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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Centro affidi, è guerra fra l'assessore Calafiore e Garante per l'Infanzia: esplode lo scandalo servizi sociali

L'esponente della giunta De Luca accusa Costantino di alimentare polemiche perchè di parte politica. Ma le tappe della querelle e altri documenti raccontano un'altra verità

Non ci sono solo i ritardi nella trasmissione di atti all’autorità giudiziaria per il centro affidi ma anche una serie di denunce che pesano come macigni sugli assistenti sociali del Comune di Messina. 
Si allarga sempre più quello che ormai è  lo “scandalo” dei servizi sociali, dove affiorando giorno dopo giorno carenze e incapacità che minano uno dei settori più delicati: l’assistenza ai più fragili e ai bambini.

L’ultimo capitolo è il botta e risposta tra l’assessore Alessandra Calafiore e il Garante per l’Infanzia Fabio Costantino che ha affidato ad un lungo commento su facebook, la sua amarezza per alcune dichiarazioni boomerang rese alla stampa dall’assessore. La Calafiore ha parlato di mistificazione, di manovra politica sul Centro affidi, accusando il Garante di alimentarla in quanto collegato a Pd e M5Stelle, partiti interessati a fare la guerra al sindaco.

Le tappe dello scontro sul Centro affidi

La querelle sul centro affidi è ormai nota: ad un convegno organizzato dal Garante il procuratore del Tribunale dei Minori Andrea Pagano, ha denunciato la mancata trasmissione delle relazioni sui minori in affidamento da parte del Comune da circa due anni ed ha informato che, a firma congiunta, il 16 ottobre era stata mandata nota ufficiale a Palazzo Zanca per chiedere la trasmissione degli atti entro 60 giorni. 

Le dichiarazioni al convegno, a cui l’amministrazione ha ritenuto di non dover nemmeno partecipare, sono finite all’attenzione di alcuni consiglieri comunali che hanno presentato una interrogazione e perfino dell’Assemblea regionale. Quando si parla di mancata trasmissione di atti non si fa riferimento a cartacce burocratiche ma a documenti che possono fare la differenza tra il ritorno in famiglia dei bambini o alla loro adozione definitiva.

La mancanza di questi atti, infatti, non consente al Tribunale di definire i procedimenti in corso con l’eventuale recupero delle competenze della famiglia di origine o alla definizione del procedimento con decreto di adottabilità. In sintesi: i bambini rimangono nel limbo, nell’impossibilità di tornare con le loro mamme e papà o di trovarne nuovi. Ebbene, la mancata trasmissione di questi documenti è stata appresa dal sindaco non  grazie all’assessore Calafiore ma all’assessore Dafne Musolino che lo ha appreso per caso parlando col garante dell’organizzazione di un convegno. Da quel momento, il sindaco De Luca prende in mano la situazione, convoca una riunione e dà mandato di esitare entro i termini (15 dicembre 2021) le richieste dell’Autorità Giudiziaria. 

Le dichiarazioni boomerang

Non ci sta dunque Costantino ad essere additato come “di parte” e di alimentare polemiche perché fino ad oggi è stato da una parte soltanto, quella dei minori e tanti sono stati i silenzi per rispetto delle istituzioni con le quali ha sempre collaborato così come prevede il suo ruolo.

Le dichiarazioni della Calafiore accendono però ora una miccia, segnano uno spartiacque. Costantino non chiarisce infatti solo le tappe della vicenda del centro affidi ma va oltre e punta l’attenzione anche su “l’esiguità e le difficoltà del personale del Centro Affidi e del Servizio Sociale note da tempo”. Così come evidenziato da una consigliera comunale che il  25 novembre, in commissione, ha depositato documenti di cui non era nemmeno il garante era conoscenza e che dimostrano come, già dal 2018, la responsabile del Centro affidi aveva comunicato le difficoltà del servizio.  

