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Cronaca

Autostrade, processo per gli incentivi progettuali: Faraci conferma le accuse in aula

L'ex presidente del Cas ribadisce le ragioni che lo hanno portato a denunciare gli anomali compensi In alcuni casi avrebbero superato anche l'importo annuo dello stipendio. I puntini sulle “i” della difesa

Continuerà a novembre il processo Tekno2 sugli incentivi progettuali del Consorzio autostrade che vede imputati una cinquantina tra amministratori, dirigenti e responsabili dell’ente di contrada Scoppo a cui vengono contestati a vario titolo i reati di peculato e falso ideologico.

Nell’ultima udienza, che si è svolta il  30 settembre, hanno testimoniato l’agente della Direzione investigativa antimafia Spadaro e l'ex presidente del Cas, Rosario Faraci.

Quest’ultimo avrebbe confermato in aula quanto denunciato a suo tempo, quando scoprì importi anomali che mettevano in evidenza come molti dipendenti prendessero due volte lo stesso incentivo per il medesimo lavoro. Anche in aula Faraci ha fatto degli esempi spiegando come, in un caso in particolare, qualcuno sia riuscito a percepire incentivi per un importo superiore al proprio stipendio annuo.

Le domande dei difensori hanno cercato di mettere in discussione l’impianto accusatorio adducendo che in qualche occasione l’importo coincideva solo perché versato in due tranche.

Secondo la tesi investigativa invece questi incentivi venivano presi e poi divisi a tavolino tra un cerchio ristretto di dirigenti e dipendenti per progetti che non esistevano o non venivano neanche portati a termine, tanto che non ci sarebbero neanche i relativi collaudi o documentazione a supporto dei progetti stessi.

Accuse confermate in aula anche da Spadaro mentre la difesa ha sostenuto che una parte della documentazione tecnica sarebbe depositata in uffici diversi dal Cas,  come ad esempio Anas, e che non è stata acquisita dai consulenti.

La testimonianza di Spadaro è stata messa in discussione dai legali anche perché lo stesso non ha partecipato alle indagini ma ha acquisito i documenti in una seconda fase dell’inchiesta senza avere le adeguate competenze tecniche per una valutazione.

Al processo sono imputati anche i dirigenti Angelo Puccia, Alfonso Schepisi, Letterio Frisone, Gaspare Sceusa che si alternavano nei ruoli di rup e di direttori dei lavori e che sono imputati anche in altri processi relativi alla gestione del Consorzio autostrade.

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