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Cronaca

Streaming illegale, a rischio anche gli utenti: multe salate e detenzione fino a 3 anni

I risvolti dell'inchiesta con cui è stata smantellata una banda che avrebbe gestito il 70% della Pay tv pirata in Italia. Scovati pure 900 mila "clienti" per i quali, come rimarca l'Agcom, potrebbero essere contestate la violazione dei diritti d'autore e la truffa alle emittenti e allo Stato, con multe fino a 25 mila euro

Le ben 900 mila persone, sparpagliate in tutta Italia, che avrebbero acquistato ed utilizzato abbonamenti pirata alle pay tv, come è emerso dal'inchiesta "Gotha" della Procura di Catania che ha smantellato una rete che avrebbe gestito il 70 per cento dello streaming illegale nel Paese, rischiano grosso. Anche se ricorrendo agli accessi abusivi non si ha forse chiara la percezione di commettere reati gravi, in realtà le sanzioni sono infatti pesanti.

Le contestazioni per gli utenti potrebbero essere di violazione dei diritti d'autore, ma anche di truffa ai danni dell'emittente e pure ai danni dello Stato, che sul canone alle pay tv incassa delle tasse. Le pene possono arrivare fino a tre anni di carcere, con una multa fino a 25 mila euro per chi ricorre ai fornitori abusivi (che rischiano naturalmente pene ancora più pesanti).

A mettere in evidenza il risvolto per gli abbonati ai canali pirata è stato anche il commissario dell'Agcom, Massimiliano Capitanio: "Dopo l'operazione della Procura distrettuale di Catania oltre 900 mila italiani, sorpresi a guardare illegalmente contenuti a pagamento, rischiano gravi conseguenze penali ed economiche", ha spiegato anche in seguito alle perquisizioni compiute in numerose città: non solo a Palermo, Catania, Messina, Trapani e Siracusa, ma anche Ancona, Avellino, Bari, Benevento, Bologna, Brescia, Cosenza, Fermo, Napoli, Novara, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Salerno, L'Aquila e Taranto.

Le conseguenze per i "clienti" sono state rimarcate anche dal direttore della polizia postale, Ivano Gabrielli: "Chi fa l'abbonamento illegale magari pensa che stia facendo una piccola cosa, ma in realtà contribuisce fattivamente a finanziare un mercato criminale con ricavi enormi".

Va detto che fino a qualche anno fa è prevalsa una linea "morbida" nei confronti degli utenti e la condanna al carcere è stata quasi sempre trasformata in una sanzione amministrativa: una multa, quindi, che comunque ha un costo più elevato di un abbonamento regolare alle pay tv. Tuttavia, ci sono stati anche dei casi in cui i giudici hanno negato questa convesione della sanzione: nel 2017, per esempio, capitò proprio a un palermitano che venne condannato a 4 mesi di carcere e a 2 mila euro di multa dalla Cassazione.

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