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Cronaca

Sistema Montante, tra i 13 nuovi indagati pure Crocetta: "Così evitò la diffusione di un video hot"

Chiusa l'inchiesta bis su corruzione e favori. Per i pm di Caltanissetta, l'ex governatore sarebbe stato "asservito" all'ex capo di Confindustria e avrebbe ottenuto 400 mila euro per la sua campagna elettorale oltre al blocco di un filmato che lo avrebbe ritratto in atteggiamenti intimi con dei minorenni. La replica: "Falsità, c'è un pregiudizio sessista"

La Procura di Caltanissetta ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini e si appresta a chiedere un nuovo processo per l'ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, accusato di corruzione, truffa e traffico di influenze illecite, assieme ad altre 12 persone, tra cui spicca il nome dell'ex presidente della Regione, Rosario Crocetta. Si tratta di una seconda tranche dell'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Gabriele Paci e dai sostituti Claudia Pasciuti e Davide Spina, che ha già portato a una condanna a 14 anni di reclusione proprio per Montante.

Gli indagati

Oltre a Montante e Crocetta - che grazie all'aiuto dell'ex presidente di Confindustria Sicilia sarebbe anche riuscito ad evitare la diffusione di un video a sfondo sessuale che lo avrebbe ritratto con dei minorenni, un'accusa che ha respinto - l'avviso è stato notificato all'ex direttore della Dia, Arturo De Felice, agli ex assessori regionali Linda Vancheri e Mariella Lo Bello, all'ex commissario dell'Irsap, Maria Grazia Brandara, all'ex capocentro della Dia di Palermo, Giuseppe D'Agata, al poliziotto Diego Di Simone Perricone, che era a capo della security di Confindustria, al vicequestore in servizio allo scalo di Fiumicino, Vincenzo Savastano, all'ex capocentro della Dia di Caltanissetta, Gaetano Scillia, agli imprenditori Rosario Amarù e Carmelo Turco, nonché all'ex presidente di Sicindustria Giuseppe Catanzaro.

"Tutti piegati ai desideri di Montante"

Crocetta, assieme a Vancheri, Lo Bello, Catanzaro, Brandara, Savastano, De Felice e Scillia e ad altri processati nell'altro troncone, sono accusati di associazione a delinquere. Tutti, secondo i pm, si sarebbero piegati ai desideri di Montante ed avrebbero ottenuto in cambio nomine, vacanze, biciclette, finanziamenti ed "altre utilità". L'ex presidente degli industriali, infatti, tenendo i rapporti personalmente o per il tramite di Di Simone, con appartenenti alle forze di polizia per indirizzare la loro attività e in modo da garantire i propri interessi personali e di persone appartenenti alla sua cerchia, avrebbe ottenuto informazioni riservate che avrebbe utilizzato a suo vantaggio, dice l'accusa. Catanzaro, Turco e Amarù avrebbero poi finanziato "in nero", la campagna elettorale di Crocetta, sia per beneficiare "della compiacente attività amministrativa" del governo da lui presieduto sia per consentire loro, assieme a Montante, di consolidare ed espandere le proprie posizioni nei settori economici di loro interesse.

I "favori" 

Crocetta, secondo i pm, si sarebbe "messo a disposizione" di Montante "asservendo agli interessi di quest'ultimo e dei soggetti a lui legati gli apparati dell'amministrazione regionale sottoposti, direttamente e indirettamente, ai suoi poteri di indirizzo, vigilanza e coordinamento, tra l'altro con la nomina di assessori individuati da Montante", così si legge nel provvedimento della Procura.
A "disposizione" dell'ex presidente di Confindustria si sarebbero messi anche gli ex assessori regionali alle Attività produttive Vancheri e Lo Bello e l'ex commissario Brandara. Savastano, invece, operando nello scalo aeroportuale della Capitale, avrebbe permesso a Montante di "eludere sistematicamente i controlli di sicurezza". L'ex direttore della Dia, De Felice, si sarebbe piegato anche lui alle richieste dell'ex presidente degli industriali, adottando anche "su esplicita sollecitazione, iniziative pregiudizievoli nei confronti di soggetti invisi" a Montante e "favorendo quelli da lui ritenuti 'vicini'". Lo stesso avrebbe fatto anche Scillia.

Crocetta, i soldi e il video a sfondo sessuale

Nello specifico, Crocetta, per la Procura di Caltanissetta, avrebbe ricevuto 200 mila euro da Montante e 200 mila euro da Catanzaro per finanziare la sua campagna elettorale. Ma sarebbe riuscito ad ottenere anche un altro favore: grazie all'intervento dell'ex presidente di Confindustria - sostiene sempre l'accusa - si sarebbe evitata la diffusione di "un video a contenuto sessuale che lo ritraeva in atteggiamenti intimi con soggetti minori di nazionalità tunisina, non meglio identificati".

