Diffamarono sui social Giuseppe Antoci, condanna anche per un commissario del Corpo Forestale
La decisione del tribunale di Patti, avevano messo in dubbio l'operato dell'ex presidente del Parco dei Nebrodi e l'agguato del maggio 2016. In corso procedimenti giudiziari contro altre persone
Avevano scritto commenti sui social nei quali ponevano dubbi sull'operato di Giuseppe Antoci, all'epoca presidente del Parco dei Nebrodi, e sull'agguato subito il 18 maggio 2016. Il tribunale di Patti ha condannato Giuseppe Scaffidi Fonti, Francesco Latteri e Salvatore Scaffidi Fonti, quest'ultimo commissario del Corpo Forestale Regionale e comandante del Distaccamento di Caronia in provincia di Messina, per diffamazione aggravata. "Apprendo con soddisfazione - ha dichiarato Antoci - la decisione del Tribunale di Patti che dà la giusta punizione a chi ha tentato di delegittimarmi diffamandomi. Un segnale anche a tutti coloro che hanno utilizzato false notizie per infangare anche attraverso condivisioni volontarie e scientifiche sui social. Anche per loro cominciano ad arrivare i primi guai giudiziari. Purtroppo la violenza che io attribuisco a questi atteggiamenti non è seconda certamente all'attentato mafioso subito da me e dalla mia scorta quel 18 di maggio. Le pallottole del fango fanno più male perché colpiscono la dignità e dunque proseguirò le azioni giudiziarie anche contro gli altri. Senza indugio".
Altri procedimenti sono incardinati presso altre Procure e riguardano soggetti diversi, tutti rinviati a giudizio, che in questi anni hanno tentato di delegittimare l'operato del presidente Antoci e la sua battaglia contro il malaffare. "Un giorno - racconta Antoci - un magistrato in una manifestazione pubblica subito dopo l'attentato disse alla platea: 'Se qualcuno adesso pensa di fermare Antoci delegittimandolo, sappia che se la vedrà con lo Stato'. Allora io non capii, ma poi sì… l'ho capito bene, sperimentando sulla mia pelle e quella della mia famiglia questo metodo assurdo e vigliacco della macchina del fango. Adesso la giustizia ne punisce gli autori".
"Non posso che esprimere la mia gioia e la mia soddisfazione per la notizia della condanna nei confronti di chi ha messo in dubbio l'operato del mio amico Giuseppe Antoci e addirittura la veridicità dell'attentato che ha subito pur di onorare il suo ruolo di presidente de Parco dei Nebrodi". Lo dichiara Piera Aiello, deputata del gruppo Misto e testimone di giustizia sotto scorta per minacce mafiose. "Tempo fa la stessa vicenda, ma con diversi protagonisti, è stata oggetto di una mia interrogazione parlamentare. Spero che accada lo stesso anche con loro. Questa sentenza restituisce onore a un uomo coraggioso. Chi getta fango su onesti servitori delle istituzioni non può non pagare dazio", conclude.