sono tutte le misure sufficienti per riprendere in presenza - ha aggiunto -. Questo è l'obiettivo del governo. Le prove Invalsi lo hanno testimoniato: l'alternanza dopo tanti anni di tagli alla scuola e dopo un anno di pandemia dov'è il governo diceva di tenere le scuole aperte e molti presidenti di regione chiudevano non ha funzionato. Quindi adesso scuole aperte e investimenti per il settore: solo così cambiamo il Paese''.

I nodi della scuola non riguardano solo i vaccini: a due mesi dalla prima campanella non è chiaro se ci sarà anche nel 2021-2022 la necessità di mascherine in classe e distanziamento. Un punto va messo in chiaro: se si mantenesse il distanziamento obbligatorio di un metro sarebbe inevitabile il ritorno alla didattica a distanza, soprattutto alle superiori, per mancanza di spazi. In base ai dati di Cittadinanzattiva per le sole scuole superiori servirebbero circa 20-25mila spazi o aule da ricavare con fondi specifici.  Il caso Lazio è emblematico: mancano circa 400 aule, ma i presidi lamentano ritardi e poche informazioni anche sull’ultimo monitoraggio sugli spazi necessari, ormai di maggio, di cui ancora non conoscono gli esiti. Nei vari tavoli sull’edilizia scolastica si starebbe valutando di affittare nuove strutture, come del resto prevede il piano del ministero e come si provò a fare con l’idea della convenzione con gli albergatori, ma il tema è anche economico. 

Sul fronte dei trasporti, nebbia fitta: il ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili attende chiarimenti sempre dal Comitato presieduto da Franco Locatelli. Indicazioni ufficiali per settembre non ce ne sono. Resterebbe confermato che i trasporti viaggeranno all’80% di capienza. Ma serve chiarezza e decisioni rapide. Tra meno di due mesi si torna a scuola. In presenza, si augurano tutti.

L'obbligo vaccinale a scuola è incostituzionale?

"L'obbligo vaccinale? Nessuna controindicazione. La Costituzione lo prevede": ad affermarlo, in una intervista a Repubblica, è Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale, il quale si è fatto promotore assieme a una ventina di giuristi di una lettera rivolta al presidente del Consiglio Mario Draghi per una legge sull'obbligo vaccinale nelle scuole.

"Non siamo solo giuristi", dice Flick spiegando le ragioni dell'iniziativa, "siamo anche nonni: davanti alle conclusioni Invalsi sugli effetti nocivi della Dad e al desiderio dei nostri nipoti di tornare in classe chiediamo al governo di valutare le condizioni migliori per l'accesso a scuola, sia sul fronte dei trasporti che su quello della presenza in aula per evitare che si contagino. Ecco perché l'obbligo di vaccinazione per studenti e prof".

Un obbligo, a suo avviso, pienamente costituzionale: "Sono convinto che lo Stato possa introdurlo legittimamente alla luce dell'articolo 16 della Costituzione, che prevede limiti alla libertà di circolazione per ragioni sanitarie, e dell'articolo 32, che tutela il diritto fondamentale alla salute come interesse della collettività"

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