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Cronaca

Tangenti nella sanità, le pressioni di Misuraca sull'ex manager: "Devi far saltare tutto"

Dagli atti dell'inchiesta sul presunto giro di mazzette per appalti milionari emergono alcune conversazioni registrate da Fabio Damiani con l'ex deputato nazionale, che avrebbe cercato di favorire una ditta. I collegamenti con Messina

"Fabio, io ti ho mai domandato qualcosa?" e "come dobbiamo fare per farli arrivare secondi?" fino a "ci vediamo e rischiamo e fai saltare tutto, perché sei capace a far saltare tutto". A parlare, nel giugno del 2017, secondo la guardia di finanza, sarebbe Dore Misuraca, allora deputato nazionale, il cui obiettivo sarebbe stato favorire una ditta, la "Medicair", in un appalto da quasi 80 milioni per l'ossigenoterapia domiciliare. Le presunte pressioni del politico sono state raccontate agli inquirenti da chi le avrebbe subite, ovvero Fabio Damiani, ex presidente della Centrale unica di committenza, che ha riferito di un tono "molto aggressivo, quasi violento contro di me...", di un atteggiamento "imperioso", che ad un certo punto lo avrebbe addirittura spaventato.

Le conversazioni tra i due sono state registrate da Damiani e sono state effettivamente ritrovate sui dispositivi che gli furono sequestrati al momento del suo arresto, il 21 maggio del 2020, nel primo filone dell'inchiesta "Sorella Sanità", su un maxigiro di tangenti per l'affidamento di appalti milionari. Nonostante la presunta violenza di Misuraca, però, Damiani non lo avrebbe aiutato e a vincere quella gara era stata poi la Vivisol. La vicenda è negli atti del secondo filone dell'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Giacomo Brandini e Andrea Zoppi, che il 25 ottobre ha portato a nuovi arresti, anche sulla scorta delle dichiarazioni rese da Damiani e dal suo fedele faccendiere, l'imprenditore agrigentino Salvatore Manganaro, entrambi "pentiti".

Le confessioni di Damiani: "Misuraca mi parlò della gara"

Damiani racconta ai magistrati delle presunte pressioni di Misuraca nel verbale del 2 dicembre del 2020 e spiega: "Io con Misuraca ho un rapporto di lunghissima data (...) Misuraca fu il deputato che mi propose come direttore amministrativo dell'Asp di Palermo e mi presentò all'assessore alla Salute... Non fui nominato io, ma Misuraca propose Candela (Antonio, già a capo dell'Asp di Palermo e condannato in primo grado ndr)... Tanto è vero che poi Misuraca presentò me a Candela e da lì nacque un rapporto di frequentazione con Candela... Erano rapporti di stima reciproca, ma lo scontro arriva vent'anni dopo, siamo in un contesto completamente diverso. Un giorno mi ha chiamato io sono andato a casa sua e mi parlò di questa gara e a casa sua era presente un suo amico, che frequentava la sua segreteria politica e che avevo visto a casa sua in altre occasioni... Me lo presentò e vengo a sapere che era un commerciale (...) di un'azienda che aveva partecipato alla gara dell'ossigenoterapia domiciliare".

"Mi chiese di favorire questa ditta, fu molto aggressivo"

Poi "qualche tempo più avanti invece lui (Misuraca, ndr) mi chiamò - racconta ancora Damiani - e mi chiese di raggiungerlo e fu molto chiaro e mi chiese espressamente di favorire questa ditta nella gara, che per lui era molto importante, che non mi aveva mai chiesto niente, che di fatto era vero, che questa cosa gliela dovevo fare perché gliela dovevo... Fui preso molto alla sprovvista e dissi che non dipendeva da me, cercai un modo per sottrarmi a questa... anche violenza. Era con un tono molto forte, diciamo imperioso, che mai aveva assunto... Lui volle sapere i nomi dei commissari, come li poteva contattare eccetera. Fu una cosa molto molto forte questa e molto articolata. Io ho la registrazione di questa conversazione sul mio cellulare" e aggiunge che "lui fu molto aggressivo, molto... quasi violento contro di me".

"Era molto arrabbiato e mi fece paura"

Nel secondo incontro il politico "era ancora più arrabbiato, perché (la ditta, ndr) era arrivata terza, per loro era come se fosse uno sfacelo... Fu ancora più esplicito, ancora più arrabbiato perché aveva saputo che questa ditta non era messa bene e mi disse: 'Sabato e domenica non ti muovere assolutamente da casa perché io avrò bisogno di te'. E questa cosa mi fece quasi paura, insomma, perché era molto... Il tono era molto imperioso, poi invece non ci sentimmo...". Infine, dice ancora Damiani "abbiamo rotto completamente il rapporto, quindi io non l'ho più cercato, ero molto amareggiato, molto seccato. Di questa cosa ne parlai confidenzialmente con Candela, il quale mi disse di lasciar perdere... Lui aveva una frequentazione molto stretta con Misuraca a quel tempo...".

Le registrazioni: "Questi devono arrivare secondi..."

