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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Patti

Diffamarono sui social Giuseppe Antoci, condanna anche per un commissario del Corpo Forestale

La decisione del tribunale di Patti, avevano messo in dubbio l'operato dell'ex presidente del Parco dei Nebrodi e l'agguato del maggio 2016. In corso procedimenti giudiziari contro altre persone

Avevano scritto commenti sui social nei quali ponevano dubbi sull'operato di Giuseppe Antoci, all'epoca presidente del Parco dei Nebrodi, e sull'agguato subito il 18 maggio 2016. Il tribunale di Patti ha condannato Giuseppe Scaffidi Fonti, Francesco Latteri e Salvatore Scaffidi Fonti, quest'ultimo commissario del Corpo Forestale Regionale e comandante del Distaccamento di Caronia in provincia di Messina, per diffamazione aggravata. "Apprendo con soddisfazione - ha dichiarato Antoci - la decisione del Tribunale di Patti che dà la giusta punizione a chi ha tentato di delegittimarmi diffamandomi. Un segnale anche a tutti coloro che hanno utilizzato false notizie per infangare anche attraverso condivisioni volontarie e scientifiche sui social. Anche per loro cominciano ad arrivare i primi guai giudiziari. Purtroppo la violenza che io attribuisco a questi atteggiamenti non è seconda certamente all'attentato mafioso subito da me e dalla mia scorta quel 18 di maggio. Le pallottole del fango fanno più male perché colpiscono la dignità e dunque proseguirò le azioni giudiziarie anche contro gli altri. Senza indugio".

Altri procedimenti sono incardinati presso altre Procure e riguardano soggetti diversi, tutti rinviati a giudizio, che in questi anni hanno tentato di delegittimare l'operato del presidente Antoci e la sua battaglia contro il malaffare. "Un giorno - racconta Antoci - un magistrato in una manifestazione pubblica subito dopo l'attentato disse alla platea: 'Se qualcuno adesso pensa di fermare Antoci delegittimandolo, sappia che se la vedrà con lo Stato'. Allora io non capii, ma poi sì… l'ho capito bene, sperimentando sulla mia pelle e quella della mia famiglia questo metodo assurdo e vigliacco della macchina del fango. Adesso la giustizia ne punisce gli autori". 

"Non posso che esprimere la mia gioia e la mia soddisfazione per la notizia della condanna nei confronti di chi ha messo in dubbio l'operato del mio amico Giuseppe Antoci e addirittura la veridicità dell'attentato che ha subito pur di onorare il suo ruolo di presidente de Parco dei Nebrodi". Lo dichiara Piera Aiello, deputata del gruppo Misto e testimone di giustizia sotto scorta per minacce mafiose. "Tempo fa la stessa vicenda, ma con diversi protagonisti, è stata oggetto di una mia interrogazione parlamentare. Spero che accada lo stesso anche con loro. Questa sentenza restituisce onore a un uomo coraggioso. Chi getta fango su onesti servitori delle istituzioni non può non pagare dazio", conclude.

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