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Cronaca

Scuole chiuse su ordinanze dei sindaci, Musumeci a Draghi: "E' caos, la Regione nelle zone gialle non ha autonomia"

I provvedimenti dei primi cittadini di Messina, Sant'Agata Militello e Santa Teresa Riva e l'appello di duecento colleghi riuniti in videoconferenza all'Anci mettono allo strette il governatore siciliano

La decisione dei sindaci come a Messina, Sant'Agata Militello e Santa Teresa Riva di tenere le scuole chiuse per l'aumento dei contagi da coronavirus quando da Stato e Regione era stata decisa la riapertura il 10 gennaio ha portato il governatore Nello Musumeci a scrivere al premier Draghi. 

"Quello che temevamo si sta puntualmente verificando. Ricevo da centinaia di sindaci e da moltissimi presidi sollecitazioni per rinviare la ripresa delle attività scolastiche prevista dal governo centrale per lunedì 10 gennaio - segnala Musumeci - avevamo anticipato al ministro che con queste norme nazionali sulla riapertura delle scuole sarebbe stato il caos, va ricordato infatti che in zona gialla le Regioni non hanno autonomia nel determinare la sospensione delle attività scolastiche. Ho appena scritto al presidente Draghi rappresentando la gravità della situazione delle ultime ore e ribadito le stesse perplessità da noi espresse nel confronto Stato-Regioni dei giorni scorsi. Valuteremo attentamente nelle prossime ore l'evolversi del contagio per valutare eventuali ulteriori provvedimenti" - dichiara Musumeci.

Oltre 200 sindaci in videoconferenza a una riunione urgente indetta dal presidente dell'Anci Sicilia, Leoluca Orlando, hanno fatto il punto sulla ripresa delle lezioni. Già nei giorni scorsi l'Associazione dei comuni siciliani aveva manifestato preoccupazione per il dilagare dei contagi, sottolineando, in una nota inviata al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e all'assessore regionale all'Istruzione, Roberto Lagalla, la necessità di riprendere le lezioni in Dad. Dal confronto di questo pomeriggio, che ha registrato gli interventi di tutti i sindaci allarmati dall'elevatissima percentuale di positivi, è emersa "l'assoluta necessità di tratteggiare una linea comune in tutta l'Isola", assumendo "tutte le precauzioni necessarie per evitare ulteriori contagi" con l'obiettivo di garantire la sicurezza sanitaria degli studenti e delle famiglie.   "Ci troviamo di fronte a una situazione drammatica e al tempo stesso di incertezza che, purtroppo, non dispone di misure adeguate - sottolineano i sindaci -. Misure che il governo nazionale e la Regione siciliana devono assolutamente modificare. Tutto questo viene aggravato ulteriormente dal forte stato di stress cui sono sottoposte le strutture sanitarie. Bisogna, infine, garantire che la raccolta dei rifiuti speciali Covid non gravi sul bilancio del comune e venga gestita, per competenza, dalle Asp".  Dal dibattito in corso, facendo riferimento ai dati concreti che hanno fornito tutti i sindaci dell'Isola che hanno anche sottolineato come il tracciamento sia completamente saltato, è emerso un parere unanime: "L'apertura delle scuole in presenza a partire dal 10 gennaio sarebbe un atto irresponsabile. Non esistono, infatti, le condizioni minime di sicurezza e la possibilità da parte dell'Asp di fornire collaborazione adeguata alle autorità scolastiche".

In molti hanno segnalato nelle ultime ore il conflitto di competenza tra i Comuni e le Regioni nelle decisioni di tenere chiuse le scuole. Musumeci fa appello adesso al governo nazionale per capire il da farsi. 

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