“Sono felice – dice Costantino - se a seguito di queste segnalazioni finalmente si sono accesi i riflettori sulle difficoltà del Servizio sociale comunale, che soffre di una seria carenza di personale che solo in parte è stata compensata dall’immissione in ruolo di una ventina di assistenti sociali del Pon inclusione, che per contratto possono occuparsi solo di alcune pendenze. Sono a conoscenza di una riorganizzazione in atto del Servizio con la probabile nomina di un coordinatore che faciliterà, si spera, la funzionalità del servizio stesso. Se ciò sta avvenendo – insiste - è anche per le numerose lamentele dell’utenza che hanno interessato il mio Ufficio e che mi hanno visto, mio malgrado, coinvolto in procedimenti giudiziari nella qualità di Garante come persona informata sui fatti, su procedimenti che riguardano ricorsi promossi dall’utenza contro il dipartimento ed il personale del Servizio sociale. Sono a conoscenza, ancora, di procedimenti presso l’ordine professionale regionale a carico del personale del Comune sempre a seguito di segnalazioni dell’utenza – continua Costantino - Tutto ciò dimostra una sofferenza del Servizio e del personale che purtroppo gestisce un numero enorme di fascicoli. Anche su questo sono sempre rimasto in silenzio per evitare qualsiasi strumentalizzazione. Sono e rimango a disposizione del sindaco, delle commissioni comunali e regionali per mettere a disposizione quanto di mia conoscenza per migliorare i servizi a tutela dei bambini. Non è mia responsabilità intervenire se non attraverso l’unico strumento a disposizione del Garante: le segnalazioni agli organi competenti. Non accetto alcuna insinuazione circa il mio operato – chiarisce - perché quanto dichiarato è supportato dalla necessaria documentazione”.

Il mancato invito al Garante al tavolo per la Tutela dell'infanzia

Costantino esprime poi rammarico per il mancato invito ai tavoli tematici della legge 328. 

“Duole  apprendere, proprio in questi giorni, dallo stimatissimo presidente dell’Associazione Arcigay di Messina, Rosario Duca, che alla sua specifica richiesta al Coordinatore dei Tavoli tematici della legge 328 del Comune circa l’assenza del Garante dell’infanzia, soprattutto al tavolo “Tutela dell’infanzia”, il responsabile avrebbe dichiarato che la scelta dei partecipanti spetta all’assessore. Ho appreso già in data 14 settembre dell’avvio di questi tavoli da una associazione, con la quale collaboro regolarmente, e nei giorni successivi da numerosi operatori che mi chiedevano perché il Garante dell’Infanzia non fosse stato coinvolto. Ho sempre risposto che non avevo mai ricevuto invito a presenziare e che sarei sempre stato disponibile. Ricordo però al responsabile dei tavoli tematici  e all’assessore che l’Ufficio del Garante è una Istituzione del Comune di Messina e che al pari, e forse più di altre, ha titolo per sedere ai tavoli che riguardano la tutela dei minori. Anche su questo ho fatto silenzio – continua ora Costantino - Altro potrei riferire ma tanto basta per rappresentare le difficoltà di lavoro dell’Ufficio che ho l’onore di presiedere.  Sono abituato a lavorare in silenzio e con dedizione mettendo a disposizione gratuitamente, sino a quando mi sarà possibile, le mie competenze a servizio della tutela dei minori.  Tutto il resto appartiene a dinamiche che non mi appassionano, che non accetto e che non accetterò mai. Non sono mai stato iscritto ad alcun partito politico, non ho mai svolto campagna elettorale per nessun candidato politico ed ho partecipato alla selezione pubblica per ricoprire il ruolo di Garante selezionato solo su curriculum”.

“Al momento della mia nomina – spiega - non conoscevo personalmente alcun consigliere comunale. Non accetto alcuna insinuazione dall’assessore Calafiore circa la mia imparzialità. Temo piuttosto che le mie segnalazioni di questi anni abbiano infastidito l’assessore spingendola non solo ad escludere il Garante dell’Infanzia dai tavoli istituzionali ma ad impedirgli già nel luglio del 2020 la concessione del mio sostegno ad una associazione, con l’utilizzo della partita iva del Comune, per la partecipazione ad un bando pubblico per il reperimento di finanziamenti a favore dei minori. Se avessi voluto strumentalizzare il mio ruolo avrei reso pubblico anche il parere del Segretario generale, che ho richiesto in merito a questa vicenda, e che ha chiarito le competenze del Garante e dell’assessorato. Parere trasmesso dal segretario anche all’ Autorità garante nazionale che avevo interessato del caso.  Tutto quanto affermo è documentabile in ogni sede.  Alla luce delle dichiarazioni dell’assessore Calafiore che ritengo offensive -conclude -  sarà mia cura trasmettere alle Autorità competenti quanto a mia conoscenza per difendere la mia azione istituzionale e la mia immagine”.

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