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Cronaca torrente Santo Stefano Briga

Dopo la morte di moglie e genitori rileva la tabaccheria, ma scopre che è abusiva: "Nel 2016 era tutto regolare, ora devo chiudere"

La storia di Antonino Aloisio, commerciante di Santo Stefano Briga. Prima il grave lutto a causa del Covid, poi il rischio di perdere il lavoro. Il 30 novembre non avrà più la licenza a causa della mancata agibilità del locale. Colpa di una stanzetta di pochi metri quadri risultata irregolare. "Sette anni fa abbiamo aperto senza problemi, adesso rimarrò disoccupato con due figli a carico"

Prima la tragedia familiare, poi l'incubo di perdere il lavoro. Vede tutto nero Antonino Aloisio, volto conosciuto a Santo Stefano Briga perché proprietario dell'unica tabaccheria che serve il villaggio. E proprio questa attività commerciale il prossimo 30 novembre dovrà chiudere. Antonino sarà costretto ad abbassare per l'ultima volta la saracinesca dopo aver scoperto che parte della struttura risulta abusiva e per questo motivo non può più avere la licenza. I guai per Antonino iniziano due anni fa. "Nel 2021 mia moglie muore a causa del Covid - racconta il commerciante a MessinaToday - pochi giorni dopo la pandemia uccide anche i miei genitori. Mi ritrovo solo con due figli piccoli da crescere. Divento quindi proprietario della tabaccheria e avvio tutte le pratiche necessarie, ma durante i controlli salta fuori che il locale che ospita il bagno è abusivo. Il Comune non mi concede l'agibilità".

Antonino non sa che fare e contatta il proprietario dell'immobile che nei decenni precedenti aveva dapprima ospitato un bar e poi una sartoria senza alcun problema. Dall'analisi delle carte risulta una modifica del prospetto originario del negozio e una conseguente espansione non riconosciuta dagli uffici del dipartimento Urbanistica di Palazzo Zanca. "Io non ho la facoltà di rimuovere ciò che è considerato abusivo e senza agibilità l'agenzia Dogane e Monopoli non può concedermi la licenza. Devo quindi chiudere entro la fine del mese".

Ma in una storia del genere c'è sempre il paradosso. La famiglia Aloisio apre la rivendita nell'attuale piazza nel 2016 e tutto fila liscio senza alcun intoppo con un tecnico a comprovare l'agibilità dell'immobile. "A distanza di sette anni cosa è cambiato?", domanda Antonino. All'origine ci sarebbe una modifica della legge divenuta più stringente rispetto al passato quando per avere la licenza non serviva il certificato d'agibilità, ma solo la perizia di un tecnico.

Antonino Aloisio può giocarsi la carta del trasferimento. Ma anche questa strada non è facilmente percorribile. "Devo aprire un nuovo locale entro i due chilometri dalla rivendita attuale e non posso esercitare a meno di seicento metri di distanza da un'altra tabaccheria". Limiti facilmente superabili in una città mediamente grande, ma che diventano veri e propri ostacoli in un paesino come Santo Stefano Briga. "Non si trovano locali idonei perchè parliamo di edifici vecchi e non a norma - spiega Aloisio - e sono costretto a spostarmi solo verso valle in direzione Santo Stefano Medio dove già esiste un'altra rivendita. Potrei aprire in collina, ma ovviamente nessun cliente verrebbe a trovarmi".

Antonino lancia un appello alle istituzioni. "Sono il primo a voler rispettare la legge però chiedo una deroga o qualsiasi atto per aiutarmi. Questa attività per me è tutto, non posso sopportare anche di ritrovarmi disoccupato dopo aver perso i miei cari per il Covid, devo assicurare il pane ai miei figli e garantire loro un futuro".

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