I finanzieri hanno ritrovato sui dispositivi sequestrati a Damiani due file audio, in cui a parlare sarebbero "con certezza" Damiani e "con altissimo grado di probabilità Misuraca". La registrazione sarebbe avvenuta "probabilmente il 9 giugno del 2017", all'insaputa del politico. I due - come è riportato in una delle informative della guardia di finanza - parlano prima di politica nazionale e poi Misuraca dice: "Senti Fabio, ma non è che possiamo fare fallire i ragazzi di..." e completa Damiani: "Chi sono, questi di Medicair?" e Misuraca "Farli arrivare secondi... Non li puoi far fallire ché se ne vanno dalla Sicilia, te lo sto dicendo... Mi dicono che su un'altra gara... però questi li devi far arrivare secondi, questi se ne vanno dalla Sicilia... Fabio io t'ho domandato mai una cosa?" e Damiani: "No mai... intanto bisogna vedere l'offerta economica".

"Non possono andare via dalla Sicilia, arriverò ai commissari"

Misuraca prosegue: "Ma gioia... siccome sono tutti interessati, hanno coinvolto lo studio quello là... (...) sì, che c'entra... No e poi è allievo dell'avvocato di Barbara... questo che interviene... ed io sono intervenuto su niente, non ho chiesto manco... però farli andare via dalla Sicilia...". Damiani spiega: "In commissione c'è un avvocato che si chiama Pipia" e Misuraca replica: "Perfetto ed è questo", riprende l'altro: "Lei è la figlia di un ex dipendente nostro, vecchio, poi c'è una psicologa di Messina... Una è tutta per Sapio Life e un'altra è tutta per Vivisol, quindi io..." e Misuraca: "Arriverò a loro due... Tu a me onestamente mi devi dire per ora come sono messi". Damiani risponde: "Io ti posso fare avere pure il verbale... Abbiamo prima Vivisol, seconda Linde Vitalaire, terza Medicair e quarta Sapio Life... Lunedì sarà determinante... Io in commissione quello che potrò fare farò". Il politico chiede poi: "La Vivisol da chi è appoggiata?" e l'altro: "Da questa dottoressa di Trapani... E' una commissione a tre, non è che decido io... Poi Medicair ha fatto un progetto tutto sommato non ha aiutato, perché su alcuni numeri sono..." e Misuraca: "Come dobbiamo fare per farli arrivare secondi?".

"Quello che posso fare farò..."

Nell'altro file Misuraca chiede: "La Fanara è per?" e Damiani riferisce che "hanno privilegiato i progetti Vivisol... Con Medicair non ci è piaciuta 'sta cosa...". Il politico afferma poi: "Quindi, per essere chiari, il secondo non ci arriva" e Damiani: "Non lo so, questo momento loro sono determinate, quindi io posso fare quello che posso fare..." e Misuraca insiste: "Quando c'è la riunione? Allora io lunedì sono qua e noi ci vediamo... Tu devi considerare che io in tutti questi anni non so neanche dove tu hai l'ufficio...". Damiani chiarisce che "con la Pipia sono arrivato alle grosse, diceva: 'Eh, ma tu non è che puoi venire qua...' e io ho detto: 'Ma guarda che io sono comunque dell'Asp, quindi il mio pensiero può anche valere di più perché ora ti fai le tue valutazioni e te ne vai, io invece qua devo lavorare con questa gente... Tu non è che mi puoi mettere dentro gente'" e Misuraca chiosa: "Si sono venduti". Damiani riprende: "Lei era incazzata e quella le fa sponda perché tra l'altro viene da Messina, io non è che la conosco... Non mi posso esporre... I punteggi sono pochi, mi basta sovvertire qualche cosa, che si può fare, si può fare" e Misuraca: "Però alla fine arrivare secondi...".

"Fai saltare tutto, perché sei capace!"

Damiani continua: "Sì ma io ho dovuto litigare con la Pipia perché mi fece: 'Tu non puoi venire qua a dire e a fare come se tu avessi' e ho detto: 'Guarda se tu... a me... Mi butto fuori, tu non ti puoi permettere di dire che io ho delle preferenze perché noi dobbiamo fare una valutazione oggettiva'" e Misuraca: "Ma se noi ci arriviamo, la puoi far saltare tu?" e Damiani: "Vediamo se tu al limite hai delle novità" e il politico: "Ci vediamo e rischiamo (...) e fai saltare tutto, perché sei capace a far saltare tutto..." e Damiani: "Io sto molto con i piedi per terra, qua ci osservano tutti, quindi sono un sacco di soldi... mi sembra 80 milioni per i 4 anni" e Misuraca: "Va bene, ci facciamo una cosa serena noi due, ma Testone (Candela, ndr) com'è?" e Damiani: "No, Antonio non l'ho visto... è tranquillissimo" e Misuraca: "Ma se a te non ti ha mai raccontato neanche il fatto delle proposte, per quanto è imbroglione".

Le chat col faccendiere: "Sono sconcertato, mi ha aggredito..."

Damiani avrebbe poi confidato tutto a Manganaro, come emerge da alcune chat: "Sono sconcertato - scriveva l'ex presidente della Cuc - mi ha chiamato Misuraca che mi voleva vedere... Mi ha aggredito dicendomi che devo fare di tutto perché loro devono vincere assolutamente perché se se ne vanno dalla Sicilia che la colpa è mia, che devo fare qualcosa, che devo annullare la gara, che devo inventarmi qualcosa... Mi ha detto che deve arrivare seconda, che ora cercava di agganciare le due donne, di cui ha voluto sapere il nome e che tra sabato e domenica deve cambiare tutto e che se non ci riesce io devo annullare la gara, che non mi ha mai chiesto niente, ma che ora deve essere così... Questo è solo l'inizio".

Fonte: Palermotoday

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