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Cronaca

Teatro, Scoglio agli artisti: "Valore degli spettacoli prioritario, non siamo satellite dei teatri minori"

Il soprintendente risponde alla lettera dei 43 professionisti messinesi attraverso una lunga nota e rilancia le accuse spiegando che il teatro preferisce "il meglio delle produzioni teatrali nazionali". La risposta di Tino Caspanello

Non soltanto la crisi culturale, dovuta alla chiusura dei teatri per l'emergenza sanitaria. La decennale scissione fra il management del Vittorio Emanuele e le voci degli artisti messinesi continua a far discutere. Dopo la lettera dei 43 professionisti contro la direzione artistica, è il soprintendente Gianfranco Scoglio a intervenire spiegando le sue posizioni. Lanciandosi in una ricostruzione storica dell'ente torna a ribadire la bonarietà dell'impegno dell'attuale consiglio rispetto alle precedenti gestioni. "Dal 2014 contestualmente alla sostanziale diminuzione dei trasferimenti regionali ed ad alcuni errori dovuti a politiche di espansione non sostenibili nel momento storico, comincia a produrre debiti su debiti. Oggi, grazie alla nuova amministrazione regionale, i finanziamenti sono stati incrementati a quasi 4,5 milioni di euro (9 miliardi delle vecchie lire) ed alle scelte della nuova governance il Teatro ha avviato un virtuoso percorso di risanamento", scrive Scoglio. 

"Solo grazie ai Direttori Artistici Matteo Pappalardo e Simona Celi vi è stata un inversione di tendenza ed un nuovo inizio", sottolinea, spiegando l'importanza dei programmi di spettacoli presentati nel corso degli anni, soaziando da prosa a musica, da classico a moderno. "Il progetto Play the Game troppo frettolosamente e snobisticamente liquidato come “talent” ha avuto il merito di coinvolgere in teatro 35 giovani di talento. Esso ha aperto una finestra sul mondo giovanile e lo ha avvicinato al Teatro come anche il progetto “Madre Teatro” rivolto alle scuole. - precisa il soprintendente - Ho riguardato gli annali delle produzioni del Teatro e non ho trovato nessun progetto che coinvolgesse gli artisti “messinesi”. Ma che significa essere “artista messinese” come se l’arte fosse collegata al luogo di nascita. L’arte non ha confini è estremamente libera e si incarna nella bravura dell’artista, come una seconda pelle, rendendolo soggetto universale che trasmette emozioni". 

Infine, rivolgendosi alle compagnie messinesi minori, che hanno lamentato linsufficienza delle iniziative del Vittorio Emanuele per raccogliere anche la loro voce Scoglio sbotta. "Non è forse vero che in due anni è stata offerta alle compagnie messinesi di provare e rappresentare i propri spettacoli al Teatro senza alcun onere e con una compartecipazione ai ricavi pari al 70% come peraltro in uso in tutti i teatri italiani? Non è forse vero che nessuno dico nessuno ha presentato proposte in tal senso? Rispetto il pensiero di chi vede il nostro teatro come laboratorio culturale per le produzioni delle Compagnie locali ma tale assunto non è un dogma che può essere realizzato a prescindere dalla qualità e soprattutto dal gradimento del pubblico. Si rassegni però chi pensa al Teatro di Messina come ad un teatro stabile od una compagnia privata o peggio ad un satellite per gli altri teatri minori e per le compagnie locali dispensando risorse, come avvenuto, per infauste circuitazioni di spettacoli da rappresentare in teatri minori. L’intenzione mia e dei Direttori Artistici, compatibilmente con le risorse disponibili, è quella di continuare a rappresentare in teatro il meglio delle produzioni teatrali nazionali e di produrre spettacoli di musica e prosa in linea con i grandi successi degli anni storici di un teatro che ha visto calcare il suo palcoscenico ai più grandi protagonisti del panorama artistico internazionale". 

A parte la nota diffusa, comunque, il teatro non ha ancora incontrato gli artisti messinesi firmatari dell'accusa contro la dirigenza. "Non c'è stata una risposta ufficiale - spiega l'artista Tino Caspanello - Qualsiasi progetto e materiale io abbia inviato al Teatro è sempre stata lettera morta perché lo sappiamo tutti come si entra al Vittorio Emanuele". Dal 2011 l'artista messinese con la sua compagnia teatrale di respiro internazionale non si esibisce nel teatro più importante della città. "Ho partecipato alle riunioni aperte dopo l'insediamento della direttrice artistica, ma per senso di comunità. Personalmente non ho mai avuto spazi al Vittorio Emanuele e, a questo punto, non sarò io a propormi e mi sento costretto ad avere questo atteggiamento. Non busso alla porta, se vogliono che mi chiamino", conclude Caspanello. 

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