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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Anche Messina al fianco della prof. sospesa, la solidarietà su Facebook

Anche la maestra Matilde Chiarenza, insegnante al Crispi, “virtualmente” presente in questa protesta. La nota di Pietro Patti (Cgil): “Provvedimento pericoloso che mette a rischio libertà di insegnamento e pluralismo di idee”

Arriva anche da Messina la solidarietà a Rosa Maria dell'Aria, la docente di Italiano al Vittorio Emanuele di Palermo, sospesa per due settimane per mancato controllo perché i suoi studenti in un video, durante il giorno della memoria, hanno accostato la figura del vicepremier Matteo Salvini a quella di Mussolini. 

Non c’è l’ha fatta ad assistere passiva ad esempio, la maestra Matilde Chiarenza, stimata insegnante dell’Istituto Crispi di Messina, che ha voluto essere “virtualmente” essere presente in questa protesta a fronte di un provvedimento considerato  “pericoloso” che mette in discussione libertà d’insegnamento e pluralismo delle idee.  In piazza sono scesi in tanti per protestare, sia docenti che alunni mentre in rete c’è anche la Petizione lanciata dal sindacato Usb Pubblico Impiego che ha superato le 26 mila firma e punta al tetto delle 30 mila.

Matilde Chiarenza insegnante-3

Matilde Chiarenza (nella foto), e il marito, il professore Pietro Patti, anche responsabile della Cgil Scuola, hanno affidato la propria solidarietà ad un cartello con la scrita “Liberi di insegnare, liberi di imparare #norepressione #sospendeteci tutti”. Piero Patti, nella sua qualità sdi sindacalista, ha chiamato a raccolta, tanti colleghi di Messina e provincia. Bella anche la frase che accompagna su facebook la foto dell’insegnante Chiarenza con il cartello di solidarietà. E’ una frase del Petracca che avverte:  "Ricorda, non iniziò subito con le camere a gas e i campi di sterminio. Iniziò con i politici che dividevano le persone tra «noi e voi».
Iniziò con l’intolleranza e l’odio verbale e quando le persone iniziarono a non interessarsi più, divennero prima insensibili e poi chiusero gli occhi davanti all’orrore".
«Non è facile commentare questa notizia – spiega Pietro Patti - è strano che un ufficio amministrativo abbia assunto una posizione così dura”. 

La sospensione della docente prevede infatti anche la mancata retribuzione, ed è un provvedimento disciplinare forte, anticamera del licenziamento.

Il documento della Cgil

"La scuola non insegna a censurare le opinioni ma a discuterle o criticarle - spiega Pietro Patti - Tra i compiti del docente non rientra quello di "purgare" gli elaborati dei propri studenti ma quello di correggere eventuali errori. Se parlare di Giornata della memoria è omessa vigilanza allora sospendete tutti i docenti il 27 di Gennaio di ogni anno, se parlare di fascismo ed olocausto è omessa vigilanza allora sospendeteci tutti, se paragonare le leggi razziali del '38 al decreto sicurezza è omessa vigilanza, allora sospendeteci tutti. Le opinioni possono essere sempre discutibili ma mai censurabili. La sanzione disciplinare inflitta alla docente per "omessa vigilanza" di fatto si prefigura come una censura di Stato. Si sanziona la libertà di pensiero ma non i colpevoli di apologia di fascismo. Tutto il mondo della scuola messinese chiede il ritiro della sanzione disciplinare e il rientro immediato della docente a scuola tra i suoi ragazzi”.

La Flc Cgil di Messina e tutte le sue componenti, dai dirigenti sindacali ai semplici iscritti, dai docenti al personale Ata di tutte le scuole provinciali hanno voluto esprimere con una nota vicinanza e solidarietà alla docente di Palermo. “Non bastavano, nel recente passato, le coltellate, le legnate, gli insulti da parte di svariati genitori verso alcuni docenti, adesso anche la repressione e il castigo dello Stato verso chi educa e forma i cittadini del domani”, si legge nel comunicato.

Che aggiunge: “La vicenda di Palermo ha riacceso il "fuoco" in una classe, quella dei lavoratori della scuola, che da troppi anni subisce e continua a subire vessazioni ed umiliazioni da parte dei governanti di turno. Non possiamo stare zitti di fronte alla limitazione e alla soppressione della libertà d'insegnamento sancita dall'art. 33 della nostra Costituzione».

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