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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Carcere di Gazzi, telefonini nascosti nelle mutande: la scoperta della polizia penitenziaria

La notizia del sindacato Sappe che si complimenta per la brillante operazione e chiede maggiore attenzione sulla carenza di personale e sicurezza nelle strutture carcerarie

Che ci facevano tre telefonini cellulari al carcere di Gazzi perfettamente funzionanti e regolarmente utilizzati da alcuni detenuti del Reparto media sicurezza?

Se lo chiedono da ieri sera gli uomini della Polizia Penitenziaria che hanno ispezionato la casa circondariale ed hanno avuto l'amara sorpresa. 

A comunicare il ritrovamento è stato il segretario provinciale del Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, Giuseppe Conte, che in una nota parla di brillante operazione della polizia penitenziaria, coordinata dal comandante di Reparto e scattata nella tarda serata di ieri.

“Intorno alle 21 è stata effettuata una perquisizione straordinaria che ha permesso il ritrovamento di 3 microcellulari perfettamente funzionanti e regolarmente utilizzati da alcuni detenuti del Reparto media sicurezza. I cellulari sono stati rinvenuti addosso occultati negli slip ed all’interno dei cuscini di spugna in uso agli stessi detenuti. Ritrovati anche cavetti e carica batterie”.

Il Sappe ha espresso il proprio apprezzamento al personale in servizio auspicando che sia riconosciuta una meritata ricompensa. “Si tratta di poliziotti che nonostante le problematiche, che riguardano la carenza di risorse umane, mancato pagamento di straordinari ed emolumenti vari, nonostante il piano ferie estivo in atto, si è reso disponibile per effettuare l’operazione che ha portato al brillante risultato”, aggiunge Conte.

“Il rinvenimento è avvenuto – spiega Donato Capece, segretario generale – grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità del personale in servizio”.

Capece ricorda anche come “sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo. Le carceri sono più sicure - spiega ancora - assumendo gli agenti di polizia penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi, come quelli che consentano di schermare gli istituti penitenziari per neutralizzare la possibilità di utilizzo di qualsiasi mezzo di comunicazione non consentito e di dotare tutti i reparti di Polizia Penitenziaria di appositi rilevatori di telefoni cellulari per ristabilire serenità lavorativa ed efficienza istituzionale”.

Impietoso il giudizio del sindacalista sulla attuale situazione penitenziaria: “I dati ci confermano che aggressioni, ferimenti, colluttazioni, che spessissimo vedono soccombere anche gli appartenenti al corpo di polizia Penitenziaria, sempre più contusi e feriti da una parte di popolazione detenuta prepotente e destabilizzante - conclude Capece- sono sintomo di una situazione allarmante, per risolvere la quale servono provvedimenti di tutela per gli agenti e di sicurezza per le strutture carcerarie”.

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