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Cronaca

Sentenza Beta, pene esemplari: 14 anni all'avvocato Lo Castro, 13 a Borella

Si chiude in primo grado uno dei più importanti processi che hanno svelato il legame fra colletti bianchi e il clan mafioso Romeo-Santapaola

Uno dei processi più importanti di Messina che ha visto imputati protagonisti della Messina bene. Pene esemplari quelle pronunciate dalla prima Sezione Penale del Tribunale di Messina, presieduta dal giudice Letteria Silipigni, nella tarda serata. Condannati a 13 anni Stefano Barbera e il geometra Carlo Borella. Borella con la società di cui era titolare, la Demoter S.p.A., ha realizzato lo stadio comunale “San Filippo” e completato gli svincoli di Giostra e Annunziata. La Demoter è stata la principale azienda che ha lavorato per la realizzazione della galleria ferroviaria dei Peloritani, tra Villafranca e Messina. Per lui l'accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa per aver posto a disposizione degli interessi della famiglia dei Romeo-Santapola due imprese riconducibili alla Demoter per realizzare opere pubbliche. 

Condannato a 14 anni l'avvocato Lo Castro che secondo l'accusa ha messo a disposizione dell'intera associazione la propria professionalità. Lo Casteo era l'avvocato di fiducia di tutto il gruppo Romeo, Grasso, Barbera, Marano, Spina, Soraci ed è stato il direttore della suddivisione della Demoter. 

Secondo quanto disposto dalla sentenza ancora condannato Francesco Romeo a 16 anni e 8 mesi. Pietro e Vincenzo Santapaola condannati a 12 anni. Ivan Soraci e Michele Spina a 12 anni e 8 mesi. Giuseppe Amenta, Domenico Bertuccelli, Salvatore Boninelli, Salvatore Galvagno, Carmelo Laudani e Salvatore Piccolo condannati a a 2 anni e 8 mesi di reclusione.Condannato, ancora, Raffaele Cucinotta a 9 anni. Silvia Gentile a 3 anni e due mesi di reclusione. Guido La Vista a un anno e tre mesi. Andrea Lo Castro condannato a 14 anni. Franco Lo Presti a 3 anni. Fabio Lo Turco condannato a 10 mesi. Gaetano Lombardo a 3 anni e sei mesi di reclusione. Alfonso Resciniti a 2 anni e sei mesi. 

Assolti Antonino Amato perché il fatto non costituisce reato. Bruno Calautti, Antonino Di Blasi, PAolo Lo Presti, Giovanni Marano, Benedetto PAnarello, Filippo Spadaro e Guida La Vista per non aver commesso il fatto. 

Lo scorso 13 ottobre erano stati i magistrati Liliana Todaro e Fabrizio Monaco a formulare la requisitoria sulla base dei verbali del pentito Biagio Grasso. 

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