La replica dell'ex governatore

"Non sono mai stato con un minorenne, non esiste alcun video hard con ragazzini tunisini. E' un pettegolezzo che mi porto appresso dal 2008 quando mi candidai per la seconda volta a sindaco di Gela. Presentai anche una denuncia finita nel nulla. E a distanza di 15 anni ancora si parla di questo video inesistente. Sono senza parole. La macchina per creare il mostro da sbattere in prima pagine si è messa in moto...". Così ha replicato alle accuse della Procura di Caltanissetta, attraverso l'Adnkronos, l'ex presidente della Regione, Crocetta. "E' tutto falso - afferma - e ripeto: non sono mai stato con un minorenne. Quando andavo in Tunisia, dal 2003, cioè da quando sono stato messo sotto scorta ero sempre con la polizia fino al 2017. Come avrei potuto fare giochetti sessuali con le forze dell'ordine presenti? Ma non scherziamo! E poi, se fosse vero, sarei già stato indagato o arrestato per pedofilia. C'è anche un pregiudizio sessista - conclude - perché un omosessuale deve fare per forza cose zozze, ma mai nessuno ha trovato una prova o un elemento che io avessi fatto questi video hard. Stiamo palando del nulla".

Vancheri, l'assunzione, i rimborsi e il mutuo

Vancheri, piegando l'attività dell'assessorato alle richieste di Montante, secondo la Procura ,avrebbe ottenuto: l'assuznione in Confindustria nazionale con una retribuzione annua di 160 mila euro lordi, il rimborso delle spese in relazione all'assunzione fittizia, a titolo di apprendistato, in una delle aziende di Montante, e l'aiuto per ottenenre da una banca un mutuo fondiario da 340 mila euro.

La nomina "strategica" di Lo Bello

Lo Bello avrebbe commesso anche lei "una pluralità di atti contrari ai suoi doveri d'ufficio" quando era assessore regionale per l'Istruzione e la formazione professionale per poi ottenere in cambio la nomina ad assessore regionale alle Attività produttive, "ruolo strategico grazie al quale, secondo Montante, 'si può fare a terza guerra mondiale putimmu fari", come si legge nel provvedimento dei pm nisseni.

Savastano, le biciclette, la vacanza a Cefalù e la minicar

Savastano, in cambio dei suoi "servigi", per l'accusa, avrebbe ottenuto una bicicletta "U-221 City Dream" per sé e una per la moglie, "una raccomandazione essenziale per l'assunzione in Aeroporti di Roma", ma anche una vacanza a Cefalù tra il 19 ed il 22 agosto del 2016 per lui e la famiglia, pagata poi 510 euro da Montante, e una minicar dal prezzo di 13.500 euro. L'indagato si sarebbe prodigato, anche millantando richieste da parte del Viminale, per consentire a Montante e al suo entourage di imbarcarsi anche se il gate era già chiuso o di atterrare anche in caso di condizioni meteo avverse, per esempio.

Le assunzioni per De Felice e Scillia

De Felice, grazie a Montante, avrebbe ottenuto per il figlio incarichi retribuiti da Confindustria nazionale e dalla Luiss, e per la figlia l'assunzione alla "Brunello Cucinelli spa". Scillia avrebbe ottenuto anche lui delle assunzioni per suoi conoscenti in diverse aziende legate in qualche modo all'ex presidente di Confindustria.

Fava: "Confermata la nostra relazione di due anni fa"

"Esattamente due anni fa, il 19 marzo 2019, la commissione Antimafia approvava la relazione sul 'sistema Montante'". Lo ricorda il presidente Claudio Fava, che sottolinea come "nelle pagine di quella relazione veniva plasticamente ricostruito un sistema pervasivo che piegava la macchina amministrativa e il governo della Regione siciliana agli inqualificabili interessi di pochissimi. Le conclusioni della nostra relazione sono oggi confermate dalla Procura di Caltanissetta, punto per punto, responsabilità per responsabilità". E aggiunge: "Il governo Crocetta è stato l'esecutore della volontà di un gruppo di potere parallelo che per anni ha delegittimato regole, norme e prassi parlamentare. Per una volta la politica ha saputo anticipare il lavoro, meritorio, delle Procure. Per taluni erano solo gossip, per noi è stato il frutto di mesi di indagine, di riscontri documentali, di testimonianze acquisite. Un lavoro di cui oggi possiamo andare orgogliosi", conclude il presidente dell'Antimafia regionale. 

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