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Cronaca

#MaiPiùScempi riaccende i riflettori sull'ex Silos Granai: "Degrado e immondizia e promesse non mantenute"

Il movimento denuncia le condizioni della struttura posta a breve distanza dal porto e attacca l'ex amministrazione: "365 giorni dopo niente di realizzato dell’ennesimo racconto di progetti e idee"

Oggi degrado e abbandono, domani la rinascita, almeno sulla carta, con un hub tecnologico. Il destino dell'Ex Silos Granai è sospeso tra la triste attualità e gli scenari futuri, ma intanto sono degrado e abbandono a farla da padrone. Il movimento #MaiPiùScempi riaccende i riflettori sullo stabile posto a pochi passi da porto e stazione ferroviaria, con una nota di Domenico Gabriele Ferrante, co-fondatore del progetto insieme a Marco Bellantone, e attuale candidato alla quarta circoscrizione in quota 5 Stelle.

"Avevano parlato del più grande progetto di rigenerazione urbana. Avevano promesso che entro un anno sarebbero partiti i lavori. 365 giorni dopo niente di realizzato dell’ennesimo racconto di progetti e idee, la prova ancora una volta, che quell'amministrazione ha abbandonato la nave stile Schettino mandandoci ad elezioni anticipate e quel non-luogo continua a covare degrado. "La Previti- commenta Ferrante- il 4 giugno 2021 aveva spiegato ai giornali che era in corso di elaborazione il progetto per un grande hub tecnologico. A un anno esatto tutto è fermo e sommerso dall’immondizia. I lavori avrebbero permesso, nei piani dell’ex amministrazione, la creazione di un hub che avrebbe favorito il rapporto tra Pubbliche Amministrazioni, imprese, ricerca scientifica e formazione dei giovani e avrebbero dovuto riguardare anche il mercato alle spalle dell’ex Silos e i Magazzini generali. I fondi utilizzati sarebbero stati quelli europei per l’innovazione, con un investimento di circa 15 milioni di euro. Da allora però tutto tace e l’area è ancora sommersa dai rifiuti".

"Nati come deposito di stoccaggio di derrate alimentari che poi sarebbero state vendute nei contigui Magazzini generali -spiega Ferrante- i Silos Granai sono sostanzialmente abbandonati dagli anni ’80. Da allora il Comune di Messina, proprietario, tenta di sbarazzarsene o, alternativamente, di valorizzarli, non riuscendo a fare né l’una né l’altra cosa. Non che non ci abbia provato".

"Nei vari piani di dismissione i Silos Granai -continua il candidato- negli anni hanno assistito ad un’altalena di valutazioni: dai 13,4 milioni ai 12 dopo la prima asta deserta, nel piano dismissioni del 2009 della giunta di Giuseppe Buzzanca, poi “messi a realizzo” a 8 milioni 560 mila euro dall’allora commissario straordinario del comune di Messina Luigi Croce e poi rivalutati a 10 milioni e 700mila euro dall’amministrazione di Renato Accorinti, che invece di venderli voleva riqualificarli, si partì con la realizzazione di murales nell’ambito del progetto “Distrart”, null’altro. Sorte ancora più beffarda per i Magazzini generali, venduti per il 10% circa del loro reale valore a un imprenditore che avrebbe voluto farci un palazzo a sette piani da oltre 12mila metri cubi di volume (mentre i Silos Granai, 3700 metri quadrati di superficie, una volta abbattuti, avrebbero fatto spazio ad un progetto di palazzo a nove piani da oltre 45mila metri cubi), per poi accorgersi che sull’immobile gravava un’ipoteca. In una porzione dei Magazzini Generali è ospitato il rifugio per senzatetto “La Casa di Vincenzo".

"Il 13 novembre 2019 -continua Ferrante- è stato anche effettuato un sopralluogo ufficiale dal sindaco Cateno De Luca e dell’assessore alle Smart City Carlotta Previti insieme con la squadra dell’ufficio programmi comunitari coordinata dall’ingegnere Giacomo Villari e da Placido Accolla responsabile di Mesmart, tutti protetti da tute isolanti e mascherine per proteggersi dell’accumulo di materiale ingombrante e dagli escrementi. L’idea della Giunta, spiegò all’epoca il vicesindaco, era quella di riqualificare il complesso immobiliare secondo i canoni dell’edilizia sostenibile. A distanza di tre annidal sopralluogo e di un anno dall’esposizione del piano, l’ex Silos ancora è destinato a diventare una discarica di degrado e sporcizia".

"Lo scorso marzo è stato aggiudicato un appalto per far partire un processo di bonifica e messa in sicurezza per la riconversione, ma da lì, dopo tre mesi, tutto è fermo. Chiediamo che l’area venga riqualificata -conclude- Una zona in centro città e un affaccio sul mare non può essere lasciata abbandonata a sé stessa, sommersa dall'immondizia e presa di mira per incendi, come quello dell’agosto 2019, del luglio 2020 e aprile 2022. Non è giusto per i turisti e per i cittadini, senza tenere in considerazione il danno ambientale che si sta andando a creare".

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