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VIDEO | "Se mi dai 500 euro ti libero la casa", il business degli svuota cantine: solo a febbraio 300 denunce

Una organizzazione strutturata che coinvolge badanti, familiari di parenti defunti e finti professionisti dello smaltimento rifiuti. Messina, una nuova terra dei fuochi, dove le cataste di pattume vengono date alle fiamme in barba alla legge

Il copione è sempre lo stesso: muore l’anziano genitore e nasce la necessità di liberare l’appartamento per poterlo mettere a reddito, affidandosi a chiunque sia disponibile a farlo. Non importa se autorizzato o meno, l’importante è che costi poco. Bastano 500 euro e il gioco è fatto. 

Dopo un paio di giorni si presentano due soggetti a bordo di un furgone e formulano un preventivo, assicurando di prendere tutto: mobili, elettrodomestici, vestiti, libri, referti medici, bollette, contratti. I materiali provenienti da abitazioni private, a insaputa dei proprietari, vengono però abbandonati nei torrenti, spesso nelle aree demaniali, in terreni privati e quasi sempre i rifiuti vengono bruciati per far posto ad altri o semplicemente per eliminare ogni traccia. 

Un business, quello degli svuota cantine, a cui la Polizia municipale ha dichiarato guerra. In particolare l’attività del servizio di Polizia Specialistica guidato dal Commissario Giovanni Giardina, coinvolgendo il Reparto Ambientale, coordinato dall’Ispettore Giacomo Visalli, solo negli ultimi 15 giorni hanno individuato e deferito all’autorità giudiziaria una decina di persone tutte responsabili di aver gestito un “traffico” di rifiuti quasi sempre conclusosi con la loro combustione.

L’attività si svolge con ogni mezzo, rubato, noleggiato o di proprietà, di piccole o grandi dimensioni. "Una volta ci è capitato di rinvenire tra i rifiuti la documentazione medica di una donna deceduta a seguito di un tumore e tra i rifiuti vi era la parrucca, probabilmente utilizzata dalla stessa durante la terapie", scrivono gli agenti. 

Per gestire i rifiuti è necessario essere iscritti all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, utilizzare un mezzo idoneo e per ogni intervento bisogna compilare un formulario con l‘esatta indicazione dei materiali con relativo codice CER, data, orario, luogo di produzione e luogo di conferimento. Una procedura ben più costosa di quella illegale. Ogni tipologia di rifiuto dovrà essere, infatti, trattato differentemente e conferito in posti idonei.

Gli ultimi interventi della municipale 

Ultimamente due soggetti sono stati sorpresi a bruciare rifiuti in un capannone delle Ferrovie dello stato che avevano occupato abusivamente. Gli svuota cantine avevano anche aperto un grosso foro sul solaio dal quale fuoriusciva il denso fumo dall’odore acre. All’interno del capannone sono stati rinvenuti rifiuti di ogni genere accatastati e pronti per essere bruciati, alcuni già bruciati in precedenza e altri in fase di combustione. Tutto ciò pieno centro cittadino con l’aggravante che il fumo ammorbava tutta la zona abitata ponendo in pericolo la salute pubblica.

Sempre uno degli ultimi interventi ha permesso di individuare i responsabili di un abbandono di rifiuti in un torrente della zona sud della città da parte di un supermercato ha cambiato gestione. Tra i rifiuti gli adesivi dei nuovi cartelloni pubblicitari, etichette prezzi, indifferenziata ed espositori con tanto di neon. 

 L’abitazione di una donna deceduta in un rogo a gennaio 2020, è stata liberata due settimane fa e i materiali contenuti nell’appartamento, in parte già combusti dall’incendio sono finiti in un terreno privato, dove venivano bruciati per essere eliminati definitivamente.

In un terreno venduto da poco ad una azienda, accertata essere abusiva anche questa, venivano bruciati i rifiuti di ogni genere prodotti dalla precedente proprietà poiché da precisi accordi contrattuali la stessa si era impegnata a liberare l’area da quanto in essa contenuto. I rifiuti sono sono sempre costituiti da materiale di diversa natura: legno rivestito da formica o vernici tossiche, plastica, piccoli elettrodomestici, materassi, bombolette contenenti gas, vetro e vasche in resina.

Le sanzioni 

Sono tanti i cittadini indignati che segnalano sui social i ritrovamenti e sono altrettanti coloro che si fanno avanti offrendo un concreto e sostanziale aiuto, che spesso porta all’individuazione dei responsabili. Ultimamente sono state acquistate dalla Messinaservizi Bene Comune dieci fototrappole e altre dieci sono state donate dalla Circoscrizioni.

Queste, disseminate sul territorio, sono un sostanziale aiuto all’individuazione dell’illecito conferimento dei rifiuti ma soprattutto dell’abbandono al suolo di questi. Solo nel mese di febbraio sono stati accertate circa 300 illeciti per un complessivo importo sanzionatorio pari a circa 130 mila euro, in alcuni casi si è riusciti a risolvere il fenomeno della micro-discarica di rifiuti urbani mentre in altre è un via di risoluzione.

Nei pochi cassonetti rimasti in centro, vengono conferiti rifiuti da parte di chiunque, dagli elettrodomestici ai sacchetti RSU provenienti da zone servite dalla raccolta differenziata.

"Si sta portando avanti la campagna sulla differenziata e presto anche le poche zone rimaste saranno private dei cassonetti. Il nostro lavoro di controllo e repressione, di concerto con i vertici della Messinaservizi, sarà affiancato da una sempre più attenta e costate attività di pulizia da parte della società partecipata", spiegano ancora gli agenti.

All’attività delle fototrappole si affianca quella delle pattuglie presenti sul territorio del reparto Ambientale che nel mese di febbraio hanno elevato mute per circa 35 mila euro, mentre il settore carcasse ha rilevato 77 veicoli in stato di abbandono  e verbalizzato 52 persone per un importo complessivo pari a 86.666 euro.

"Un lavoro, quello del Reparto Ambientale della Polizia Municipale di Messina difficile e impegnativo, spesso invisibile, e che rischia di essere offuscato dalle centinaia di segnalazioni che tempestano quotidianamente i social e che indignano i cittadini per bene", concludono. 

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