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Cronaca

Sport, il rettore rappresentante dell'Università per la Ssd ma è scontro sui debiti con il Cus Unime

Il Centro sportivo universitario fuori dal Cusi per le passività. Ma sull'entità delle cifre rivendicate è guerra a colpi di relazioni e ricorsi. La posta in palio

E' il rettore Salvatore Cuzzocrea il rappresentante dell'Università degli Studi di Messina in seno all'Assemblea della Ssd, la società Sportiva Dilettantistica Unime arl. Lo ha nominato il consiglio di amministrazione dell'Ateneo presieduto dallo stesso rettore. Ampio il mandato: potrà proporre l'attribuzione di compensi per gli amministratori e sindaco; prendere ogni determinazione utile in relazione alle procedure collaboratori e dipendenti, vale a dire le assunzioni da fare naturalmente nel rispetto delle disposizioni normative vigenti e tenendo presente che  le società a controllo pubblico devono preventivamente stabilire, con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale nel rispetto dei principi di trasparenza e imparzialità”.

La Ssd è la partecipata (socio unico l’Università) nata sulle ceneri del Cus il 18 dicembre dello scorso anno, quando l’Ateneo ha rescisso la convenzione per la gestione degli impianti sportivi dell’Annunziata con il Cusi che negli ultimi sette anni aveva gestito la Cittadella - tramite il Cus - e preso parte a diversi campionati, anche di vertice, in numerose discipline.

Ha per oggetto “la gestione di un servizio di interesse generale” finalizzato allo “sviluppo e diffusione di attività sportiva dilettantistica connessa alla pratica dello sport, intesa come mezzo di formazione psico-fisica degli studenti e dei dipendenti dell'Università degli Studi di Messina” ma anche quello dell'utenza esterna interessata alla pratica sportiva, tanto che di recente sono stati federati nelle varie discipline anche coloro che non appartengono all’ambiente universitario.

L’atto deliberativo di costituzione della società, il cui consiglio di amministrazione è presieduto dalla campionessa olimpica Silvia Bosurgi, è stato trasmesso alla Corte dei Conti e all'AGCM.

Ma tutta la vicenda resta al centro di una complicata matassa ancora da sbrogliare. Intanto sul fronte delle passività rivendicate dall’Università ma contestate dal Cus e poi anche sulla gestione in house delle attività sportive che nelle università sono affidate al Cusi, l’ente riconosciuto dal Coni al quale lo Stato ha attribuito il compito di curare la pratica, la diffusione ed il potenziamento dell’educazione fisica e dell’attività sportiva per gli studenti universitari italiani. Il Cusi ha infatti depositato un ricorso il 12 novembre 2020 che ha come oggetto "Istituzione di società polisportiva per la gestione delle attività sportive e gestione degli impianti dell'università degli studi di Messina". 

“Non è affatto un caso unico la partecipata dell’Università di Messina per la gestione delle attività sportive – spiega il rettore Salvatore Cuzzocrea -  c’è già il Politecnico di Milano, ma anche la Sapienza di Roma gestisce lo sport con le proprie strutture amministrative. Da oggi può farlo anche l’Università di Messina in quanto beneficiaria della 394, una legge dello Stato che prevede finanziamenti a vantaggio degli Atenei per lo sport universitario”.
Non mancano i mugugni però per un’anomalia che riguarda la tempistica: l’incarico del 14 aprile al rettore prevede anche il reclutamento di personale ma le attività sportive alla Cittadella sono in corso già da qualche mese, evidentemente portate avanti con dipendenti e collaboratori assunti senza aver rispettato quanto previsto all'articolo 35, comma 3, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 a cui fa riferimento la delibera di nomina.  

“Su questo occorre chiedere alla Bosurgi – spiega il rettore - Certamente si è evitato di bloccare le attività in essere. Per cui ci sono contratti ponte in attesa di arrivare a un bando pubblico. Per quanto riguarda il ricorso del Cusi, posso invece dire che stiamo lavorando in piena sinergia e insieme continueremo a collaborare per rilanciare lo sport dei nostri studenti”.

Che i rapporti tra Università e Cusi siano ormai distesi, lo conferma la delibera del 23 aprile 2021 con cui si dà mandato al presidente di prendere contatti col rettore per dare impulso alle iniziative necessarie a garantire la prosecuzione dell’attività sportiva universitaria a Messina. Nello stesso atto si apre invece lo scontro con il Cus, già commissariato per il ritardo nell’approvazione del bilancio,  a cui viene tolta la qualifica di federato.
Cusi fa riferimento anche alle passività, oltre 61 mila euro di esposizione bancaria, debito verso fornitori per 282.882,61 euro, verso i collaboratori di 177.010,00, debiti verso fornitori per 53.950,74, mutui e prestiti per 34.348,19. 

In più: “Non risulta essere stato inserito tra le passività – scrive - l’importo dovuto a titolo di rimborso delle utenze reclamato dall’Università per complessivi euro 478.972,86; che devono essere ancora erogate prestazioni per attività sportive in abbonamento per circa 80/100 mila euro; che con riferimento ai 143 collaboratori in essere e ai 6 collaboratori cessati da un lato sussiste una esposizione debitoria del Cus Unime e d’altro lato sussiste rischio di azioni giudiziari per rilevanti importi per il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato”.

La carenza di liquidità costituisce già presupposto per la perdita dell’affiliazione a cui si aggiunge anche la mancata impugnazione alla rescissione della convenzione da parte dell’Università e una serie di altri elementi.
Il Cus ha già replicato con una nota al presidente Antonio Dima, sostenendo che “la posizione debitoria trova come principale, se non unica ragione, l’illegittima risoluzione subita” e ricorda al Cusi che “tutte le azioni legali per il recupero dei crediti, il ripianamento della posizione debitoria ed il riavvio dell’azione sociale” spettavano al Cusi.

Sui debiti, già con una precedente nota, il Cus ha relazionato che i 478 mila euro rivendicati per le utenze dall’Università non sono dovuti e non risultano da nessuna parte in bilancio né del centro sportivo universitario né dell’Università (come delibera del consiglio di amministrazione dell’Ateneo del 21 dicembre 2018) mentre risultano invece circa 250 mila euro di contributo della 394 e della legge regionale per  lo  sport  universitario (legge     n. 373313)  che l’Università non ha ancora rimborsato al Cus Unime. 

“Ciò premesso – conclude il Cus che si riserva anche eventuali azioni legali - non può non censurarsi anche il comportamento complessivo tenuto dal Cusi in tutta la vicenda che ha sostanzialmente impedito alla Asd scrivente di tutelare i propri diritti nei confronti dell’Università e degli altri terzi, determinando il conseguenziale danno economico che oggi la stessa si trova a patire”.

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