Stop agli interventi chirurgici per il tumore alla mammella al Policlinico. A ricostruire la vicenda è stata la Gazzetta del sud, sottolineando quanto sta accadendo alla Breast-unit di senologia dell'azienda. Il rettore Salvatore Cuzzocrea ha così deciso di rispondere pubblicamente in merito alla questione. "Contrariamente al modus operandi di questo Rettorato questa volta intervengo pubblicamente provando a svolgere qualche breve riflessione per tentare di far chiarezza suciò che ritengo sia un fatto abbastanza grave", ha scritto in una lettera publica.

"La cronologia degli avvenimenti narrati dal giornalista nell’articolo del 19 novembre mi pare abbastanza puntuale, ma da essa non emerge (ma forse questo non è il compito di un giornalista) alcuna considerazione in ordine a un modo di procedere che possa dirsi ispirato a principi di diligenza ed efficacia nel risolvere ed affrontare i problemi della sanità", spiega ancora Cuzzocrea. 

Secondo il rettore mancherebbero al reparto dei requisiti specifici. "Dalla documentazione emerge con chiarezza l’insufficienza dei requisiti minimi di erogazione del servizio di senologia presso il Policlinico, non certo quella dei suoi operatori sanitari. In buona sostanza, manca una complessa serie di parametri previsti dalle normative nazionali e regionali a garanzia delle pazienti, per effettuare gli interventi di che trattasi", sottolinea ancora. 

"Principalmente: non sono sufficienti i numeri dell’utenza necessari a giustificare l’erogazione di tale servizio, né è sufficiente il numero di operatori necessari per garantire l’adeguatezzadelle prestazioni, se non per le attività di diagnostica, per le quali - occorre osservare - manca il Mammotone. Ora, se da un punto di vista umano, può apparire, ed effettivamente così è, apprezzabile il tentativo di erogare un servizio con i pochi mezzi a disposizione che si hanno, occorre pur tuttavia, in uno stato di diritto, attenersi alle regole, rispettare le prescrizioni normative, e contemporaneamente compiere tutti gli sforzi per raggiungere quei requisiti necessari all’erogazione delle diverse e complesse attività correlate alle pazienti che soffrono di patologie neoplastiche al seno.Inutile appare, da questo punto di vista, il botta e risposta tra il Policlinico e la Regione, fuori dalla sostanza delle regole fissate da prescrizioni che tutti i centri di brest-unit devono rispettare; a Messina, e nella sua provincia ve ne sono due: Papardo e Taormina", prosegue Cuzzocrea. 

"E del resto le carenze riscontrate a suo tempo dagli ispettori regionali non sono state contestate nel contraddittorio, essendosi convenuto effettivamente suIl’assenza di tali requisiti minimi. Più conducente sarebbe stato, per esempio, stabilire accordi con le suddette strutture accreditate per far rete nell’interesse dei pazienti fuori da ogni logica di concorrenza tra una struttura e l’altra, e in questo modo rientrare nei parametri di legge", sottolinea ancora.

"Contrariamente a quanto è avvenuto nel 2019, io credo che l’unica strada percorribile sarebbe stata quella di rispettare il decreto assessoriale e le norme sospendendo tempestivamente sin da allora le prestazioni e chiedendo alle istituzioni, perquanto di Ioro competenza, di collaborare tra Ioro per riattivare immediatamente anche al Policlinico le prestazioni di senologia, attraverso la condivisione di personale e strutture terapeutiche e diagnostiche, che già per esempio i protocolli d’intesa con la Regione prevedono (si pensi alla possibilità di istituire strutture interaziendali). In tale quadro, anche l’Amministrazione universitaria, peraltro lasciata all’oscuro di tutto, avrebbe potuto svolgere, ed è certamente disposta a svolgere, un ruolo, come è abituata a fare, fuori dai clamori della stampa, nel rispetto e nella trasparenza delle regole e nell’interesse esclusivo dei pazienti", conclude.