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Cronaca

Centro affidi, esplode il caso dei bambini “fantasma”: non c'è traccia del numero e delle modalità di assegnazione

L'allarme lanciato prima durante il convegno del Garante dei minori, poi dal sindaco e confermato infine dalla VII Commissione in attesa di conoscere la versione dell'assessore alle politiche sociali Alessandra Calafiore che dovrà partecipare nei prossimi giorni ai lavori

Quanti minori sono stati affidati, secondo quali criteri, per quanto tempo e quali famiglie si sono messe a disposizione per gli affidamenti temporanei? E' un dato che il comune di Messina non conosce. A lanciare l'allarme era stato già il sindaco Cateno De Luca che, dopo le amare constatazioni emerse durante il convegno organizzato dal Garante per l'infanza, ha convocato a Palazzo Zanca una commissione per conoscere lo stato dell'arte del Centro Affidi di Messina. 

E il quadro che ne è emerso nel corso dei lavori di venerdì 26 novembre ha confermato tutti gli inadempimenti da parte del dipartimento delle politiche sociali, soprattutto alla luce del protocollo realizzato nel 2019 fra lo stesso dipartimento, la giustizia minorile del Tribunale di Messina e il Garante dei diritti dell'infanzia.

Un sistema interforze che sarebbe dovuto servire proprio ad aggiornare le comunicazioni fra gli enti coinvolti, quanto meno ogni sei mesi. Come ha sottolineato Fabio Costantino, che ha partecipato ai lavori, poco o nulla è cambiato nel corso degli ultimi due anni. "Il sistema Affidi a Messina è in sofferenza e forse merita qualche approfondimento così come sono in sofferenza le poche assistenti sociali in servizio che si occupano di mille adempimenti e alle quali va la mia solidarietà - ha commentato al termine dei lavori - Lavorare con quel carico di fascicoli espone a qualche errore che se accadesse danneggerebbe per primi i bambini". 

Il maggior responsabile della mancanza dell'aggiornamento degli atti resta il comune di Messina che non ha ancora messo a punto la mappatura a 360 gradi delle fragilità presenti sul territorio, da minori, a disabili, a poveri, ad anziani. E nonostante le sollecitazioni da parte dell'Autorità giudiziaria le risposte e le relazioni del dipartimento non sono mai arrivate.

"Nemmeno alla Regione sono stati mai comunicati i dati secondo quanto previsto dalla legge - ha denunciato la consigliera del Movimento 5 Stelle Cristina Cannistrà - Dal 2019 a oggi la situazione è rimasta sempre la stessa, ma la storia comincia da prima e già nel 2018 avevo denunciato le carenze dovute alla mancanza di relazioni da parte del dipartimento". 

Uno dei problemi connessi all'assenza dei dati sui minori è anche la carenza di personale dei servizi sociali che possa svolgere le funzioni di organizzazione del dipartimento. "Attualmente sono impiegati 18 assistenti sociali per quanto riguarda il Reddito di cittadinanza e se nei nuclei familiari di pertinenza esistono criticità possono portare avanti lìe procedure - continua Cristina Cannistrà - Ma non possono trattare altre problematiche esterne al servizio svolto". 

La proposta, partita anche a livello nazionale attraverso un emendamento della senatrice pentastellata Grazia D'Angelo è quella di stabilizzare le figure professionali assunte tramite il fondo di povertà per impiegarle quindi all'interno del Dipartimento per le politiche sociali e sopperire così al ridotto numero di assistenti in dotazione al Comune di Messina. 

Adesso la commissione dovrà ascoltare l'assessore alle politiche sociali Alessandra Calafiore, che nei prossimi giorni sarà convocata in audizione. 

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