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Cronaca

Torna a suonare la campanella, il comitato Scuola in presenza: “Superiori penalizzati solo in Sicilia”

Sono gli unici in Italia a non mettere piede in classe. Il documento al presidente e agli assessori della Regione: “Tutti gli istituti hanno già predisposto un piano. Grave disinformazione fra genitori e studenti rischia di alimentare la dispersione”

Grave emergenza educativa, famiglie in ansia per la disinformazione e pericolo per la salute psicofisica dei giovani.

Sono i contenuti della nota inoltrata dal Comitato Scuola in presenza coordinato da Cesare Natoli al governatore, agli assessore alla Salute e alla pubblica istruzione della Regione nonché ai Garanti per l’Infanzia e l’adolescenza della Regione Sicilia e del Comune di Messina.

Un documento che nasce dalla preoccupazione che si sta determinando in Sicilia, dove continua a rinviarsi la didattica in presenza per le superiori e aleggia anche lo spettro della Didatica a disanza lasciata a discrezione delle famiglie come ventilato ieri anche dall’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Messina, Laura Tringali.

Oggi le campanelle risuonato finalmente anche a Messina per le materne, primarie e medie dopo un lungo stop imposto dalla zona rossa "rinforzata” ma la Sicilia resta sempre un passo indietro. 

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“Da lunedì 1° febbraio, infatti, gli studenti siciliani che frequentano le scuole superiori saranno gli unici in tutta Italia a non mettere piede in classe - si legge nella nota del Comitato -  e ciò nonostante il fatto che il passaggio della Sicilia alla colorazione arancione, secondo le indicazioni governative, indichi la frequenza, per le scuole secondarie di secondo grado, al 50% in presenza e al 50% a distanza. Una misura suggerita al Governo dal Comitato Tecnico Scientifico e che è basata su precisi riscontri di natura scientifica. Ancora una volta, dunque, gli studenti siciliani delle scuole superiori si vedono privati di un diritto costituzionale e viene negato loro il rientro a Scuola (dopo, per la maggior parte di essi, undici mesi di didattica a distanza) senza giustificate motivazioni scientifiche o relative all’andamento della curva epidemica. Quest’ultima, infatti, non è assolutamente più preoccupante di altre regioni che, invece, da lunedì, riapriranno le porte delle scuole superiori ai loro studenti, mentre molte altre lo hanno già fatto dopo le festività natalizie. Anzi, il bollettino della protezione civile del 31 gennaio indica come l’indice del contagio della regione Sicilia sia il più basso d’Italia…”.

Il Comitato “Scuola in presenza” non ritiene condivisibile la motivazione addotta nell’ultima ordinanza del presidente della Regione, in cui il posticipo del rientro a lunedì 8 febbraio sarebbe legato alla necessità, da parte dei dirigenti scolastici, di predisporre la logistica per lo svolgimento delle lezioni. "Tutte le Scuole superiori siciliane hanno già un piano predisposto per la didattica al 50% in presenza, in quanto era stato loro chiesto di redigerlo, nei mesi scorsi, dal MIUR - si legge nella nota - Il tutto, peraltro, avviene mentre alcuni organi di stampa locali continuano a fare disinformazione, contribuendo a creare un clima di confusione tra genitori e studenti, in un momento nel quale non ce ne sarebbe affatto bisogno e in cui, al contrario, fatta salva l’importanza del contenimento del contagio da Sars-CoV-2 e del rispetto delle misure cautelari (cui le scuole di ogni ordine e grado – siciliane e non – hanno sempre ottemperato con diligenza e scrupolo), occorrerebbe remare tutti uniti verso la riapertura degli istituti scolastici e la piena riattivazione di quei percorsi formativi, unici e insostituibili, che solo la Scuola può fornire. Anche per scongiurare i pericoli che ormai la stragrande maggioranza della comunità scientifica, a fronte della conclamata esistenza di una scarsa circolazione e pericolosità del virus nella popolazione giovanile - conclude - segnala a proposito della salute psicofisica degli studenti. Per non parlare dell’altrettanto evidente e drammatico fenomeno della dispersione scolastica, che rischia di consegnare molti giovani siciliani nelle mani della delinquenza organizzata”.

Il Comitato SIP – Scuola in Presenza, dunque, chiede con forza che non si tentenni ulteriormente e che, almeno da lunedì 8 febbraio, la Sicilia si uniformi a tutte le altre regioni italiane e non si pongano ulteriori ostacoli al rientro in classe degli studenti delle scuole superiori in misura del 50%.

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