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Cronaca

Figli dei reduci della seconda guerra mondiale, 60 anni dopo l'emozionante incontro

I padri hanno combattuto per la Marina Militare Italiana a bordo della "Impetuoso" e della "Pegaso" e nel 1943 riuscirono a tornare in Italia dopo un periodo di detenzione spagnola. Il ricordo per ricostruire la memoria del post armistizio di Cassibile

Il messinese Leopoldo Lombardini aveva 17 anni quando la sua vita, come quella dei suoi coetanei e di centinaia di italiani, venne improvvisamente interrotta dalla "chiamata alle armi". Era il 1943, in piena seconda guerra mondiale, un anno decisivo per il conflitto, ma difficile per le sorti dell'Italia fascista, quando la flotta della "Impetuoso", di cui faceva parte Lombardini come allievo meccanico, fronteggiò gli avvenimenti immediatamente successivi all'armistizio di Cassibile. 

Da diversi anni a scandire foto dopo foto, lettera dopo lettera, i momenti vissuti dalla flotta in quegli strani giorni di settembre, è la figlia Lucia, insieme agli altri figli di ciò che resta dei membri dell'equpaggio, che adesso vogliono riunirsi per cercare di ripercorrere le orme dei padri tornando a Palma di Maiorca, roccaforte spagnola in cui i marinai passarono quattro mesi di confinamento, patendo la fame, la miseria e il terrore di essere consegnati ai nazisti da un momento all'altro. 

L'incontro fra tre di questi è avvenuto mercoledì ed è stato occasione per programmare il viaggio del gruppo in Spagna, proprio nel comune dove l'equipaggio trovò il calore delle donne di una sartoria vicina alla caserma, ricevendo aiuto e, soprattutto, un'amicizia che continua tutt'oggi, dopo aver passato il testimone ai figli. 

Ma è cominciato proprio dalla Spagna il ponte fra il passato e il presente, che rinnova ancora quel legame andato oltre la politica, oltre la guerra, oltre la lingua. Alcuni anni fa una di queste sarte, infatti, ha ritrovato l'indirizzo di Leopoldo Lombardini ed è riuscita a incontrarlo a Patti. Una amicizia i cui frutti sono stati raccolti anche da Lucia che ha goduto dell'ospitalità della donna, durante un periodo di soggiorno a Palma di Maiorca. Da quel momento il lavoro di Lucia per cercare di risalire a quanti più connazionali o figli di questi appartenenti alla corazzata "Roma". 

La storia della flotta 

La corazzata "Roma", che comprendeva oltre alla "Impetuoso" anche la "Pegaso", era situata nel settembre del 1943 a nord dell'Asinara, e si trovò da un giorno all'altro a dover decidere come agire in quei giorni frenetici immediatamente dopo l'armistizio di Cassibile, quando l'Italia non aveva più il Duce al comando e rischiava di finire vittima di quegli eserciti con cui, fino a poche ore prima, era stata alleata, e preda, invece, di quelle nazioni contro cui fino a quel momento aveva combattuto a fianco della Germania. 

Insieme a Lombardini c'era un altro siciliano, il siracusano Carmelo Mollica, baritono da civile, membro dell'equipaggio della Marina da militare, con cui il messinese condivise una lunga detenzione sulle coste spagnole. Nella notte fra il 10 e l'11 settembre i comandanti delle due torpediniere non avendo più ricevuto alcuna comunicazione da Roma e temendo che la città fosse caduta in mano ai tedeschi, presero la dura decisione di autoaffondare le navi. 

Gli equipaggi, ormeggiati nella rada di Pollensa, vicino all'isola di Formentera, si salvarono sulle scialuppe, e trovarono soccorso da parte dei pescatori che, alla vista delle navi che calavano a picco, si avvicinarono per dare aiuto. Sbarcati sulle coste spagnole furono internati per 4 mesi vicino Palma di Maiorca  in una ex caserma della fanteria spagnola, nutriti con 90 grammi di pane al giorno. Al termine di questo periodo furono spediti in Italia. 

Fra gli italiani, un marinaio tornò a Venezia dove si sposò ed ebbe un figlio. Dopo la prematura morte della moglie l'uomo decise di tornare alla sartoria spagnola e lì ritrvò una vecchia signora con cui, pochi anni dopo, convolò a seconde nozze. 

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